Rigenerazione urbana e messa in sicurezza del territorio: a Bari un convegno dell’ANCE

Nel 2014 le compravendite di abitazioni e l’erogazione di mutui per il loro acquisto sono aumentate rispetto al 2013 rispettivamente del 4,6% e del 15,9%

Il settore delle costruzioni in Puglia è in lieve ripresa, dopo sette anni di crisi che hanno estromesso dal mercato del lavoro oltre 50mila addetti con un calo, rispetto al 2008, superiore al 40%. In particolare nel 2014 la Puglia ha visto, rispetto al 2013, un incremento delle compravendite del 4,6% e delle erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni del 15,9%, meglio, mediamente, che nel resto d’Italia (rispettivamente +3,6% e +13,7%) (fonte ANCE).

Della maniera di governare la ripresa si è parlato oggi a Bari nel  convegno nazionale ‘Strategie e tecniche per il rilancio e il sostegno delle costruzioni nel Mezzogiorno. Rigenerazione urbana e rischio strutturale’ , promosso da ANCE Bari e BAT e Scuola di Ingegneria e Architettura (SI&A) di Bari, che hanno così  avviato un confronto con architetti, ingegneri, tecnici, economisti, giuristi e rappresentanti delle istituzioni sulle più efficaci politiche di rigenerazione urbana e territoriale e sulla valutazione del rischio strutturale.

Parole d’ordine: semplificazione burocratica e rigenerazione urbana –  Per il presidente dell’ANCE Paolo Buzzetti, intervenuto in videoconferenza, «gli spiragli di una ripresa ci sono, ma bisogna fare di tutto, e in fretta, perché si consolidino mettendo in cantiere le opere utili al Paese, a partire dalla messa in sicurezza del territorio e dalla rigenerazione di città e periferie, e sostenendo la ripartenza del mercato della casa, con un segnale netto sul piano fiscale che restituisca fiducia a imprese e cittadini». Sulla stessa lunghezza d’onda Domenico De Bartolomeo, presidente del Comitato ANCE per i problemi del Mezzogiorno e delle isole e di ANCE Bari e BAT , che ha anche esortato a insistere sulla semplificazione delle procedure burocratiche in materia di edilizia, a individuare nuovi percorsi programmatici in grado di favorire la ripresa del settore ed a guardare con attenzione alla rigenerazione urbana, con una particolare attenzione «alla mitigazione del rischio strutturale degli edifici esistenti anche attraverso i dettami dell’edilizia sostenibile».

De Bartolomeo Domenico, Presidente Ance Bari-Bat (2)

Puglia a rischio frane, case a rischio crollo – La valutazione della vulnerabilità degli edifici esistenti, infatti, è un problema di particolare rilevanza per il territorio pugliese, dove circa il 90% del patrimonio costruito in particolare negli anni ’60 -’70,  non risponde agli attuali standard moderni di sicurezza. E’ indispensabile, quindi, individuare attraverso puntuali censimenti gli edifici più a rischio per pianificare interventi utili al ripristino della sicurezza, in considerazione del fatto che il 41% della superficie della Puglia (68 comuni) è a elevato rischio sismico, mentre il 7,1% della superficie della regione è a elevato rischio frana e/o alluvione riguardando 200 comuni. Non esistono però solo situazioni di degrado o di incuria; ci sono anche casi virtuosi, come ha ricordato Amedeo Vitone, presidente della Scuola di Ingegneria e Architettura e professore del Politecnico di Bari, citando  Marina di Lesina, la sede della Prefettura di Bari e quella della Provincia BAT di Andria «nei quali – ha detto –  la ‘scoperta’ preventiva del rischio strutturale ha concorso a costituire una forte motivazione per interventi di rigenerazione che mirano al miglioramento della qualità dell’ambiente nel quale viviamo».

Più fondi per i Comuni – Un invito a spendere bene e nei tempi adeguati le risorse dei fondi strutturali che arriveranno in Puglia è venuto dal presidente ANCI Puglia Lugi Perrone « Speriamo che la bozza del Decreto “Enti locali”, mantenga le “promesse” sul cofinanziamento dei fondi UE – ha detto -. Si parla di rideterminare gli obiettivi del patto dei Comuni per gli anni 2015-2018, per concedere un maggiore contributo di 100 milioni di euro all’anno, in termini di spazi finanziari, per interventi su tutela e sicurezza territorio e sicurezza edifici scolastici. La battaglia dell’Anci per la nettizzazione dei cofinanziamenti, ha condotto alla previsione di una dotazione aggiuntiva di 700 milioni per “l’esclusione dai vincoli finanziari regionali dei fondi strutturali comunitari”.  E parliamo anche di escludere dal Patto 2015 i cofinanziamenti a carico dei Comuni sede di Città Metropolitane per gli interventi sostenuti da fondi UE per le programmazioni 2007-13 e 2014-20 e per le opere prioritarie del Programma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ».

 

 

 

 

 

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