
Per aziende green arrivano i suggerimenti di Greenpeace. Tra car pooling, ebike, mezzi pubblici e uso migliore della cancelleria, ecco come risparmiare
Non è un decalogo. Le strategie ‘green’ per risparmiare nelle aziende sono “solo” sei. Parola di Greenpeace, che assieme a Money.it ha elaborato costi e benefici prendendo spunto da questi suggerimenti.
Tutto nasce da una intervista a Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima Greenpeace Italia, che ha voluto approfondire il tema delle aziende green, tra rinnovabili, car pooling e incentivi.
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Le strategie
I suggerimenti per aziende green vanno dall’acquisto di parco bici elettriche o al car sharing a carico dell’azienda per permettere di raggiungere il posto di lavoro con minor stress e impatto ambientale, fino allo smart working, strumento che, a costo zero, consente al lavoratore maggiore flessibilità e una migliore gestione del proprio tempo. Ma c’è spazio anche per il riciclo dei materiali da cancelleria e l’investimento in pannelli solari.
Aziende green tra ebike e riciclo
Si parte dalle ebike. L’obiettivo è la sensibilizzazione dei dipendenti all’uso di un mezzo alternativo idoneo anche per le città con pendenze. Il costo? Mille euro per bici, in base al prezzo medio delle ebike. Si passa poi al risparmio sui costi dei materiali da cancelleria, che garantisce anche una minore produzione di rifiuti. Tutto a costo 0 euro. Solo guadagni.
Smart working
La ‘guida’ prevede poi l’incentivo per il lavoratore a stare in famiglia con minori consumi in ufficio. E a proposito di ufficio, l’invito è quello di dotarsi di pannelli solari, con il vantaggio di riduzione delle spese per il consumo energetico e possibilità di detrazioni fiscali.
Gli spostamenti
Ma come arrivare in ufficio? Il car sharing è una alternativa. Minori costi per il mantenimento dell’auto, facilità a trovare parcheggio e riduzione dei livelli di stress. Oppure, l’abbonamento ai mezzi pubblici. Con il miglioramento della qualità della vita del dipendente e possibilità di detrazioni fiscali (280 euro, costo medio abbonamento annuale ai mezzi urbani di Milano, Napoli, Roma).
Il risparmio per le aziende green
Greenpeace ha analizzato anche quanto risparmierebbe un’azienda, in termini di costi, se scegliesse energie rinnovabili come pannelli solari e altre fonti di riuso e riciclo.

“Dipende da due variabili – spiega Iacoboni -. La grandezza di un’azienda e la spesa richiesta per l’energia. Se prendiamo un ufficio e una fabbrica, ovviamente le cose cambiano visto che il fabbisogno energetico è diverso”.
I vantaggi economici sono riconosciuti. “Le imprese che mirano a un approccio ecosostenibile, infatti, mentre tutelano l’ambiente diventano più competitive sul mercato, si guadagnano una maggiore fiducia dei consumatori e l’affetto dei dipendenti, e riescono a beneficiare di sgravi fiscali”.
L’analisi di AGCS
La mancata gestione delle risorse naturali del pianeta, il c.d. “capitale naturale”, ha conseguenze che vanno al di là degli effetti diretti sull’ambiente. Per le aziende, infatti, l’insufficienza può anche portare a nuovi scenari di interruzione e responsabilità che possono cancellare i profitti e avere un impatto sui modelli di business, man mano che aumentano fattori come la scarsità delle risorse, l’azione normativa e la pressione delle comunità e della società.
E’ quanto emerge dall’analisi di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), la compagnia del Gruppo Allianz specializzata nei grandi rischi, nel nuovo rapporto Measuring And Managing Environmental Exposure: A Business Sector Analysis of Natural Capital Risk (Misurare e gestire l’esposizione ambientale: analisi del rischio del capitale naturale per settore di attività).
Secondo l’analisi della Compagna assicurativa, i settori petrolifero e del gas, minerario, food & beverage e dei trasporti occupano il primo posto in termini di esposizione al rischio del capitale naturale.
Analisi del rischio del capitale naturale
Le aziende del settore petrolifero, del gas e minerario sono esposte a un elevato livello di rischio legato al capitale naturale a causa della natura delle loro attività. Ad esempio, nel settore minerario oltre il 90% della produzione mondiale di ferro proviene da aree ad alto rischio di stress idrico e di impatto sulla biodiversità.
Anche il settore dei trasporti rientra nella “zona di pericolo” per il suo impatto sulla biodiversità e per le emissioni di gas serra e non. Le emissioni di carbonio legate ai trasporti sono, infatti, aumentate dal 1970 del 250%, rappresentando attualmente il 23% di tutte le emissioni globali.
Gestire il rischio del capitale naturale
Un numero significativo di aziende ha iniziato ad affrontare il rischio del capitale naturale nel loro ERM (Entreprise Risk Management). Integrare i costi del capitale naturale nel processo decisionale delle imprese può anche aiutarle a prevedere le minacce potenziali. Ad esempio, quando si apre un nuovo stabilimento, si dovrebbero prendere in considerazione fattori quali la futura disponibilità di acqua e il regime di emissioni.