Punta Perotti, una storia “finita”

Lo skyline del Lungomare di Bari "chiuso" dalla "saracinesca del complesso di Punta Perotti - foto di Gianni Avvantaggiato

Dovrà rimanere inedificabile l’area che fino a qualche anno fa ha ospitato lo storico ecomostro di Punta Perotti. La garanzia giunge dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, in seguito alle ultime vicende che hanno portato il Tribunale di Bari a revocare la confisca dei suoli su cui sorgeva l’ecomostro. Il primo cittadino, a questo punto, ha proposto allo Staro ed ai soggetti confiscati di spostare i volumi edificabili in un’altra area oppure procedere ad una variante al Piano Regolatore Generale (PRG) che sancisca la volontà dell’amministrazione comunale. L’obiettivo è risolvere in maniera definitiva la vicenda di quella che per anni è stata soprannominata la “saracinesca” o “mostro” della città per le sue notevoli dimensioni.

Una vicenda complicata –  Alcune tappe della Punta Perotti story sono state l’adozione ed approvazione nel 1992 da parte del consiglio comunale dei piani di lottizzazione proposti dalle aziende dei gruppi imprenditoriali Andidero, Matarrese e Quistelli per la realizzazione del complesso immobiliare. Nel 1995 è rilasciata la concessione edilizia per la realizzazione dei blocchi A (mc 67.754) e B (mc 55.612) destinati a residenza, con un’altezza massima fuori terra di 45 metri, mentre il blocco N (mc 8.194) era destinato prevalentemente a terziario. Se da una parte, però, iniziano i lavori, dall’altra è incominciata una vicenda giudiziaria che si è consumata nel corso di questi anni nelle aule di giustizia e coinvolto cittadini ed associazioni ambientaliste. Ne ripercorriamo le tappe fondamentali.

Movimenti ambientalisti e Ministero dell'Ambiente hanno svolto una parte importante nella vicenda

Stop and go –  La Procura di Bari, infatti, nel 1997 ordina l’apposizione dei sigillisul complesso residenziale perché non costruito secondo il progetto e le norme vigenti mentre la Corte di Cassazione, su ricorso in via cautelare degli imprenditori confiscati, annulla il decreto di sequestro emesso dal G.I.P. di Bari e dispone il dissequestro dei suoli e dei cantieri. Nel 1999 al termine di un processo è ordinata la confisca del complesso edilizio, ritenendo la costruzione abusiva. La Procura Generale presso la Corte d’Appello, però, sollecitata da movimenti ambientalisti e dal Ministero dell’Ambiente, propone un ricorso in Cassazione avverso la sentenza di appello che nel 2001 dispone il ripristino della confisca del complesso e dei suoli.

La demolizione di Punta Perotti si svolge in tre fasi nell'aprile del 2006

Il provvedimento è definitivo in quanto non sono previsti ulteriori gradi di giudizio.

…tutti giù per terra! – I costruttori allora preannunciano un ricorso per risarcimento dei danni contro il Comune di Bari. Nel settembre 2002 le tre imprese costruttrici notificano a Comune di Bari, Regione Puglia e Soprintendenza ai beni ambientali e culturali di Bari una formale richiesta di risarcimento dei danni, materiali e d’immagine pari a 363 milioni di euro. Nel novembre 2004 è avviato un tavolo di confronto tra il Comune di Bari ed i rappresentanti delle tre imprese costruttrici con l’intento di trovare una soluzione immediata. A febbraio 2006 intanto il Comune di Bari fissa le date della demolizione di Punta Perotti (2, 23 e 24 aprile) e consegna il cantiere alla ditta che la dovrà eseguire. Da quel momento è iniziata un’altra fase della storia di quell’area dove è sorto un parco urbano.

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