Sale a quattro il numero delle tartarughe brutalmente uccise in Puglia

Gli ultimi due esemplari di Caretta caretta, trovate morte nel porto di Barletta (foto: Centro recupero tartarughe marine Molfetta)

Forse un killer seriale. Il Wwf: “Cittadini e pescatori collaborino”

 

Quattro tartarughe Caretta caretta uccise in Puglia nello stesso, brutale modo. Quattro nel giro di qualche mese. Annegate, con il collo e le pinne appesantite da macigni. Dopo il ritrovamento di due esemplari nelle acque del porto di Barletta, il Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta ha lanciato l’allarme sui social. Lo stesso luogo di ritrovamento e lo stesso modus operandi fa pensare ad un killer seriale che colpisce le Caretta caretta indifese in maniera compulsiva.

(foto: Centro recupero tartarughe marine Molfetta)

Le ultime due vittime sono state legate alle pinne tra di loro: la più piccola delle due, dimenandosi nel tentativo di liberarsi dal cappio, si è autoamputata una pinna. Non è ancora chiaro chi possa aver commesso questi atti, se sia una o più persone ad agire, ma l’attenzione del Centro è soprattutto verso i pescatori (non si sa se abusivi o meno). Né è chiaro se sia stato fatto per ragioni di ripicca o altro. A chiarire questi aspetti saranno Capitaneria e Guardia di Finanza, che indagheranno sul caso dopo l’esposto in Procura (già presentato) di Pasquale Salvemini, coordinatore regionale del WWF.

Anche il WWF Italia ha rilanciato l’allarme via social, chiedendo ai cittadini  e soprattutto ai pescatori barlettani di segnalare qualsiasi movimento sospetto. Per questo caso, il o i responsabili dovranno rispondere del reato di maltrattamento di animali, aggravato dal fatto che la tartaruga Caretta Caretta è una specie protetta inserita in numerose normative internazionali, tra cui la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo.

Cala il numero delle tartarughe recuperate nel Barese

La Caretta caretta è, infatti, la specie più diffusa del Mare nostrum, e in Puglia trova riparo soprattutto nella zona del Gargano, le cui acque sono particolarmente protette dal promontorio. Il Centro recupero, le cui attività non si sono mai fermate neanche durante il Covid, è attivo dal 2004 e ogni anno recupera centinaia di esemplari. Tuttavia questo inverno, racconta Salvemini, nella zona del Barese si sta assistendo a un fenomeno anomalo: se lo scorso anno si salvavano circa 15-20 tartarughe al giorno, ora il numero è sceso a dieci. L’ipotesi è che le acque dell’Adriatico, a causa della crisi climatica, siano più calde del solito. Ed è per questo che le Caretta caretta preferiscono risalire la costa fino al golfo di Manfredonia, dove troverebbero un habitat migliore. Tanto che le stesse tartarughe che vengono recuperate nella zona dauna e liberate nel Barese, vengono poi ritrovate nuovamente nel golfo, ma anche Zapponeta, Vieste ecc.

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Questo non significa che il Gargano sia l’Eden delle Caretta caretta, anzi. Un progetto europeo del 2018, Clean Sea Life, aveva portato alla raccolta di 400 kg di plastica dai fondali del Foggiano. I pescherecci coinvolti nell’operazione avevano recuperato soprattutto retini utilizzati per l’allevamento delle coste, registrando uno dei dati peggiori del progetto condotto in 200 siti marittimi e 106 spiagge. E proprio a Manfredonia, in quell’occasione, tra i chili di spazzatura fu trovata impigliata una Caretta caretta. Sembra, insomma, che le tartarughe siano circondati sempre più da pericoli mortali. Per avere una conferma dell’ipotesi sostenuta da Salvemini, tuttavia, si dovrà attendere il prossimo anno.

Il Centro Recupero Tartarughe Marine, oltre al lavoro condotto a Molfetta, si occupa anche di ricerca. Attualmente, con l’Università di Pisa sta studiando gli spostamenti e le percentuali di sopravvivenza delle Caretta caretta, grazie all’installazione di satellitari su esemplari adulti.

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