Santarcangelo, la sostenibilità dei Mutoidi è a rischio

Sono passati 23 ani da quando il gruppo Mutoid Waste Company, compagnia di scultori fondata da Joe Rush negli anni ’80, è arrivato a Santarcangelo per il Festival dei Teatri, decidendo poi di stabilirsi nella città romagnola. In questi anni hanno preso confidenza con il territorio, di cui sono divenuti parte, dando vita a una città parallela, Mutonia e ormai i primi artisti arrivati a Santarcangelo hanno avuto figli che frequentano lì la scuola (il che ha permesso di moltiplicare le attività che vedono i Mutoidi collaborare con gli istituti scolastici). Inoltre, ogni anno Mutonia attira turisti da tutto il mondo, che accorrono per visitare quello che è universalmente riconosciuto come un sito di interesse culturale.

Il "Teschio Mutoid" (foto Daniele Bossari)

Tutto questo, però, rischia di finire a causa delle denunce di una singola persona, infastidita dall’anticonformismo degli artisti e del loro stile di vita, che è riuscita a far sì che al gruppo di artisti fosse notificata un’ingiunzione di sfratto.

Certo, la città non ha un vero e proprio statuto: come si legge nel comunicato stampa sulla pagina Facebook PRO MUTOID  che in pochissimo tempo ha già raccolto oltre 18000 like, non si tratta di un quartiere, né di un campeggio o di un campo nomadi, sebbene gli abitanti risiedano in veicoli e vivano riciclando rottami che trasformano in opere d’arte.

"Kamikaze Komodo", una scultura dell'artista Debs Wrekon ospitate a Mutonia

Abbiamo chiesto a una dei cosiddetti “mutoidi”, l’artista Debs Wrekon – le cui splendide sculture fatte di rottami metallici riciclati hanno fatto il giro del mondo, venendo esposte in eventi importanti come il Fuji Rock Festival, il Glastonbury Festival e il carnevale di Venezia – di raccontarci qualcosa di come si vive a Mutonia e se il loro modo di vivere può essere definito sostenibile. Risponde l’artista: «Il nostro stile di vita nasce dal fatto che il gruppo arriva in Italia come uno spettacolo viaggiante e alcuni membri continuano ad avere una vita nomade. Certi aspetti delle nostre vite quotidiane potrebbero essere classificati sustainable living: viviamo dentro veicoli riscaldati con stufe a legna, probabilmente usiamo meno acqua rispetto a una casa convenzionale, facciamo la spesa al mercato locale e quelli che creano usano materiali di scarto per la loro arte – quindi la nostra comunità a Santarcangelo potrebbe dirsi a low impact.

Le opere d'arte della comunità dei Mutopidi nascono da materiali di scarto riciclati (nella foto "Bird in Hand" di Debs Wrekon)

Altri aspetti lo sono meno – negli spettacoli usiamo carburante e ovviamente se dobbiamo trasportare le sculture in altri paesi per forza usiamo gasolio per i nostri mezzi».

Al momento, è possibile firmare online la petizione  con cui si chiede la cancellazione della sentenza di sgombero. Finora, sono state raccolte 10000 firme online e circa 5000 cartacee. Ma c’è tempo fino al 1° settembre. Naturalmente la petizione on-line serve a dimostrare il supporto popolare, ma non ha valore legale. Chi ha firmato solo su internet e vuole continuare a sostenere l’iniziativa, può andare a firmare direttamente al Campo di Mutonia, anche nel bar, negozi e punti d’incontro della zona, oppure si può richiedere il PDF per raccogliere le firme nella propria città. In questo caso bisogna ricordare di aggiungere la località da cui proviene la firma.

Clicca qui per visionare l’elenco dei luoghi dove si può firmare la petizione.

 

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