
E’ l’evoluzione del principio “chi inquina paga”. Cittadini informati e motivati fanno meglio la raccolta differenziata e risparmiano sulla tassazione locale
La nuova Direttiva quadro sui rifiuti, parte del pacchetto sull’economia circolare, stabilisce i nuovi obiettivi per ridurre l’impatto dello smaltimento in discarica.
- 65% in peso per la preparazione per il riutilizzo e il riciclo entro il 2035;
- limite del 10% dei rifiuti smaltiti in discarica entro il 2035.
Se molte aree in Europa sono lontane da questi traguardi, numerosi Comuni vantano già tassi di raccolta differenziata dell’80-85%. In questi territori il modello di governance utilizzato rappresenta il fattore chiave del successo: si tratta di approcci incentivanti innovativi, che utilizzano sistemi di tariffazione puntuale come il PAYT ovvero da Pay-as-you-throw che in italiano significa ‘paga per quello che butti’ e KAYT cioè Know-as-you-throw, “Conosci quello che butti”.
Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto
A Bitetto, in provincia di Bari, per i cittadini più bravi a fare la raccolta differenziata quest’anno l’importo della Tari si è ridotto del 30% rispetto al 2021. In provincia di Ancona invece si punta a ridurre di oltre il 5% la produzione totale di rifiuti. A Bassano del Grappa e a Varese, l’indifferenziato è diminuito e i cittadini si sentono più informati e consapevoli.

In occasione di Ecomondo, fiera internazionale su innovazione tecnologica e industriale nel settore della green & circular economy, è stato presentato un bilancio del progetto europeo LIFE REthinkWASTE che si basa su un approccio innovativo orientato all’informazione e alla persuasione degli utenti, che utilizza i big data e applica il concetto del “nudge” (pungolo, stimolo) per spronare cittadini e aziende che producono rifiuti fornendo regolarmente agli utenti informazioni personalizzate e dettagliate, combinando strumenti tecnologici, incontri one-to-one e bonus economici e/o sociali.
“REthinkWASTE è iniziato nel 2019 e oggi, al termine di un percorso di oltre tre anni, possiamo dire che i risultati sono certamente positivi”, ha sottolineato il coordinatore del progetto, Riccardo Venturi di ETRA SpA. “Stimolati grazie ad un particolare approccio informativo – il KAYT – che può essere anche associato alla tariffazione puntuale, PAYT in inglese – i cittadini hanno mostrato maggiore sensibilità e conoscenza sulla corretta gestione dei rifiuti, migliorando la raccolta differenziata e riducendo i rifiuti non riciclabili. Oltre al fatto che “ce lo chiede l’Europa”, la riduzione dei materiali smaltiti in discarica e l’aumento del tasso di riciclo sono obiettivi doverosi da perseguire per tutelare l’ambiente. In questa fase finale del progetto stiamo diffondendo fra Comuni e gestori del servizio le metodologie e le buone pratiche che abbiamo sperimentato”.
L’iniziativa, realizzata con il contributo del Programma LIFE dell’Unione Europea, coinvolge 11 partner, di cui 4 Comuni pilota: Bassano del Grappa in provincia di Vicenza, Varese, Bitetto (Bari) e Sant Just Desvern (vicino Barcellona, Spagna), hanno sperimentato un sistema innovativo per coinvolgere e responsabilizzare di più i cittadini, con l’obiettivo di migliorare i risultati ambientali della raccolta differenziata.
Tramite messaggi WhatsApp, concorsi a premi ed eco-coach, i cittadini – anche messi in competizione tra loro – sono stati informati costantemente su quantità, qualità e abitudini dei loro conferimenti. Ciò ha portato a risultati davvero incoraggianti, di cui è possibile leggere in dettaglio sul sito www.rethinkwaste.eu.
Quali ostacoli impediscono alla tariffa puntuale dei rifiuti di diffondersi in tutta Italia? Secondo Andrea Ferri, responsabile per la Finanza Locale dell’Anci e vicedirettore Ifel, uno dei problemi risiede nella “eccessiva frammentazione delle gestioni, un elemento che caratterizza soprattutto il Centro-Sud e che deve essere gradualmente superato. Andare avanti con la tariffazione puntuale, peraltro, determina anche un miglioramento di carattere gestionale”.
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Tecnologia per la raccolta differenziata

