Smartphone ricondizionati: ottima scelta per gli italiani

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scegliere di rigenerare un cellulare, ripristinarlo e non gettarlo fa bene all’ambiente, riduce le emissioni e lo spreco tecnologico

Secondo un’indagine di Back Market, quintuplicata la vendita a marzo e aprile. Apple iPhone XS e Samsung Galaxy S10 i prodotti più richiesti dai clienti italiani

Gli italiani puntano sugli smartphone ricondizionati. Back Market, il primo marketplace che offre accesso a migliaia di prodotti tecnologici ricondizionati da professionisti certificati con un risparmio tra il 30 e il 70% sul costo del nuovo, presenta i risultati dell’ultima edizione dell’indagine internazionale sugli smartphone ricondizionati.

L’analisi è stata condotta in Italia, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti: nel nostro Paese il campione era rappresentativo di consumatori di diverse fasce d’età: 18-34 (31%); 35-44 (48%); da 55 in su (21%).

Dai dati emerge l’accresciuta fiducia degli italiani negli smartphone ricondizionati (dal 51% al 56%), con un incremento inferiore solo a Regno Unito (+9%) e Stati Uniti (+8%). Si conferma su valori alti, addirittura con un lieve aumento (dall’85% all’87%), anche la consapevolezza dei consumatori verso questa specifica categoria di prodotti.

Sono dati che seguono il forte incremento di vendite di smartphone ricondizionati registrato da Back Market Italia a marzo e aprile (+500% rispetto all’analogo bimestre 2019). In particolare, le preferenze degli italiani si sono concentrate sui modelli Apple iPhone XS e Samsung Galaxy S10.

Pur se in calo (dal 58% al 52%), la principale motivazione all’acquisto di uno smartphone ricondizionato – da parte del 56% del campione – resta in primo luogo l’opportunità di risparmiare, seguita dall’esistenza di garanzie affidabili, stabile al 30%. In leggero aumento la percentuale di chi lo acquisterebbe perché riterrebbe superfluo un prodotto nuovo in rapporto alle proprie esigenze (dal 5% all’8%).

Significativo l’aumento della quota di coloro che attribuiscono valore a ragioni di sostenibilità ambientale (dal 7% al 10%). Infatti, durando di più e riducendo il volume di rifiuti, i prodotti ricondizionati hanno un impatto ecologico dell’80% inferiore rispetto all’acquisto di un prodotto nuovo e consentono di contrastare la diffusione di “e-waste”. Ad esempio, in Italia, sebbene nel 2019 la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) abbia raggiunto le 343 mila tonnellate (+10% sul 2018), ne sono svaniti nel nulla ben 600 mila tonnellate.

A coloro che si sono dichiarati riluttanti all’acquisto (44%) è stato chiesto di indicare una o più ragioni dei loro timori: il possibile malfunzionamento del prodotto si conferma il principale motivo frenante, ma in calo dall’84% al 78%; seguono la mancanza di fiducia nelle garanzie offerte (da 19% a 26%) e quella nei venditori (da 19% a 20%).

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