Resti di una balenottera nella spiaggia delle Cesine

Balenottera scoperta nella spiaggia dell'oasi WWF Casine - credit Giuseppe De Matteis

Una insolita scoperta nell’oasi pugliese del WWF. La carcassa era in avanzato stato di decomposizione. Ciò dimostra che sono ancora tanti i pericoli per i cetacei

Una macabra scoperta è stata fatta questa mattina sulla spiaggia antistante la Riserva Naturale e Oasi WWF “Le Cesine” in Puglia. Dalla sabbia è affiorata la carcassa di una giovane balenottera comune in avanzato stato di decomposizione. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Vernole, la Capitaneria di Porto di San Cataldo, i carabinieri Forestali,  l’Asl di Lecce e gli operatori dell’Oasi WWF Le Cesine. Il recupero è stato realizzato da una ditta incaricata dal Comune di Vernole. I resti ossei verranno inviati all’istituto zooprofilattico per le analisi di rito volte a determinare le cause di morte e l’eventuale presenza di patogeni.

«Ovviamente non conosciamo le cause di morte, ma nel Mediterraneo vi sono ancora troppe minacce per i cetacei – sottolinea il WWF – Il traffico navale rappresenta un rischio per le collisioni, che possono lasciare questi grandi cetacei gravemente feriti o menomati. Il 6% degli esemplari fotoidentificati in mare e circa il 20% di quelli spiaggiati presentano tracce di collisione. Poi la plastica: nel nostro mare, ogni anno finiscono 570.000 tonnellate di plastica. Altre cause sono l’inquinamento acustico e chimico».

La balenottera è soggetta all’inquinamento da plastica, sia di micro che di macro-plastiche, che viene ingerita insieme al krill. Accumulandosi nell’apparto digerente, i rifiuti plastici impediscono l’assorbimento di nutrienti e possono quindi potenzialmente essere causa di deperimento degli individui. L’inquinamento chimico, poi, può provocare intossicazioni e irritazioni croniche dei tessuti sensibili, oppure accumularsi nei tessuti delle specie con conseguenze fisiologiche importanti. L’inquinamento acustico, invece, provocato dall’intenso traffico navale, sommato a quello proveniente da altre sorgenti rumorose come sonar e prospezioni, può impedire la comunicazione a lunga distanza tra gli individui, ostacolandone così le attività sociali.

La balenottera comune è il Misticete (cioè cetaceo senza denti) più diffuso nel Mar Mediterraneo ed è il secondo animale sul nostro pianeta per grandezza (dopo la balenottera azzurra). L’adulto può raggiungere una lunghezza di 25 metri e un peso di 80 tonnellate. Nonostante la dimensione, è un animale veloce. Nuota infatti fino a 40 km all’ora.

Per lo studio e l’osservazione dei cetacei ripartirà nei mesi estivi il progetto “Le vele del panda“ di WWF e WWF Travel, che unisce le attività di osservazione e censimento di stenelle, balenottere e altre specie alla citizen science, grazie alla presenza a bordo di un numero limitato di persone che possono unire turismo naturalistico con il supporto alle attività di ricerca (wwftravel.it).

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