
Inaugurata la nuova Galleria della Sostenibilità, dedicata all’Agenda 2030. E fino al 27 febbraio 2022 gli animali di Mario Rigoni Stern interpretati da 15 artisti
Quanti siamo, quanto mangiamo, quanto inquiniamo. E quanta energia consumiamo. Ecco le domande a cui vuole rispondere la nuova Galleria della Sostenibilità inaugurata al MUSE – Museo delle Scienze di Trento, uno spazio espositivo di 400 metri quadrati riallestito ex-novo. Il nome parla chiaro: “Un piano per la sostenibilità” che il visitatore può esplorare con installazioni, schermi al plasma, immagini, video (c’è perfino una serie girata apposta sul tema), fotografie e idee. Il tutto disposto su sei tavoli tematici. Al centro gira un enorme mappamondo, digitale, la grande Sfera della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). L’esposizione esamina i molteplici futuri del nostro abitare il pianeta – quelli possibili, probabili e anche desiderabili -con la consapevolezza che la conoscenza può aiutarci a capire che le nostre sfide di cittadini di una comunità globale sono profondamente interconnesse.
Il traguardo: i goal dell’Agenda 2030

L’obiettivo è quello di guardare al 2050, alla transizione ecologica e ai goal dell’Agenda 2030. Bisogna, più di tutto, fare informazione, sensibilizzare, portare le persone a conoscere i problemi relativi al clima, con tutte le ricadute sulla vita quotidiana. Per un Museo che (dati 2019) accoglie ogni anno 500mila visitatori, si tratta di un compito importante. La transizione ecologica vuol dire transizione culturale. Il cammino verso la sostenibilità non può essere un movimento individuale, ma funziona soltanto se è collettivo.
Il messaggio: fare senza spreco
Il messaggio che viene dal Muse e dalla rinnovata galleria è chiaro. «Ci stiamo rendendo conto che è necessario passare dalle parole e dai ragionamenti ai fatti – spiega Michele Lanzinger, direttore del Muse – e non ne facciamo abbastanza. Come diceva Alexander Langer, pioniere dell’ambientalismo moderno, la transizione ecologica non potrà avvenire se non sarà socialmente desiderabile. Ma per farla serve la collaborazione di tutti: società civile, istituzioni, aziende, mondo reale».
La nuova galleria prova a fare la sua parte con un impegno concreto. La realizzazione del percorso espositivo è stata possibile grazie all’utilizzo minimale di nuove risorse: il 95% dei monitor utilizzati sono di riuso; la plastica è stata ridotta del 90%; la fornitura è stata affidata per il 95% a imprese locali; i materiali di disallestimento della precedente esposizione sono stati riutilizzati al 100%; il legno utilizzato all’80% era di riciclo.
I sei tavoli, ogni tavolo un argomento diverso

Al MUSE, sei tavoli disposti a corolla, attorno alla grande Sfera della NOAA, raccontano quanto sia insostenibile il nostro mondo e si focalizzano sui fattori chiave della crisi ecosistemica: perdita di biodiversità, cambiamento climatico e aumento demografico. Un tavolo declina la cultura della sostenibilità con riferimento all’Agenda 2030 come piano di azione e uno – infine -si proietta nel futuro. In ogni tavolo (tranne il primo e l’ultimo) i concetti si articolano sui due lati: quello dedicato alle problematiche oggi ben visibili e quello dedicato alle soluzioni.
Due grandi monitor, infine, mostrano le “interviste intergenerazionali” ovvero dialoghi ipotetici tra persone appartenenti a generazioni diverse (1960, 1980, 2020 e 2040) che esprimono il loro punto di vista sui temi trattati.
- Il cambiamento climatico
Un focus sulla produzione di alcuni specifici oggetti, dagli elettrodomestici agli smartphone, pone l’attenzione su quanto uno stile di vita progressivamente sempre più energivoro contribuisca all’accumulo in atmosfera di anidride carbonica.
- La biodiversità
Il tavolo è dedicato a un’ attenta riflessione sul prelievo delle specie in natura, raccontato attraverso alcuni reperti di specie a rischio estinzione e un’infografica che illustra le principali rotte del traffico illegale di animali. Alcune video-animazioni fanno riferimento alle cause della perdita della biodiversità: deforestazione, introduzione specie invasive, sovrasfruttamento.
- Un mondo che cambia
Inquinamento, radioattività, trasformazione dei paesaggi, alterazione del clima, estinzione di massa. Quale segno evidente dell’influenza umana su scala geologica, è possibile osservare un Plastiglomerato, una “roccia” originatasi dall’aggregazione di materiale plastico fuso che solidifica inglobando tutto quello che è presente nell’ambiente di formazione, da frammenti rocciosi a residui di attività umane.
- La cultura della sostenibilità
Al MUSE, il quarto tavolo mostra immagini che ben illustrano i diversi aspetti del modello di sviluppo della nostra società, sia in positivo che in negativo. Completano lo spazio alcuni suggerimenti per modificare le nostre abitudini, tendendo verso modelli più sostenibili.
- La popolazione
Negli ultimi 200 anni il tasso di crescita della popolazione mondiale è aumentato vertiginosamente, non tutti però hanno accesso alle stesse risorse e opportunità. È questo il cuore del ragionamento del sesto tavolo, nel quale si parla di disparità sociali e di come queste siano un ostacolo allo sviluppo sostenibile.
- I futuri
L’ultimo tavolo della Galleria rappresenta una vera e propria sfida, ossia quella di immaginare come sarà il futuro dell’umanità sul pianeta Terra. Un’infografica mostra i diversi futuri (probabili, plausibili, possibili e, tra questi, quelli preferibili) e con quali strumenti possono essere esplorati e studiati.
La Goal Zero Area
Otto storie imprenditoriali, otto aziende che operano concretamente nel campo della sostenibilità. All’interno della nuova Galleria della Sostenibilità, una speciale area denominata Goal Zero riporta alcune esperienze virtuose di sostenibilità e produzione che percorrono nuovi modelli di business.
Mario Rigoni Stern, fino al 27 febbraio 2022: 15 artisti e un nuovo rapporto con la natura

In occasione del centesimo anniversario della nascita di Mario Rigoni Stern il MUSE con il MART presenta la mostra “Selvatici e salvifici. Gli animali di Mario Rigoni Stern”. Uno stambecco che sembra uscire dal bosco, lo sguardo di una civetta in legno, un urogallo, di un verde quasi abbagliante. Sono solo alcuni degli animali raccontati da Mario Rigoni Stern, che quindici artisti hanno trasformato in incisioni, dipinti, sculture, installazioni, fotografie. L’esposizione resterà aperta fino al 27 febbraio 2022. Le altre opere – circa una settantina– trovano spazio negli oltre 600 metri quadrati del secondo piano di Palazzo delle Albere. Un mondo che, per Rigoni Stern, era “salvifico” e “da salvare” perché – spiegava citando Giacomo Leopardi e il suo Zibaldone – «se l’uomo distrugge la natura, recide le radici del futuro». «Questa mostra è un omaggio a Mario Rigoni Stern e agli animali con i quali si è imbattuto durante la sua vita di uomo di montagna – dichiara Stefano Zecchi, Presidente del MUSE – Lo scrittore ha raccontato storie realistiche e commoventi sugli animali selvatici, sulla caccia e sul mondo dei cacciatori con lo stesso spirito con cui ha affrontato i temi del dolore della guerra e della sopravvivenza nelle situazioni più drammatiche provocate dalla fatica di resistere alle dure prove che la natura imponeva agli esseri umani».