Non basta più avere cassonetti di colore diverso per separare i rifiuti. Ora il settore della raccolta va verso modelli sostenibili, a basso impatto ambientale e pienamente collocati nei processi d’economia circolare tanto che si parla di waste digital transformation.
Si tratta di soluzioni che garantiscono monitoraggio della flotta mezzi, contact center per la gestione del numero verde, app per il cittadino e per gli operatori ambientali, servizi operativi h24 e 365 giorni l’anno, piani di tariffazione puntuale che permette l’adozione dei nuovi modelli Payt più Kayt, con Tarip misto progressivo-premiale, adottati anche nel progetto Ue Life-Rethink waste. Insomma, sono in grado di sostituirsi a 360 gradi ai sistemi gestionali e informatici di passata generazione.
Per la raccolta e gestione digitale del ciclo dei rifiuti è appena nato un nuovo player italiano risultato della partnership tra l’azienda lucana Innova e Greenext, la newco nata dal gruppo Viasat. Le due piattaforme sono in uso in 850 Comuni di ogni regione italiana, in 180 enti di gestione, pari a 6,5 milioni di utenze, corrispondenti a 15 milioni di cittadini italiani
Non solo le aziende devono cambiare paradigma e puntare sulla digitalizzazione perchè il settore dei rifiuti diventa utente-centrico ma “si possono immaginare – dice l’ad di Innova Di Pasquale – modelli innovativi che assegnano un punteggio alle utenze certificando se si è comportata bene o male nella raccolta differenziata. Il comportamento virtuoso si traduce in un ricavo per l’amministrazione comunale, quello non virtuoso rappresenta un costo legato al conferimento in discarica”. Sarà così possibile avere “un’immagine del comportamento della città ed entrare nel merito del comportamento del singolo cittadino riconoscendo uno sconto o un aggravio del costo. Questo modello è stato anche inserito nel progetto europeo Rethink waste come best paratice in Sud Italia, nel Comune di Bitetto in Puglia”.
Di certo, conferma Luca Moretti ad di Greenext, il 2023 sara “l’anno zero per la gestione del ciclo dei rifiuti con molte novità: si avvia infatti per volontà di Arera il sistema di regolazione della qualità che dal 1 gennaio vedrà tutti i gestori ambientali impegnati in una nuova sfida per la tutela dei diritti del cittadino”.
Il 92% dei Comuni italiani ha per ora deciso di rimanere nello “Schema 1 di qualità”, per cui l’avvio sarà modulato. C’è tempo ma non va perso.
Porte aperte alla transizione digitale dei rifiuti
L’atteso sistema di tracciabilità dei rifiuti e il ruolo del responsabile tecnico entrano nel vivo con le procedure e gli strumenti previsti nel programma Rentri. Il Registro sarà diviso in due parti, rispettivamente dedicate a iscritti e rifiuti. La Sezione dell’Anagrafica degli iscritti raccoglierà tutte le autorizzazioni ambientali, quella della Tracciabilità collezionerà invece i dati raccolti da registri e formulari vari.

“E’ un progetto innovativo a cui hanno partecipato attivamente tutti gli attori, dal governo centrale agli enti territoriali fino alle imprese – ha spiegato Laura D’Aprile, a capo del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile MASE – uno degli obiettivi più importanti è stato fornire alle imprese, soprattutto a quelle più piccole, una strumentazione tecnica capace di far interagire e interloquire aziende, enti e forze dell’ordine impegnate nel controllo della filiera dei rifiuti. In questo modo si contrasta l’illegalità e si agevola il lavoro delle ditte”.
Attraverso il programma Rentri, verrà definito un modello che gestirà in maniera digitale l’assolvimento di tutto il sistema burocratico, come gli adempimenti dell’emissione di formulari per identificare il trasporto o dei registri di carico e scarico.
Carlo Zaghi, della Divisione III – Vigilanza sulla pianificazione della gestione dei rifiuti e tracciabilità del MASE: “In base alla grandezza dell’azienda, si avranno dai 18 ai 30 mesi per raggiungere il pieno regime di operatività, un tempo sufficiente per continuare la sperimentazione e implementare il sistema. Con il Rentri si ottiene una costante informazione sui flussi di rifiuti che avvantaggia la circolarità e l’incontro tra domanda e offerta nel ciclo dei rifiuti e del riciclo dei materiali”.
Digitalizzazione, informazione, supporto alle aziende. Per Daniele Gizzi, presidente dell’Albo dei gestori ambientali il Rentri rappresenta “un cambiamento epocale”. “Il ministero ha chiamato le principali software house e le imprese a costruire un sistema, a creare il futuro. Il nostro obiettivo – ha aggiunto Gizzi – è portare tutte le imprese anche quelle più piccole verso la transizione digitale. L’albo ha sottoscritto finora protocolli d’intesa con 25 associazioni, oltre 1700 gli utenti accreditati, 1300 i registri definiti. Raggiungere il primato nella transizione digitale delle aziende non è un problema di tecnologia ma solo una questione di inclusività. E noi ci stiamo riuscendo”.
Pile esauste per rigenerare l’economia

Il progetto “Energia al cubo”, promosso da Erion Energy, il consorzio dedicato alla gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori, ha come obiettivo quello di sensibilizzare e incrementare la raccolta di pile portatili esauste.
Impresa Sangalli ha avviato il progetto nei territori di due comuni lombardi su cui opera, Varese e Sesto San Giovanni, che insieme contano circa 160 mila abitanti formando la cittadinanza su un tema che, sebbene riguardi una piccola parte dei rifiuti urbani, coinvolge in realtà quello più generale del destino dei rifiuti tecnologici. Molto importante è il progetto all’interno delle scuole, attività che procederà contestualmente a quello del piano formativo proposto in accordo con le città.
La formazione scolastica coinvolgerà ben 16.500 ragazzi su 650 classi, che riceveranno i box individuali di cartone, con relativi sacchetti, per organizzare in famiglia la raccolta differenziata. Le scuole saranno tra le principali destinatarie anche delle 285 colonnine di plastica trasparente da distribuire complessivamente tra Sesto San Giovanni e Varese: tali attrezzature saranno, poi, in parte destinate agli uffici pubblici e ad altri ambienti.
“Crediamo fortemente nella formazione della comunità per sensibilizzarla alla corretta raccolta differenziata – afferma Daniela Sangalli, dirigente di Impresa Sangalli – e le scuole sono il centro nevralgico della diffusione di buone pratiche. Attraverso la formazione degli studenti, è possibile raggiungere non solo i ragazzi ma anche le loro famiglie: grazie ad una collaborazione intergenerazionale, le tematiche relative a sostenibilità ed ecologia arriveranno direttamente in casa, riuscendo così ad educare all’economia circolare sia la società di oggi che quella di domani”.
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