
Lo studio della Commissione Europea vede il Mediterraneo tra i mari più a rischio. Nell’Adriatico si concentrano più rifiuti. Al via una strategia comune per tenere puliti mari e coste?
Ormai è praticamente vedere un tratto di spiaggia completamente pulito, cioè sgombro da rifiuti di qualsiasi genere. Ed è stato proprio Puliamo il mondo, la versione italiana del World Cleanup day, a fornire giorni fa dati preoccupanti sullo stato delle nostre spiagge. Ma oggi c’è una soglia di riferimento per definire se una spiaggia è in buono stato ambientale: meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa. Questo valore soglia o target di riferimento è stato stabilito a livello europeo, recentemente pubblicato dalla Commissione EU e reso noto dal Sistema nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) per definire una spiaggia pulita.
Quanti rifiuti nei mari europei
Un traguardo ambizioso in particolare per i Paesi euro-mediterranei dove le concentrazioni di rifiuti spiaggiati risultano marcatamente più elevate rispetto a quelle di altri mari europei (Mediterraneo: 274 oggetti/100 m; Mar Baltico: 40 oggetti/100 m; Mar Nero: 104 oggetti/100 m). Delle tre sottoregioni in cui è stata divisa l’Italia, la poco lusinghiera classifica vede al primo posto il mare Adriatico con una media di 559 oggetti/100m, seguito dal Mediterraneo occidentale (421 oggetti/100m) e nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale (271 oggetti/100 m).
Ma perché questo valore? Per stabilire il valore soglia, gli esperti hanno analizzato il primo set di dati disponibile a livello europeo sui rifiuti rinvenuti lungo le spiagge del continente, riferito al periodo 2015-2016 e derivante dai programmi nazionali di monitoraggio realizzati seguendo metodologie condivise. Sono stati effettuati nel periodo di riferimento, in tutta Europa, 3069 rilevamenti da 331 diverse spiagge. In Italia le spiagge monitorate nel periodo in esame sono state 64. Il monitoraggio viene effettuato dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente ed è finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). I dati così raccolti, elaborati da ISPRA e condivisi con gli altri Paesi europei, sono stati utilizzati per la definizione del valore soglia nell’ambito del gruppo tecnico comunitario sui rifiuti marini al quale partecipano esperti ISPRA.
Fondali marini senza rifiuti?

Il valore di 20 rifiuti per 100 m di lunghezza della spiaggia corrisponde al 15° percentile dell’insieme dei dati dell’UE ed è un valore sufficientemente precauzionale, nonché un traguardo difficile, ma non impossibile da raggiungere con l’adozione di misure sostanziali e prolungate.
L’aver stabilito un valore soglia europeo per le spiagge pulite, spiegano gli esperti, rappresenta un passo importante poiché apre la strada alla definizione di altri target di riferimento come quello sui rifiuti del fondale marino, sulla microplastica e sull’impatto dei rifiuti sugli organismi marini.
Le attività di monitoraggio condotte nell’ambito della Direttiva Quadro europea sulla Strategia per l’Ambiente Marino di cui il MATTM è autorità competente con il supporto tecnico-scientifico di ISPRA, consentiranno di verificare l’efficacia delle misure nell’abbattimento del quantitativo dei rifiuti nei nostri mari e lungo le nostre spiagge a potranno fornire indicazioni sui tempi necessari da parte dell’Italia per raggiungere l’obiettivo comunitario.
(Fonte: SNPA)