Sostenibilità ambientale ed agroindustria nella filiera del grano

La sostenibilità in agricoltura è una delle più importanti risposte alle richieste di tutela delle risorse naturali ed utilizzo di sostanze non inquinanti

L’attenzione degli esperti è più che mai oggi incentrata sulla ricerca di tecniche e strumenti per massimizzare la produzione di cereali in Italia, coniugando qualità del prodotto, sostenibilità ambientale ed equilibrio economico delle imprese

 

di Alma Tarantino*

Il mondo dell’agroindustria è in continua evoluzione, proteso com’è verso nuove sfide che derivano sia dalle crescenti esigenze dei consumatori sia dalla necessità di tutelare l’ambiente.

L’agricoltura ha plasmato il paesaggio rurale e ha dato origine a tecniche di coltivazione e prodotti che hanno sviluppato un importante repertorio di saperi; questi hanno dato proprio all’agricoltura il ruolo di elemento costitutivo del patrimonio culturale di un territorio. Molte imprese agricole infatti possiedono oltre ad un valore economico in sé, anche un valore aggiunto intrinseco, legato alle loro radici storiche uniche, individuabili nei luoghi delle loro produzioni e nelle tradizioni produttive ed artigianali;

Non va inoltre dimenticato che la sostenibilità in agricoltura è una delle più importanti risposte alle richieste di tutela delle risorse naturali ed utilizzo di sostanze non inquinanti a garanzia dei diritti che le generazioni future hanno di soddisfare il proprio fabbisogno anche alimentare.

Una azienda agricola nuova

Sostenibilità e qualità delle filiere agroalimentari possono contribuire alla definizione di forme di sviluppo dei sistemi agricoli in ambito economico (garantendo la possibilità di sostenere un commercio equo solidale ovvero finalizzato ad un reddito equo), sociale (realizzando il soddisfacimento della domanda globale) ed ambientale (rispettando la risorsa naturale, il produttore ed il consumatore).

Affrontare le sfide della sostenibilità vuol dire ricercare un equilibrio tra il mantenimento della produzione agraria e della fertilità del suolo nel lungo periodo, riducendo il rischio di pratiche agricole aggressive

L’azienda agricola è ormai per la Comunità Europea “azienda agricola multifunzionale” e si propone come specifica struttura produttiva che mantiene una qualificazione giuridica agricola (tale da consentirle di beneficiare dei contributi propri dell’agricoltura e con ciò del regime di questa)”, scrive il prof. Paolo Urbani, docente di Diritto urbanistico presso la facoltà di Giurisprudenza della LUISS

Ma affrontare le sfide della sostenibilità vuol dire ricercare un equilibrio tra il mantenimento della produzione agraria e della fertilità del suolo nel lungo periodo, riducendo il rischio di pratiche agricole aggressive, quindi migliorando la produttività e gestione ambientale dei terreni agricoli. Ciò anche per evitare l’incremento del fenomeno del consumo di suolo, ovvero della perdita di utilizzabilità del suolo e delle sue ricchezze a causa di un proprio sfruttamento intensivo.

Anche la filiera del grano sposa la sostenibilità

Alla luce dell’aumento dei costi di produzione, dei rincari dei prezzi dei prodotti agricoli (specie del grano duro e tenero), e della difficoltà di approvvigionamento di cereali su scala mondiale che potrebbe mettere a rischio le forniture future, l’attenzione degli esperti è più che mai oggi incentrata sulla ricerca di tecniche e strumenti per massimizzare la produzione di cereali in Italia coniugando qualità del prodotto, sostenibilità ambientale ed equilibrio economico delle imprese. Il tutto non solo per beneficiare dell’attenzione delle risorse comunitarie da attrarre su tali temi ma anche alla luce del reale timore di riduzione delle forniture alimentari future.

Serve sostenere gli agricoltori nell’intraprendere o rafforzare un percorso simile. Aumentare la produzione di grano duro e tenero italiano con elevati standard di qualità con soluzioni innovative è l’obiettivo delle quattro “Giornate in campo 2022”, organizzate dall’11 al 31 maggio da Consorzi agrari d’Italia, la società italiana sementi e Ibf Servizi, partnership tra Bonifiche ferraresi e Ismea, in quattro campi sperimentali (uno è a Foggia) gestiti sul territorio nazionale. E ciò attraverso l’attenzione verso nuove sementi (nuove varietà di grano duro e tenero in grado di contrastare cambiamenti climatici, stress idrici e problemi fitosanitari), come verso nuove tecniche di concimazione per arrivare all’agricoltura di precisione.

La Puglia sarà anche in questo caso pronta all’evoluzione del sistema?

Il contesto odierno

L’interesse politico verso l’agricoltura pare persistente come sembra dimostrare l’assegnazione di nuovi fondi a titolo di contributi stanziati dalla Regione per imprenditori da 18 a 41 anni che vogliano far crescere nuove aziende agricole (misura 6.1. del PSR Programma di sviluppo rurale della Regione Puglia).

Se ciò accade a livello locale, invece in Europa negli ultimi anni, e specie a partire dal giugno del 2021, dopo intensi negoziati tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell’UE e la Commissione europea, è stato raggiunto un accordo sulla riforma della politica agricola comune (PAC). L’accordo è stato formalmente adottato il 2 dicembre 2021 e la nuova PAC inizierà il 1º gennaio 2023. Nell’ambito della nuova PAC saranno apportate modifiche agli attuali sistemi di condizionalità e di inverdimento che rifletteranno ambizioni più elevate e contribuiranno al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo.

Ciò include l’introduzione di regimi ecologici, che incentiveranno maggiormente le pratiche agricole rispettose del clima e dell’ambiente.

Nell’ambito della nuova PAC saranno apportate modifiche agli attuali sistemi di condizionalità e di inverdimento che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo

Ma il contesto odierno potrebbe determinare la necessità di rivedere qualcosa nella programmazione futura. Qualcosa sta cambiando specie per quanto riguarda la cosiddetta “coltivazione dei campi a riposo dei terreni aziendali”. La Ue ha di recente affrontato la questione del dare il via libera temporaneamente alla coltivazione dei campi a riposo (cioè zone da lasciare a verde non coltivate) sbloccando le riserve di crisi della PAC nel contesto bellico. Ciò, per garantire all’agricoltura europea di acquisire maggiore autonomia produttiva rispetto alle importazioni e garantire la sicurezza alimentare necessaria per nutrire i cittadini europei.

La soluzione: spazio all’agricoltura biologica

Quale può essere il rischio di questa scelta? Un possibile allentamento dei nuovi vincoli ambientali? Forse un passo indietro nel percorso verso un’agricoltura più sostenibile?

Obiettivo europeo è di non ritardare l’azione sugli obiettivi su clima e biodiversità. Quindi la soluzione possibile è dedicare le coltivazioni di questi suoli “sbloccati” all’agricoltura biologica, in modo da preservare il loro valore naturale ed al tempo stesso aumentare la produzione di cibo.

*Alma Tarantino, Avvocato Cassazionista, esperto in diritto amministrativo e tematiche rigenerative, Dottore di ricerca in Istituzioni e politiche comparate Uniba, Docente in master di I e II liv universitario

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