Puliamo il futuro

Un viaggio attraverso i comportamenti ambientali degli italiani, lo annuncia già il sottotitolo. Un viaggio che Aldo Forbice, giornalista la cui voce tutti conoscono per la conduzione del programma Zapping di Radiouno Rai, affronta parlando di Seveso, Bhopal, Chernobyl, Kyoto e Copenhagen. Un viaggio che, a tratti compie in compagnia: nella prefazione, del ministro all’ambiente Stefania Prestigiacomo, e nelle postfazioni, del Sindaco di Roma Gianni Alemanno, del Presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci e dell’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti. Un viaggio in trent’anni di storia dell’ambientalismo, tra ecomafia deforestazioni e sviluppo sostenibile, ma anche in vencinque anni di attività del Consorzio Obbligatario degli Oli Usati (COOU), che celebra l’anniversario con questa pubblicazione, con “un commiato e una promessa” da parte del suo presidente Paolo Tomasi.

Il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è la prima agenzia ambientale italiana costituita per una raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi, nata – si legge – con un fine istituzionale in tutela dell’ambiente, esplicito nel mandato costitutivo, ma anche per un compito industriale, insito nel garantire un servizio effettivo alla collettività, in una positiva commistione di pubblico e privato. Una politica che Forbice riassume in due assunti portanti, “chi inquina paga” e “sviluppo sostenibile”. Nel primo caso, associare ai consumi di mercato un contributo idoneo per gestire poi la filiera dei rifiuti. Nel secondo caso, risparmiare risorse non rinnovabili e diffondere attivamente la consapevolezza e la cultura necessarie per un modello virtuoso. In venticique anni di attività, questo ha portato il Consorzio a raccogliere oltre 4 milioni di tonnellate di oli usati, evitando “una potenziale patina di olio che avrebbe inquinato l’intero territorio”, con oltre 13 tonnellate per ogni chilometro quadrato di superficie nazionale. Ma non solo, nell’ultimo decennio, è cresciuto di oltre il 20,6% il rapporto tra olio immesso al consumo e olio raccolto, con una raccolta incrementata dunque sia in termini assoluti che in termini di efficienza. Mentre di pari passo cresce la quota di lubrificanti usati avviati a rigenerazione.

Aldo Forbice (a destra) insieme a Ermete Realacci (a sinistra)

Corredato da un “flash sulle tragedie ambientali, sedici foto sugli eventi più significati dell’ultimo trentennio” (compreso di orso bianco e rifiuti campani), il volume non manca di illustrare anche alcuni mutamenti di costume: ecologisti un tempo visti come personaggi strani ed ora molto più in auge nell’opinione pubblica, imprenditori e artigiani molto più sensibili al tema, sondaggi e ricerche che mettono in luce maggiori e più diffuse attenzioni e sensibilità tra i cittadini e consumatori. Così, mentre il Rapporto di Legambiente 2009 individuava 57 aree metropolitane sulle 88 prese in esame a rischio “mal d’aria”, chissà che ora “pulire il futuro” non possa così esser visto come un progetto alla portata di tutti.

Aldo Forbice, Puliamo il futuro, Guerini e Associati, pp. 198, euro 18,50.

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