Smaltimento rifiuti, la proposta: “Creare una industria della decostruzione”

Smaltimento rifiuti

Si definisce un libero e normale cittadino. Non è un tecnico, non è un ingegnere ma “uno che si documenta molto e porta avanti delle proposte concrete”. Riccardo Conte da Iglesias ha contattato la redazione di A&A, proponendo un sistema innovativo per gestire i beni a fine vita

Trentotto anni, un diploma in Ragioneria e una Laurea in Scienze Politiche, Riccardo Conte sta provando a lanciare la sua idea che “rivede” il nostro sistema di riciclaggio-recupero-eliminazione rifiuti, giudicato “parecchio fallace”.

Una problematica che si evidenzia in particolare nel percorso di quelli che Conte ribattezza “rifiuti complessi”. E la sua ambizione – ma questa non è o sarebbe una idea innovativa – è “di trasformare i rifiuti in risorse e opportunità”.

Nel suo discorso, Conte non arriva a immaginare computer, televisori o elettrodomestici. La sua analisi si focalizza invece su oggetti più piccoli, ma composti da più materiali. E’ l’esempio di una penna, un ombrello, le scarpe, i modellini di automobili.

Un circuito economico virtuoso

“Pensiamo proprio a un modellino di una automobilina – spiega Conte -, poniamo in scala 1/18, quelle che abbiamo imparato a conoscere sin da piccoli, quelli della Burago. L’idea è di creare un circuito economico virtuoso che permetta allo stesso tempo di avere buoni guadagni e anche uno smaltimento ottimale, cioè completo, di questi rifiuti. E allora se l’oggetto sta per finire nella spazzatura, i vari materiali vanno separati con attenzione ma possono essere serenamente destinati a nuova vita“. E giù altri esempi, come la gomma dura delle ruote.

L’industria della decostruzione

Ma cosa c’è di rivoluzionario in tutto questo se non il concetto di riciclo creativo? “Osservando attentamente il processo di gestione ed eliminazione rifiuti e la sua relazione con quello di produzione beni/prodotti – replica Conte – ho capito che per una gestione ottimale dei beni a fine vita serve un’industria parallela a quella produttiva, un’industria che io chiamo della decostruzione, oppure industria articolata per smaltire i rifiuti complessi”.

In sostanza, “laddove esiste un progetto volto a creare un prodotto, lì deve essere creato accanto un progetto volto a determinare il suo smaltimento ottimale”.

Facendo l’Avvocato del Diavolo, la controreplica è fin troppo semplice: se non è stato fatto finora è per una questione economica. “I costi sono più alti, certo, ma questa idea di una industria parallela diventerà presto fondamentale”.

Tra smaltimento e riutilizzo

modellini auto_pixabay
Nel caso di modellini, se l’oggetto sta per finire nella spazzatura, i vari materiali vanno separati con attenzione ma possono essere serenamente destinati a nuova vita (foto Pixabay)

Un’industria che, a parere di Conte, potrà verificarsi solo assecondando alcune condizioni. Innanzitutto una de-costruzione del bene, smontato in modo che ogni sua parte trovi la migliore collocazione. Altra alternativa è il suo riutilizzo laddove possibile, senza che il bene subisca modifiche, come ad esempio una bottiglia di vetro. Altro aspetto è un suo riutilizzo, con il bene che subisce anche modifiche: e qui Conte pone l’esempio di tanti artisti che salvano oggetti destinati alla discarica e li trasformano in opere d’arte.

Il progetto

In sostanza, per Conte questa potrebbe essere l’ideale soluzione per opporsi a desolanti spettacoli come le enormi discariche a cielo aperto, o le isole di plastica negli oceani, la Terra dei Fuochi e tutti i disastri ambientali che abbiamo imparato, ahinoi, a conoscere.

E per concludere la sua proposta, Conte fissa anche quattro passaggi definitivi. Innanzitutto  “una progettazione che renda agevole ed economica la riparabilità del prodotto e la disponibilità di pezzi di ricambio“. E ancora, “l’allungamento della garanzia del produttore che lo costringa a usare materiale più adatti a resistere nel tempo”.

Poi, una progettazione che preveda “un facile dis-assemblaggio delle componenti”. E infine “la standardizzazione di componenti universali per rendere più economico il costo dei pezzi di ricambio”.

Con una ulteriore postilla, tutt’altro che insignificante. “Per alcune parti di ricambio si potrebbe pensare anche la costruzione in economia tramite stampanti 3D”.

Articoli correlati