«Silvia, mi hai fatto una testa tanta per trasferirci a Milano. Si sa, a Milano c’è lo smog!».
«E noi prendiamo una casa in montagna!».
I dialoghi sono quelli di apertura del nuovo film-successo di Luca Miniero, Benvenuti al nord, dove una divertentissima Angela Finocchiaro (la “Silvia”) gira per Piazza Duomo col marito Alberto, interpretato da Claudio Bisio, indossando la classica mascherina bianca sulla bocca, costringendo il proprio figlio a fare altrettanto. Iperbole della società italiana, abilmente rappresentata dal duo comico per strappare un sorriso al pubblico dei cinema. Eppure specchio di una situazione – non circoscritta alla sola Milano – che in Italia ha ormai preso piede negli ultimi decenni: l’inquinamento atmosferico.
La situazione in Italia – Un recente convegno organizzato dalla divisone Malattie respiratorie e allergiche dell’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli ha evidenziato e sottolineato come, negli ultimi anni, si sia verificato un incremento delle malattie respiratorie, specie tra i bambini e le persone anziane. Asma, tosse, rinite allergica, enfisema e broncopneumopatie (Bpco) sono le patologie più diffuse ed in aumento; i numeri emersi sono inequivocabili, come riporta l’Ansa: «a causa di cambiamenti climatici, smog e cattivi stili di vita, sono salite a 3 milioni le persone che in Italia soffrono d’asma, oltre il 10 % sono bambini. E 3 milioni sono anche le persone che soffrono di Bpco». Questi dati stanno avendo riscontro anche su scala mondiale, poiché la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sta monitorando attentamente la situazione, incentivando la ricerca delle università ed ospedali: ad esempio, il mese scorso un’analisi simile è stata condotta dall’Università del Massachussetts “Amherst”, in riferimento alla zona californiana di Long Beach.
AAA soluzioni cercasi – La questione è molto più delicata di quanto possa apparire, anche e soprattutto perché l’orizzonte e il futuro prossimo non sembrano offrire miglioramenti. Inquinanti dell’atmosfera allo stato gassoso e polveri sottili contribuiscono, e tanto, al perpetuarsi del problema, favorito – come troppo spesso accade – da uno stile di vita e da una quotidianità cittadina “non ecosostenibili”. Prova a dettare una linea guida lo stesso Direttore del dipartimento di Malattie respiratorie e allergiche del Cardarelli, Gennaro D’Amato, nel momento in cui afferma che «una soluzione potrebbe essere piantare nelle città tanti alberi di quei tipi che non scatenano reazioni allergiche. E iniziative come la Zona a traffico limitato» prosegue «sicuramente migliorano la qualità della vita nelle metropoli».
Un buon inizio, certo, ma non basta. Uno sforzo in più deve venire da tutti, “primi” e “ultimi” cittadini; anche perché non tutti risolvono il problema “prendendosi una casa in montagna”.