
Craste è un brand che sfrutta il riciclo di materiali poveri, nato dall’estro dell’artista Raffaella Marangella, come forma di riscatto personale dopo anni di sofferenza e delusione, legati ad un amore malato
Sapete cos’è una crasta? È un fico d’india. Sì, proprio quello che caratterizza il paesaggio pugliese e lo rende squisitamente mediterraneo. La storia che vi racconteremo è ambientata a Grottaglie, la “città delle ceramiche” ad un battito d’ali da Taranto, dal caldo idioma salentino. Parla di una donna, di un “amore malato”, del “secondo tempo” della sua vita, di un’idea imprenditoriale. Della rinascita grazie al connubio tra arte e territorio. Con un occhio al riciclo di materiali poveri.
Preambolo: gli anni bui
«Mi chiamo Raffaella Marangella, ho 40 anni, due figli e sono un’imprenditrice che ha fatto dell’arte il suo lavoro». Raffaella è stata vittima di violenza domestica. Anni bui, vessazioni fisiche e psicologiche, la dignità di donna e madre calpestata. Non pensare, non fare: non essere. «Sono un’artista, una donna che si è rimboccata le maniche per dare un futuro a se stessa e ai suoi figli, inventandosi un lavoro – racconta Raffaella, che rivela – sono stata privata di ogni possibilità di movimento e anche di lavorare». Ci sono voluti anni per riuscire a trovare la forza di reagire: «Quando ho preso coscienza dell’incubo in cui ero finita, raccolte le forze, motivata dal benessere dei miei figli, sono riuscita a porre fine almeno alle vessazioni fisiche – ricorda con profonda amarezza Raffaella, che aggiunge – non è stato facile chiudere per rapporto malato chiamato, nel mio caso, matrimonio: ma ci sono riuscita».
Il secondo tempo: le craste

«Craste è un brand in forte crescita che nasce da un’intuizione», dice Raffaella, che divertita rivela «non ho il pollice verde, sono stata capace di far morire una pianta grassa, perciò ho pensato di creare qualcosa di bello che non necessitasse di cure, da tenere in casa». Craste è un complemento d’arredo ispirato al fico d’india, creato con materiali poveri riciclati, invasato nel cachepot o in un vaso semplice rigorosamente realizzato in ceramica di Grottaglie. Dapprima il passaparola tra amici e parenti aiuta Raffaella a far conoscere al pubblico la sua idea. Passione e dedizione per il progetto la spingono a tentare anche la strada dei social network: ad oggi, il profilo Facebook ha superato i 10.000 follower, quello Instagram ha più di 3.000 follower . «È a tutti gli effetti il mio lavoro, il mio sostentamento, la mia rinascita», dice Raffaella, che svela anche come la sua idea piaccia molto ai vip: «molti personaggi famosi hanno una Crasta in casa, tra questi Vasco Rossi, Fiorello, Al Bano, Branduardi, Omar Pedrini».
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Non chiamatelo amore
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la violenza domestica è un fenomeno molto diffuso in tutti i paesi del mondo. Riguarda ogni forma di abuso psicologico, fisico, sessuale e tutte le forme varie di comportamenti coercitivi, esercitati per controllare emotivamente una persona che fa parte del nucleo familiare. Gli aggressori appartengono a tutte le classi e i ceti sociali, senza distinzione di età. «Craste nasce dalla necessità, personale e familiare, di rinascere dopo anni di sofferenza e delusioni legati ad un amore malato – rivela Raffaella, che aggiunge – ho subito violenza fisica e psicologica che ha annullato la mia persona e la personalità dei miei bimbi, che hanno avuto un esempio sbagliato, una vita dolorosa e di paura, pervasi da un uomo che diceva di amare visceralmente la sua famiglia, ma che la vessava quotidianamente con la sua rabbia e le sue manie».
Epilogo: se ne può uscire
«Non bisogna vivere di paure e repressioni, prigioniere di individui che minacciano e distruggono la vostra esistenza e quella dei vostri figli, perciò dico alle donne: credete che il futuro possa riservare nuove opportunità e perseverate affinché diventino realtà». Sono parole di speranza quelle che Raffaella Marangella esprime verso chi, come lei, oggi subisce le angherie di un “amore malato”. Se ne può uscire. «Oggi, provvedo da sola al sostentamento dei miei figli: tutte possiamo cadere e tutte possiamo rialzarci – dice con vigore Raffaella, che conclude – nessuno può decidere di porre fine alla tua anima, alla tua personalità, al tuo intelletto, sminuendo, insultando, minacciando e reprimendo».
Craste è un più di un lavoro, di un’idea: è una forma d’arte che ha permesso ad una donna di rinascere e di rivendicare il diritto di essere qui ed ora. Cogito ergo sum, diceva Cartesio. Siamo esseri pensanti che devono tendere alla bellezza.