Se pensavate che l’orto urbano – argomento trattato anche in passato sulle stesse pagine di Ambient&Ambienti – fosse un’idea assai originale, vuol dire che l’eco dell’esperienza di Noli, in provincia di Savona, non è ancora arrivata alle vostre orecchie. Perché lì c’è chi il basilico e la lattuga la coltiva tranquillamente… sott’acqua.
Coltivazione “in fondo al mar” – Nella provincia ligure è in corso ormai da qualche anno (dal 2012 per l’esattezza) una sperimentazione che riguarda i frutti della coltivazione di alcuni alimenti a 6/8 metri sotto il livello del mare. Un qualcosa di sorprendente, che ha attirato l’attenzione anche di un giornale autorevole come il Washington Post, che ha definito tali serre «le più belle del mondo». Il nome? L’Orto di Nemo, che ricorda sia il nome del famoso capitano narrato da Jules Verne nel libro Ventimila leghe sotto i mari, sia il noto pesciolino del film d’animazione tanto amato dai bambini; in entrambi i casi, una scelta emotivamente e comunicativamente azzeccata.
Il percorso non è stato semplice. Nei primi due anni diversi raccolti sono andati a male, ma il fatto che anche in acqua ci possano essere le condizioni ideali per praticare l’agricoltura era più di una semplice sensazione: temperatura costante, alta umidità, impossibilità per insetti e parassiti di giungere sulle piantine (e di conseguenza senza l’utilizzo di pesticidi) fanno sì che si è potuto – poco per volta – arrivare a realizzare delle piccole biosfere, sei ad essere precisi, formate da campane di plastica. La luce del sole penetra la superficie e raggiunge la pianta all’interno della biosfera; contemporaneamente, l’acqua della superficie dentro la sfera evapora. In pratica, un sistema ecologico ed autosostenibile.
Un unicum tutto italiano – Merito di questa esperienza tutta nostrana e prima a livello planetario è di Sergio Gamberini, presidente dal 1983 dell’Ocean Reef Group, un’azienda a conduzione familiare specializzata in attrezzature sportive e servizi per i sub fin dagli anni Cinquanta, nata nella regione del Nord Italia e poi trasferitasi ed ampliatasi negli Stati Uniti.
L’intuizione del ligure di portare queste piantine sott’acqua ha fatto sì che si è potuto constatare la grande rapidità con cui queste germogliavano e crescevano, ad esempio solo 2-3 giorni per le foglie di basilico. Dalle già citate verdure, la coltivazione si sta lentamente allargando anche all’aglio, al timo, al coriandolo e al finocchietto, e in prospettiva ci sono buone probabilità di affiancarvi anche le fragole, i funghi ed i piselli. E il tutto senza “guastare” l’armonia degli abitanti del mare: lo staff di monitoraggio delle biosfere dichiara che polpi e granchi non si avvicinano nemmeno alle campane di plastica, mentre i cavallucci marini hanno trovato il posto ideale dove far crescere i propri piccoli.
Il raccolto attualmente non è ancora commercializzabile, ma la famiglia che ne fa consumo non nota differenze con la “canonica” agricoltura. Anzi, «il pesto è davvero ottimo».
[nggallery id=435]