
Particolarmente vibrante e coinvolgente l’esperienza dei giovanissimi musicisti paraguayani dell’Orquesta de Reciclados oggi testimonial dell’Unicef, con i suoi strumenti ricavati dai rifiuti di una delle discariche più grandi del Paese sudamericano.
La 67esima edizione del Festival di Sanremo, appena terminato, non sarà ricordata, evidentemente, solo per la sorprendente vittoria del toscano Francesco Gabbiani che con la sua Occidentali’s karma ha superato in finale la favoritissima Fiorella Mannoia, ma anche per alcuni ospiti che, per l’intensità delle loro storie, hanno conquistato il pubblico italiano.

Tra questi, indubbiamente, merita una menzione particolare il paraguayano Favio Chaves. Il musicista sudamericano, infatti, ha portato sul prestigioso palco dell’Ariston una orchestra di 28 talenti, di età tra i 10 ed i 30 anni, i cui strumenti sono stati costruiti riusando e riciclando le materie prime dei rifiuti della discarica del sobborgo di “Cateura” dal quale molti di loro provengono. La stragrande maggioranza dei giovani musicisti vivono, ancora oggi, in quello che è uno degli insediamenti informali più poveri di tutto il Paese sudamericano, nonostante oggi, l’Orquesta de Reciclados – con un repertorio originale e trasversale, variando dalla musica classica al jazz, dal pop al blues – abbia concerti in tutto il mondo e sia diventata uno dei testimonial dell’Unicef. Per sensibilizzare sul tema delle povertà e delle disuguaglianze socio-economiche, ma soprattutto per dimostrare che esiste sempre una possibilità e un’alternativa.
Reciclados: “Il mondo ci regala spazzatura, noi gli regaliamo la musica”
«Questo violino è la cosa più preziosa che ho – ha rivelato la piccola Celeste, stringendo tra le mani il proprio strumento realizzato con lattine usate – perché ha cambiato la mia vita e quella dei miei genitori, che ora vivono in una casa sicura». Analogamente, come in più occasioni ha ricordato il direttore d’orchestra Chaves, anche gli altri strumenti – violoncelli, contrabbassi, chitarre, flauti, trombe e sassofoni – sono nati dalla fantasia creativa degli stessi ragazzi e ragazze che hanno riciclato bidoni, tubi di scarico, lattine.
Al Festival di Sanremo, l’Orquesta de Reciclados è stata accompagnata da una delegazione di Unicef Italia, composta dal presidente Giacomo Guerrera, dal direttore generale Paolo Rozera e dal portavoce Andrea Iacomini. «Il Paraguay – hanno ricordato all’unisono – è uno dei Paesi più poveri dell’America Latina: un bambino su sei, sotto i cinque anni, è malnutrito; tra i bambini in età scolare, poi, uno su tre ha subito violenze in famiglia. E decine di migliaia di bambini sono costretti a lavorare. Per questo – hanno sottolineato i tre delegati dell’Unicef – l’esperienza di questa orchestra, e il successo che hanno dalla fine del 2012 in tutto il mondo, può e deve essere un segno di speranza».
https://www.youtube.com/watch?v=c6_AWArjFmc
La stessa speranza, non solo evocata dal Papa sudamericano Bergoglio che al binomio ecologia-economia ha dedicato la sua ultima fortunata lettera enciclica Laudato Sì, ma anche testimoniata quotidianamente dal maestro Chavez che non perde occasioni di ripetere il suo motto: “Il mondo ci regala spazzatura, noi gli regaliamo la musica”.
E, allora, concludendo, si faccia silenzio. Si alzi il sipario e ci si goda questo spettacolo unico nel suo genere, perché capace come pochi, come si può verificare guardando con stupore e meraviglia alcuni video presenti su youtube, di far ballare la nostra anima e di metterla empaticamente in contatto con quella di questi giovanissimi musicisti che stanno interpretando il più bel concerto possibile: quello della loro vita.