
Prosegue il conto alla rovescia per andare a votare il referendum sulle trivelle. Mentre lo scontro politico si fa sempre più duro, noi di Ambient&Ambienti continuiamo a raccogliere e pubblicare le ragioni per cui bisogna innanzitutto andare a votare e perché sostenere il “SI”.
Sulla consultazione popolare di domenica 17 aprile, ha preso posizione anche il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi. Al referendum sulle trivelle ha spiegato il “giudice delle leggi” «si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino». È importante, quindi, anche per il presidente della Consulta andare ai seggi per raggiungere il quorum, cioè il numero dei votanti richiesto, perché la votazione sia valida.
Quanto, invece, a suffragare le ragioni per barrare la casella del “SI”, in tutto il Paese si susseguono manifestazioni e prese di posizione.

A Bari, domenica scorsa, in 5mila, si sono dati appuntamento con il governatore Michele Emiliano, il segretario nazionale della Fiom-Cgil Maurizio Landini, i dirigenti nazionali di Legambiente e Wwf Italia e altri rappresentanti del mondo istituzionale, politico, sindacale, associativo e della società civile. Sul palco allestito davanti al Teatro Petruzzelli, si sono esibiti artisti dall’Orchestra Popolare Notte della Taranta, a Roberto Ottaviano, Faraualla, con i contributi video di Emma, Luca Zingaretti, Ficarra e Picone, Eugenio Finardi, per citarne alcuni.
«Stiamo difendendo la bellezza come bene pubblico, con la serenità di chi ha ragione. Di chi si difende dalle bugie perfino di governi amici che si sono infilati in tunnel brutti nei quali si fa prevalere l’interesse di pochi insignificanti petrolieri che costringono a sacrificare gli interessi di tantissime persone che dal mare traggono ricchezza, turismo, possibilità di futuro». Ha detto Emiliano ai giornalisti.
Federalberghi Puglia, invece, “ruba”, lo slogan al premier Matteo Renzi, “Il Sud non può più sprecare la sua bellezza”, per confermare l’impegno e la mobilitazione dei suoi associati contro le trivellazioni nel mare Adriatico e invitare gli elettori pugliesi a votare “SI” domenica prossima.
Votare “SI” domenica prossima «vuol dire salvaguardare la bellezza delle coste della Puglia e la peculiarità del nostro mare, vuol dire tutelare la qualità ambientale e la nostra salute. Vuol dire, soprattutto, puntare sul turismo, sulla pesca e sull’agroalimentare quale volano economico definitivo per la ripresa e lo sviluppo dell’intera regione», spiega l’associazione degli albergatori pugliesi.
Uno striscione di circa 150 metri quadrati che raffigura l’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico avvenuta il 20 aprile 2010, è stato aperto questa mattina dai climber di Greenpeace, entrati in azione nella Galleria Umberto I a Napoli. L’immagine è accompagnata dalla scritta “Mai più” e dall’invito a votare “SI”.

«“Le piattaforme petrolifere, oggi, non causano sversamenti. Sono tecnologicamente molto avanzate”, disse Barack Obama il 2 aprile 2010, a meno di tre settimane dal disastro del Golfo del Messico – ha ricordato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace -. È la stessa sinistra sciocchezza che vanno ripetendo oggi tutti i sabotatori del referendum, quelli per cui è meglio non votare. Meritano di essere smentiti, il 17 aprile, da un mare di “SI” ».
Se da una parte Greenpeace ricorda che, al contrario di quanto ripetutamente affermato dal governo che le trivelle sono al 100 per cento “sicure per legge”, dall’altra l’associazione Beni Comuni Taranto sottolinea che la normativa italiana prevede un quantitativo gratuito garantito. Ai sensi dell’articolo 19 del Decreto Legislativo 25 novembre 1996, n. 625, infatti, per l’estrazione di gas in mare c’è una quota annuale di produzione esente da royalties per i primi 80 milioni di mc per ogni concessione. Spiega Giovanni Vianello dell’associazione Beni Comuni Taranto che «in tutto il mare italiano, nel 2015, si sono estratti circa 4,5miliardi di metri cubi di gas di cui però solo 2,25miliardi di mc sono soggetti a royalties (percentuale sugli utili che va allo Stato – ndr). Più di 2,26miliardi di mc, più del 50%, sono invece quelli esenti e che quindi non comportano nessun rientro economico per lo Stato Italiano». La conferma si trova sulla pagina dedicata alla Produzione nazionale di idrocarburi, pubblicata sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Iniziative anche da parte di singoli, come il deputato dei Conservatori e Riformisti, Nuccio Altieri, che ha realizzato una picture, per dare il proprio contributo informativo e di promozione al voto.