
Spumapulia rilancia la vitivinicoltura dell’area del centro nord della Puglia valorizzando la biodiversità del territorio
In Puglia cresce l’offerta dei vini. Il Vinitaly è stata l’opportunità anche per presentare nuovi progetti come quello di Spumapulia, che nasce con l’obiettivo di valorizzare il Nero di Troia e il Bombino bianco, due vitigni autoctoni del territorio pugliese, implementando tecniche di spumantizzazione e “frizzantatura” per ottenere vini spumanti e bevande a base di vino a basso contenuto alcolico. L’idea ha alla base la volontà di ridurre i consumi idrici nei vigneti, sperimentare tecniche ecosostenibili con impiego della biodiversità microbica per migliorare il tenore acidico di mosti/vini, preservare la biodiversità del territorio pugliese. Il progetto coinvolge una serie di aziende vitivinicole, enti di formazione e di ricerca, ed è finanziato nell’ambito del bando della sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie” del Programma di Sviluppo Rurale – PSR Puglia 2014-2022.
Nel Gruppo Operativo Spumapulia ci sono: la Cooperativa Agricola San Michele Vitivinicola (Minervino Murge – BA, capofila del progetto; i Vignaioli Pugliesi srl (Orta Nova – FG); Grasso Sergio Lucio (Lucera – FG); Dell’Erba Pasquale (Apricena – FG); Soc. Agr. Denominata Cantina coop. tra produttori agricoli Nero di Troia Decanto (Troia – FG); CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria); Università degli studi di Foggia; D.A.Re. Puglia s.c. a l.; Cassandro srl; Alimenta srl; Aretè srl; Unione Regionale pugliese della cooperazione. Il termine del progetto, della durata di due anni, è previsto per la prossima estate.
Protocolli di coltivazione innovativi per rendere la coltura più sostenibile dal punto di vista ambientale

La proposta progettuale Spumapulia ha effetti positivi sulla biodiversità del territorio pugliese (accessioni recuperate, lieviti e batteri autoctoni). Tra i risultati attesi l’incremento della resa quantitativa e qualitativa dei vigneti, la riduzione dei costi di produzione, conseguenza del minor utilizzo di input produttivi per unità di prodotto finale (risparmio di acqua e di trattamenti fertilizzanti e fitosanitari) e l’ ampliamento della superficie destinata ai vitigni storici attraverso la reintroduzione di varietà autoctone. Dal punto di vista sociale si prevede invece un miglioramento delle opportunità e della qualità dell’impiego nel territorio. «Manteniamo alto il livello del nostro settore vitivinicolo, specialmente sui mercati internazionali – commenta l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia – È un comparto dinamico, che ci fa registrare numeri straordinari in termini di export, a dimostrazione di un’offerta che piace molto e convince, come ci dimostrano anche i dati diffusi da Unioncamere Puglia. Il valore di prodotto esportato dalla Puglia nel mondo nel 2022 è stato di circa 247 milioni di euro in netto miglioramento rispetto al 2021».