
Il progetto è il Bari Social Food che intende promuovere pratiche consapevoli contro lo spreco e l’impatto ambientale
È stata firmata nei giorni scorsi dalle “antenne territoriali cittadine” la carta d’intenti per l’adesione al progetto e alla rete delle realtà che supportano l’Assessorato al Welfare nei progetti di contrasto alla marginalità.
A siglare il documento, nell’ambito del progetto Bari Social Food, promosso dall’Assessorato per il contrasto agli sprechi alimentari per fini solidali e per la promozione di una maggiore sensibilità e consapevolezza sui temi dello spreco e del relativo impatto – ambientale, sociale ed economico, i legali rappresentanti delle parrocchie Maria Santissima Addolorata (Don Guanella) a Poggiofranco, San Luca e San Francesco di Assisi a Japigia, San Francesco da Paola a Picone, Santissimo Salvatore e San Giorgio Martire a Loseto, San Sabino a Japigia, dal centro evangelico La Casetta al Villaggio del Lavoratore e dall’Istituto Figlie Maria Ausiliatrice a San Girolamo.
Le antenne territoriali, aderendo al progetto, si sono impegnate da un lato a ricevere nelle rispettive sedi delle infrastrutture tecniche concordate con il partner di progetto APS Farina 080 (es. frigoriferi, freezer, scaffali e contenitori isotermici) finalizzate a migliorare le capacità di stoccaggio e conservazione degli alimenti, dall’altro ad individuare direttamente i nuclei familiari e le persone in situazione di fragilità socio-economica destinatari delle eccedenze recuperate tramite il progetto BSF.
Contestualmente provvedono a registrarsi sulla piattaforma online “Bring The Food”, che mette in collegamento le antenne territoriali con gli esercizi commerciali, i ristoranti, e i soggetti della grande distribuzione (già invitati ad aderire al progetto da una nota congiunta degli Assessorati comunali al Welfare e allo Sviluppo economico) interessati a donare le proprie eccedenze alimentari, e registra la presenza di prodotti in scadenza o eccedenti da recuperare a cura delle stesse antenne per la successiva distribuzione tra i beneficiari individuati su scala di quartiere.
Con la sigla della carta d’intenti le antenne si impegnano inoltre a redigere un report bimestrale sui flussi e i volumi di cibo movimentato in entrata e in uscita, con l’obiettivo di favorire una valutazione sull’ impatto sociale ed economico del progetto.

«Bari Social Food entra nel vivo con la formalizzazione del ruolo delle antenne territoriali – commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico – secondo un modello integrato che adotta un approccio di prossimità per contrastare in maniera capillare lo spreco attraverso azioni puntuali di conservazione, stoccaggio e ridistribuzione di prodotti alimentari in favore delle persone in difficoltà, un platea di destinatari purtroppo cresciuta sensibilmente negli ultimi due anni anche a causa degli effetti della pandemia. L’iniziativa conta ovviamente sull’esperienza e sul supporto qualificato della rete di progetto – cooperativa sociale C.A.P.S., APS Farina 080, associazione Rogazionisti Cristo Re onlus e C.I.F.I.R. onlus – ad esempio in caso di donazioni eccedenti rispetto al bisogno rilevato su scala di quartiere, che richiedono perciò una distribuzione più ampia anche attraverso l’utilizzo di automezzi dedicati. La scelta della piattaforma Bring the Food, già adottata con successo in altre città italiane, ci consente di efficientare dal punto di vista logistico l’intero processo, mettendo in contatto i piccoli e grandi donatori con le antenne territoriali, parrocchie e realtà già da tempo impegnate in azioni solidali che grazie a Bari Social Food sono state attrezzate per la corretta conservazione delle eccedenze alimentari».