«A Bari è in atto una rivoluzione». Sono parole del sindaco Michele Emiliano, al microfono di Ambient&Ambienti, dopo la sigla dell’atto costitutivo dell’associazioene Bari Smart City, che avrà il compito di sostenere la città di Bari per la candidatura al programma europeo “Smart Cities and Communities“, «informatizzazione (clicca qui per andare all’articolo “La città informatizzata”), infrastrutture, mobilità, energia, automatismi, domotica, sicurezza, bioarchitettura, tutti elementi che devono creare la città del futuro» ha aggiunto Emiliano. Il capoluogo pugliese si sta preparando al grande passo: entrare, nel 2015, nel novero delle città metropolitane. Non solo, il percorso dell’attuale Amministrazione comunale è caratterizzato da altri due importanti eventi internazionali, il primo è quello di essere una sede decentrata dell’Expo 2015, l’Esposizione Universale di Milano (clicca qui per andare all’articolo “Expo 2015: Milano chiama, Bari risponde), l’altro è quello di candidare Bari, per l’Italia, a Capitale europea della cultura 2019. Candidatura che sarà assegnata proprio nel 2015. Questo vuol dire presentare al mondo la città con un volto nuovo, moderno, sostenibile. Essere al pari di città come Copenhagen, Barcellona, Valencia è una grande ambizione ma «noi riteniamo di avere presentato un volto della città pronto a cominciare questo cammino, con una predisposizione all’innovazione che altre città non hanno», sottolinea il sindaco. Dal punto di vista infrastrutturale la città è cambiata, dice il primo cittadino, «sono state fatte strade, ponti, la metropolitana leggera: tra breve verrà aperto il tratto che collega la stazione ferroviaria all’aeroporto; il ponte dell’asse nord-sud, un ponte strallato da più di 40milioni di euro che sarà la porta d’ingresso, l’immagine della città». Un vecchio pallino del sindaco è il ripristino del trasporto su filovia; una soluzione sostenibile, non c’è che dire, per il trasporto pubblico urbano. C’è da dire anche, però, che tornare ai filobus vuol dire recuperare tutta la vecchia rete filoviaria rimasta sospesa sulle teste dei baresi per decenni. «Speriamo di poter contare e questo è un momento molto difficile, su adeguate risorse per alimentare il trasporto pubblico – e non solo -. L’obiettivo è avere un sistema di trasporto che funziona a prescindere dall’utilizzo dell’automobile. Necessario perché l’inquinamento dell’aria e acustico in città che deriva dal traffico automobilistico è insopportabile».
I progetti di sviluppo sostenibile della cosiddetta area vasta, una rete di trentuno Comuni cui capofila è la città di Bari, necessitano di scelte strategiche; occorre individuare obiettivi prioritari in relazione alle caratteristiche e alle risorse del territorio e portare a termine questi progetti. Tutto ciò è raffigurato nel Piano Strategico Metropoli Terra di Bari. Assessore alla Pianificazione strategica del Comune di Bari è Gianluca Paparesta, che ci ha aggiornati sullo stato dell’arte a oggi, senza nascondere lo stato di empasse nel quale versa il Piano in questione. Ma di questo argomento, ne parla con maggiori dettagli la collega Francesca Di Tommaso nell’articolo “Piano Strategico: Illusioni perdute?”.
Grazie anche alla posizione geografica, Bari ha enormi potenzialità, vedi l’aumento del turismo legato alla fascia congressuale; e grazie a San Nicola, anche il turismo religioso ha un richiamo notevolissimo, « abbiamo un’affluenza di visitatori al di fuori di ogni aspettativa. Dobbiamo cercare di coltivare queste eccellenze. Oggi avere un polo congressuale di alto livello porta a una ricaduta in termini economici e occupazionali su tutto il territorio».
Si rende necessario, quindi, avere strutture importanti.
«Stiamo spingendo per dotarci di strutture importanti come, per esempio, il Palazzo dei Congressi – ha detto l’assessore Paparesta – e per questo abbiamo incaricato il Politecnico di eseguire studi di fattibilità nella zona della Fiera del Levante, del quartiere San Girolamo e dell’approdo turistico di San Cataldo (clicca qui per andare all’articolo), in funzione proprio di valorizzare quell’area dove pensiamo poi possa nascere il centro congressi».
Tanti progetti, 630 se non vado errato, per appagare la vocazione della città a candidarsi a eventi internazionali importanti. Pochi quelli finanziati e grazie al cosiddetto Piano stralcio: approdo turistico e viabilità camionale; il Teatro Piccinni, il nuovo Palazzo di Città, l’Acquario Comunale sul nuovo Waterfront di San Girolamo, il Palazzo degli Eventi alla Fiera del Levante, il nuovo Palazzo di Giustizia e l’Area Stadio della Vittoria (clicca su ognuno per visionare i progetti).
Un piano cruciale è quello della mobilità.
«Un’opera importante è la camionale, che permetterebbe di bypassare il traffico cittadino. Abbiamo gli studi di fattibilità e stiamo cercando un partenariato pubblico-privato disponibile a investire. È in progetto una bretella il cui pedaggio potrebbe essere a pagamento». L’intervento garantirebbe un collegamento efficiente dall’autostrada verso porto, interporto, aeroporto e zona industriale.
Porto: Crocieristico oppure commerciale?
«Io preferisco il porto crocieristico – risponde Gianluca Paparesta -. Che avrebbe ricadute economiche sulla città. Però, bisogna preparare il tessuto economico della città a ricevere i crocieristi». Più navi da crociera vuol dire avere più banchine, allargare il porto, avere un terminal crociere di livello internazionale. «Lavorerebbe di più anche l’aeroporto, perché molti crocieristi arrivano dal Nord Europa, dagli Stati Uniti in aereo per imbarcarsi a Bari».
Francesco Mariani presidente dell’Autorità Portuale del Levante
«Stiamo progettando l’ampliamento del Terminal Crociere, con una nuova banchina di 350 metri, per le navi da crociera. Pensiamo di andare a migliorare i fondali del porto nel seno interno e, a gennaio, di terminare la colmata di Marisabella per avere 1500 metri di banchina nuova e 350mila metri di piazzale», per i TIR in attesa di imbarcarsi verso Est.
Aeroporti
«Non possiamo più pensare di avere tanti aeroporti – afferma l’Assessore alla Pianificazione strategica -. Credo che con i treni veloci, se Bari diventa un hub importante, come lo sta diventando, con il suo aeroporto, da Foggia arrivare a Bari in 45 minuti è meglio che aspettare il volo. È impensabile far vivere un aeroporto con tutti i costi che ne derivano, solo per quei voli che collegano Foggia a Bari».
Paventata la chiusura del Gino Lisa, a Foggia, dipendenti, cittadinanza e cinquantaquattro associazioni hanno dato il via a una grande vertenza Capitanata; a Lecce, invece, politici, amministratori e forze sindacali salentini sono scesi in strada per protestare contro l’ipotesi di Trenitalia di tagliare 12 collegamenti.
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