Il Cretaccio è la più piccola delle Isole Tremiti. Più che di un’isola, in realtà, si tratta di un grande scoglio di natura argillosa (400 metri di lunghezza per 200 di larghezza) che “spunta” dal mare tra San Domino e San Nicola. Peccato che, in futuro, il Cretaccio potrebbe scomparire tra i flutti. A rinnovare l’allarme per l’isolotto è la geologa Michela De Salvia, del comitato scientifico della Prefettura di Foggia, che precisa:
«La continua erosione da parte degli agenti atmosferici e del moto ondoso marino sta mettendo in pericolo l’isolotto argilloso che subisce nel tempo intensi ed inesorabili processi erosivi e che pertanto negli anni potrebbe essere destinato a scomparire». Lungo il perimetro dell’isolotto, infatti, sono ben visibili gli effetti dell’erosione ad opera di acqua meteorica e vento ed all’azione del mare, che agisce sia erodendo alla base le pareti dell’isola con il moto ondoso, sia con l’aggressione della salsedine che provoca una “desquamazione” delle pareti dell’isola.
Criticità geologiche. «Le cause di tale fenomeno – spiega Michela De Salvia – sono da attribuirsi principalmente alla natura geologica e tettonica del sito, nonché alla morfologia a “lama di coltello”, in rocce che sono da considerarsi tenere e quindi poco resistenti all’azione degli agenti atmosferici e del mare». E’ necessario quindi programmare interventi di difesa costiera e di consolidamento dei versanti; provvedimenti necessari che devono avvenire attraverso metodologie basate essenzialmente su criteri di ingegneria naturalistica per abbinare la funzione di consolidamento a quella di reinserimento ambientale e naturalistico. «Gli interventi necessari per salvare il Cretaccio -continua la dott.ssa de Salvia – prevedono la realizzazione di opere di difesa costiera al piede con gli scogli naturali, il consolidamento delle pareti tramite opere di difesa per il ruscellamento idrico superficiale delle acque meteoriche, interventi di rivestimento per proteggere il terreno dall’erosione superficiale e bonifiche con iniezioni consolidanti».
Gli interventi. Le opere previste dovrebbero concretizzarsi, quindi, nella realizzazione di un muro in cemento armato su pali infissi nel terreno, per determinare un innalzamento della quota sommitale della “Sella” ed annullare il fenomeno di sormonto, dilavamento ed erosione da parte delle onde. La preoccupazione principale, nel caso del Cretaccio, infatti, risiede nel fatto che le due selle possano dividersi nella zona centrale e dunque che lo scoglio venga sommerso. «Considerata la consistenza dell’opera e la natura e le caratteristiche geologiche dei terreni di fondazione – conclude De Salvia – è necessario prevedere la realizzazione di fondazione su pali che permetterebbero di migliorare le condizioni di stabilità dei due versanti a mare, assorbendo gli sforzi di taglio presenti sulle superfici critiche di scorrimento. In particolare sono state previste due file di pali sfalsati, dal diametro di 20 cm, per migliorare la capacità statica del sistema muro-palo». Inoltre, è necessario il consolidamento di entrambi i versanti a mare con perforazioni e speciali iniezioni armate (ovvero chiodature) ed un rinforzo esterno tramite rete, il tutto da mimetizzare con un rivestimento superficiale formato da un conglomerato di malte speciali e ghiaietto rivestito da uno strato impermeabilizzante con colore similare alla roccia, per la conservazione naturale dello stato paesaggistico ed ambientale dell’arcipelago delle Diomedee.