Sprechi alimentari, a Bari il primo short master

Organizzato dall’Università per l’anno accademico in corso, si tratta del primo master a livello nazionale

“Save food, gestione dello spreco alimentare”. È il primo short master a livello nazionale contro lo spreco alimentare. Il corso, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Bari, ha come obiettivo quello di formare manager della gestione e prevenzione dello spreco alimentare e farmaceutico, in grado di coniugare competenze tecniche e competenze professionali e di esperienza orientate a supportare i produttori di eccedenze, grandi e piccoli, gli enti locali, le rappresentanze del terzo settore nella organizzazione di un efficace percorso mirato a recuperare e ridistribuire tutte le eccedenze recuperabili, improntato ad una economia sociale e di sistema circolare.

Lo short master è diretto dalla professoressa Letizia Carrera e sarà presentato ufficialmente in live streaming nei prossimi giorni. Avrà durata di 100 ore e si svolgerà con modalità online, con docenti ed esperti delle diverse materie di insegnamento. Il comitato scientifico dello short master vede al suo interno, oltre alla professoressa Carrera e al professor Paolo Ponzio, direttore del Dipartimento di Studi umanistici, anche l’avvocato Carmen Craca, consulente tecnico della legge regionale, il consigliere regionale Ruggiero Mennea, la deputata Maria Chiara Gadda, promotrice della legge nazionale anti spreco (la 166/2016) e Antonio Mario Lerario, dirigente regionale della Protezione civile. Il bando e tutte le informazioni necessarie sono disponibili cliccando su questo link.

Soddisfazione espressa dal consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, promotore della legge regionale 13/2017 sul recupero degli sprechi alimentari e farmaceutici. «È un modo per rafforzare anche il sistema di Protezione civile – spiega Mennea – con l’integrazione di figure esperte nel settore del recupero delle eccedenze alimentari, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo a causa della pandemia: recuperare cibo e farmaci ancora utilizzabili – conclude Mennea – è non solo un atto di tutela ambientale, ma anche un dovere etico per un governo che non intende lasciare nessuno indietro».

Articoli correlati