
Il vero no alla determinazione dei siti di stoccaggio dei rifiuti radioattivi deve partire da una conoscenza dei documenti e delle procedure e deve farsi forte di un processo di partecipazione della società civile. Le premesse ci sono.
Si fa un gran parlare di nucleare da qualche giorno, in particolare del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e questo da quando il 5 gennaio SOGIN, cioè la Società pubblica responsabile del decommissioning (in pratica, lo smontaggio) degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha diffuso la carta nazionale che individua i possibili siti per il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. C’è quindi stata una levata di scudi da parte di tanti, istituzioni, politici, associazioni, cittadini. Una levata di NO a prescindere, perché chi dice SI è classificato come distruttore dell’ambiente.
Invece, fermo restando il no che dobbiamo tutti dire a siti pericolosi per la salute umana e per l’ambiente, dobbiamo dire che non si sta ancora costruendo nulla, ma solo attivando una consultazione pubblica a cui tutti dobbiamo partecipare, per sapere, discutere, suggerire e quindi consentire di scegliere a chi, sentiti noi tutti (cioè la società civile), dovrà poi decidere.
La procedura per individuare i siti
La procedura prevede che, a seguito della validazione da parte dell’ente di controllo ISIN (ex ISPRA) e del successivo nulla osta da parte dei Ministeri dello Sviluppo Economico (MISE) e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), venga poi pubblicata, come fatto, la proposta di CNAPI, cioè di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. Insieme è stato pubblicato il Progetto Preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, oltre ad altra documentazione fondamentale per conoscere, approfondire, consentire a chiunque di esprimersi in merito.

Non è deciso nulla. Per contro, il deposito dovrà costruirsi, piaccia o meno, insieme al parco tecnologico che dovrà costituire un fiore all’occhiello per lo sviluppo del futuro sul tema della conoscenza dei temi dell’energia nucleare, non del suo uso. Si tratta di un centro di ricerca applicata e di formazione nel campo del decommissioning nucleare, della gestione dei rifiuti radioattivi e della radioprotezione, oltre che della salvaguardia ambientale Un paese civile non potrà farne a meno.
Un deposito e un parco tecnologico
Entrando nel merito, il deposito è un’infrastruttura ambientale di superficie che permetterà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi. Attualmente gli stessi (derivanti da scelte legittime – forse sbagliate – di costruzione delle vecchie centrali che l’Italia ha poi deciso di dismettere, come anche dall’uso pacifico dell’energia nel campo della medicina, della ricerca, dell’industria), sono oggi stoccati in decine di depositi temporanei presenti nel Paese.
La Carta diffusa – una proposta – contiene l’ordine di idoneità delle aree identificate sulla base delle caratteristiche tecniche socio-ambientali, il progetto preliminare e la relativa documentazione: ora è semplicemente sottoposta a una consultazione pubblica.
Osservazioni entro 60 giorni
Ci sono 60 giorni affinché le Regioni, gli enti locali e i soggetti portatori di interessi qualificati, possano formulare le proprie osservazioni e proposte tecniche, Tutti possono registrarsi sul sito e partecipare in forma scritta e non anonima.
Nei 120 giorni dall’avvio della consultazione pubblica, la Società Pubblica SOGIN promuoverà un Seminario Nazionale al quale saranno invitati a partecipare i portatori di interesse qualificati per approfondire tutti gli aspetti tecnici relativi al Deposito Nazionale e Parco Tecnologico e la rispondenza delle aree individuate ai requisiti della Guida Tecnica n. 29 emessa da ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nazionale e la Radioprotezione, che ha assorbito tutte le funzioni in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione anche dell’ISPRA, l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). I temi saranno ampi e si discuterà degli aspetti connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente. Ed oltre a questi temi, si discuterà dei possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione dell’opera.
Cosa faranno regioni ed Enti locali
Con l’approvazione della Carta si è dichiarata aperta una fase di confronto finalizzata a raccogliere le manifestazioni d’interesse, volontarie e non vincolanti, da parte delle Regioni e degli enti locali il cui territorio ricade anche parzialmente nelle aree idonee indicate nella carta. Si potrà quindi dire no, oppure dichiararsi disponibili accettare a determinate condizioni. Ma facciamolo dopo aver approfondito e conosciuto.
Nel caso in cui non venissero espresse da parte di enti locali delle manifestazioni d’interesse, o qualora fossero ritirate in un secondo momento tutte quelle pervenute, SOGIN (la Società pubblica incaricata) dovrà promuovere trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. In caso di insuccesso delle trattative bilaterali (mancata intesa), verrà convocato un tavolo interistituzionale, come ulteriore tentativo di pervenire a una soluzione condivisa. Quindi la palla passerà al MISE.

Dopo verranno svolte campagne d’indagine tecnica al fine di individuare il sito del Deposito Nazionale. ISIN esprimerà il proprio parere vincolante rispetto alla conferma finale dell’idoneità del sito. Solo successivamente, il MISE individuerà il sito con un proprio decreto, che sarà emanato anche se mancherà un’intesa. È richiesto questo, e dovrà necessariamente farsi.
Parla la società civile
Siamo contrari ai siti pericolosi, ma siamo aperti alla conoscenza, alla sua diffusione, alla discussione sui temi aperti, alla partecipazione vera, alla decisione. Non lasciamo che a decidere sia solo chi si rivolge alla pancia. Basta con questi approcci, rivolgiamoci alla mente e supportiamo e sfruttiamo questo processo decisionale. Imponiamo un modo di pensare nuovo, basato sulla conoscenza, contestiamo ciò che non è chiaro, chiediamo gli approfondimenti, contribuiamo al processo decisionale e costruiamoci il nostro futuro.
Per questo nei prossimi giorni continueremo a parlare del deposito nazionale e del parco tecnologico, favoriremo la conoscenza del materiale diffuso, lo commenteremo e, dopo le proposte che perverranno, ne faremo una sintesi e la comunicheremo come forma democratica di partecipazione alle decisioni.