Regole ferree al liceo “Salvemini” di Bari. La preside: «Nessun codice militaresco, ma attacchi strumentali»

Liceo Scientifico Salvemini Bari - Foto Ruben Rotundo
Liceo Scientifico Salvemini Bari - Foto Ruben Rotundo

Fanno discutere le norme del regolamento dettato dalla “didattica DADA”. La dirigente replica: «Stessi provvedimenti in altre 200 scuole italiane». Al Salvemini sperimentazioni attuate con successo

 

Regole ferree. Molto. Per qualcuno, troppo. Fanno discutere le disposizioni introdotte dalla prof.ssa Tina Gesmundo, dirigente del Liceo scientifico “Gaetano Salvemini” di Bari. In base a una circolare dello scorso aprile, infatti, dal nuovo anno scolastico gli studenti dovranno spostarsi da un’aula all’altra in tempi e modi definiti con rigore. Se a qualcuno sembra assurdo, è anche vero che la preside dell’istituto preso di mira non ha inventato nulla di nuovo, trattandosi di norme dettate dai regolamenti delle scuole che stanno seguendo il modello della cosiddetta didattica “DADA” (Didattica per Ambienti Di Apprendimento). Si tratta di un concetto innovativo di “scuola”, in cui le vecchie aule sono trasformate in laboratori di apprendimento, ossia ambienti attrezzati ad hoc in base alle diverse discipline. Secondo questa impostazione, dunque, le lezioni non si svolgono più in una stessa stanza, come avviene nella maggior parte degli istituti, ma in ambienti diversi e appositamente attrezzati; il tutto grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Pertanto, sono gli studenti (e non più i docenti) a dover spostarsi per raggiungere l’aula dipartimentale destinata alla lezione successiva.

L’elenco delle regole da seguire, diramate nella circolare della preside Gesmundo

Le regole

Ispirandosi ai regolamenti già in vigore nelle scuole che seguono il modello DADA (ce ne sono in Lazio, Toscana e Lombardia), lo scorso febbraio il consiglio d’istituto del “Salvemini” ha approvato un proprio documento di massima per regolare gli sposamenti dei suoi 1.070 studenti. Provvedimenti elencati, in maniera più discorsiva, nella circolare emanata ad aprile.
Al suono della campanella, bisogna lasciare l’aula in ordine così come la si è trovata. Poi, prima di uscire in corridoio per raggiungere la meta didattica successiva, le classi devono attendere l’eventuale passaggio degli studenti di un’altra classe e, per non creare ingorghi, devono procedere in fila indiana, “tenendo” la destra, per favorire il transito anche nel senso di marcia opposto. Le analogie con il Codice della strada non sono finite qui: se, infatti, lungo il percorso c’è un’altra classe in transito, proveniente dal lato, bisogna dare la precedenza a destra, per poi procedere con la marcia. Ogni classe vede due studenti impegnati a mantenere l’ordine della fila: uno in testa e l’altro in coda. Durante lo spostamento, inoltre, non è consentito andare in bagno (cosa possibile soltanto dopo aver raggiunto l’ambiente di destinazione, una volta ricevuto il “via libera” dell’insegnante di turno). Qualora l’aula sia ancora occupata dagli studenti dell’ora precedente, bisogna attendere fuori dalla stessa, in fila indiana e accostati al muro. Per l’intera fase di spostamento, il tempo massimo concesso è di quattro minuti.

Il ruolo dei docenti

Il nuovo quadro normativo del “Salvemini” coinvolge anche il corpo docente, che ha approvato il regolamento, nonostante qualche resistenza. In virtù delle nuove prescrizioni, infatti, gli insegnanti sono chiamati a essere in aula cinque minuti prima del suono della campanella. Inoltre, devono terminare la lezione nel tempo utile a consentire lo spostamento dei ragazzi, controllando che l’ambiente sia in ordine prima di andar via. I prof che restano nella stessa aula dipartimentale, devono attendere la classe successiva sull’uscio della porta, al fine di controllare il transito nei corridoi, facendo rispettare l’ordine e la disciplina. Infine, possono promuovere l’utilizzo di testi digitali, cercando comunque di evitare il sovraccarico degli zaini.

Una nuova “geografia” scolastica

In base alla circolare, nel liceo scientifico barese è prevista la realizzazione di cinquantuno aule dipartimentali, ognuna condivisa da due o più docenti in base alla tipologie degli insegnamenti. Queste saranno comprese in nove aree, definite appunto “ambienti di apprendimento”: lingua inglese (5 aule), italiano-latino-storia-geografia (15 aule), filosofia e storia (5 aule), scienze naturali (5 aule), disegno e storia dell’arte (3 aule), diritto e religione (2 aule), matematica e fisica (13 aule), teoria su sport e discipline sportive (2 aule) e, infine, la palestra per la pratica.

tina gesmundo facebook
La dirigente scolastica del liceo scientifico “Gaetano Salvemini” di Bari (foto Facebook)

La preside Gesmundo: «Attacco alla scuola e alla mia persona»

«Si tratta di un attacco del tutto strumentale per danneggiare l’immagine dell’istituto e anche la mia», per effetto di un «vecchio gioco che fanno l’Uds (l’Unione degli studenti, ndr.) e la CGIL a Bari». Risponde così, ad Ambient&Ambienti, la dirigente del liceo “Salvemini” Tina Gesmundo alle polemiche generate dal nuovo regolamento adottato in base al nuovo assetto didattico .
«In Italia ci sono già circa 200 scuole nella rete DADA – ha poi dichiarato – Noi ci siamo arrivati anche in ritardo, perché questa pratica era prevista già dal 2014». Per quanto riguarda le resistenze di qualche docente, la preside ha specificato che queste sono state superate con una votazione in seno al collegio docenti, in cui la gran parte degli insegnanti si è espressa a favore della sperimentazione del nuovo modello scolastico, dopo averlo sperimentato per qualche giorno lo scorso aprile.
«Abbiamo continuato a lavorare per tutta l’estate, in attesa dei nuovi arredi, perché si possa entrare a regime – ha continuato la dirigente – Penso che qualcuno, purtroppo dall’interno della scuola e non si tratta di ragazzi, abbia diffuso questo regolamento del tutto decontestualizzato dalla didattica per ambienti disciplinari, presentandolo semplicemente come codice militaresco». Il che avrebbe generato l’ondata delle polemiche «cavalcata» da CGIL-Bari, Flc-CGIL e Uds provinciali. A seguito delle notizie apparse nei giorni scorsi sugli organi di stampa nazionali, le tre organizzazioni hanno chiesto un incontro con la preside, il consiglio d’istituto e i rappresentanti degli studenti.

Sperimentare, parola d’ordine al Salvemini

Il Salvemini non è nuovo ad iniziative che puntano a creare una nuova visione dello stare a scuola e degli ambienti di apprendimento in particolare. Ben prima che il Ministro all’Istruzione Valditara annunciasse l’obbligo del volontariato per gli studenti sospesi  dalle lezioni, Nel liceo barese gli studenti sottoposti a sanzioni disciplinari non restavano a casa ma svolgevano lavori socialmente utili, come curare le aiuole dell’istituto. Un provvedimento, questo che è finito per piacere a famiglie e ragazzi, che hanno appreso quanto sia importante la cura dei luoghi dove passano una parte significativa della loro giornata.

Non solo: durante la fase più violenta della pandemia da COVID il Salvemini è stato il primo istituto a dotarsi di sanificatori per l’aria sistemati in ogni classe e negli spazi comuni,  per  abbattere significativamente il contagio.

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