Rifiuti radioattivi, la Murgia gioca d’anticipo

rifiuti radioattivi
In Italia giacciono circa 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui il 60% in impianti nucleari e il 40% che proviene da attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca

In Italia giacciono circa 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui il 60% negli impianti nucleari stoppati dal referendum del 1987 dopo la catastrofe di Chernobyl e in attesa di essere smantellati e il 40% che proviene da attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che, comunque, continueranno a generare rifiuti, pericolosi, anche in futuro.

Sogin, società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, dopo consultazione con l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale, ha redatto la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) adatte a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.

Il totale delle aree idonee a ospitare il Deposito Nazionale, in seguito ai criteri di esclusione applicati, corrisponde allo 0,7% del territorio del nostro Paese e in questo 0,7% è inserita un’ampia zona del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui fanno parte i comuni di Altamura, Gravina, Poggiorsini, Santeramo e Spinazzola della Puglia meridionale e quella dei nostri vicini di Irsina e Matera in Basilicata.

Proprio da Altamura è partita l’iniziativa di riunire i sindaci dei suddetti Comuni, insieme con il presidente del Parco e con l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia Domenico Santorsola, per formulare eventuali osservazioni” come previsto dall’iter, prima della decisione finale del governo centrale.

All’incontro di giovedì 14 gennaio ad Altamura, la Puglia e la Basilicata hanno annunciato con forza che “la Murgia non diventerà un deposito di rifiuti radioattivi” e hanno assunto una posizione di difesa da una eventuale decisione di Roma.

«Come nel caso delle ricerche petrolifere e della TAP – ha detto Santorsola nel suo intervento – il governo a guida del presidente Emiliano non intende arretrare e neppure sembrare remissivo rispetto a decisioni che non condivide e che piombano sulla testa della Puglia senza tener conto di legittime aspirazioni territoriali, scelte strategiche delle Amministrazioni locali e dati tecnici. Saremo fermi – ha proseguito l’assessore all’Ambiente – nel presentare le nostre ragioni, valuteremo su base tecnica eventuali scelte localizzative che dovessero interessare il nostro territorio e ci batteremo per tutelare la nostra terra che già tanto ha dato al Paese in termini di pressione ambientale».

Soddisfatto Cesare Veronico dalla visione comune degli Amministratori locali rispetto alla vocazione dei comuni che ricadono nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, cioè quella legata alla qualità del paesaggio, alla storia, all’archeologia, al Turismo Sostenibile, allo sviluppo compatibile con l’ambiente, alla qualità dei prodotti e di Matera “Capitale della cultura 2019”.

«Indipendentemente che all’unisono si è sostenuto questo – ha risposto Veronico al telefono – se la vocazione è questa, stride assolutamente con l’ipotesi che può gettare ombre rispetto quello che è già uno sviluppo in atto».

Il 2 giugno prossimo, ha anticipato il presidente del Parco, è prevista una pedalata da Castel del Monte a Matera «per promuovere i nostri percorsi cicloturistici e la nostra idea di futuro».

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«Il governo locale, regionale, nazionale non può andare contro la volontà delle comunità locali. Io credo sia giusto essere accanto a loro, valutare in maniera non aprioristica ma scientifica le loro proposte ed essere interlocutori con il governo nazionale. Io credo che prima di tutto debba essere pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee – ci risponde l’assessore all’Ambiente – dopodiché su quella base possiamo cominciare a lavorare».

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