Produzione industriale e ambiente: come trovare il giusto equilibrio?

industria ambiente
(Foto di Greta Hoffman da Pexels)

Promuovere lo sviluppo sostenibile significa anche, e soprattutto, produrre prodotti green e attuare dei processi sostenibili in tutta la filiera di produzione. Il green packaging tra gli esempi più virtuosi

 

Secondo un recente report dedicato al Circular Economy Network (CEN), l’eccellenza Made in Italy nel settore industriale si sta lentamente erodendo. Mai come oggi risultano necessari degli investimenti sull’uso delle materie prime. I numeri parlano chiaro, il consumo dei materiali cresce a un ritmo doppio rispetto a quello della popolazione mondiale. L’ex ministro dell’Ambiente e presidente del CEN Edo Ronchi dichiara che dal 1970 al 2017 la popolazione mondiale è passata da 3,7 miliardi a 7,5 miliardi, mentre i materiali consumati globalmente sono cresciuti da 26 a 109 Gigatonnellate. È possibile conciliare la tutela ambientale con la produzione industriale?

Cosa si intende per inquinamento industriale

Prima di addentrarci su ciò che il futuro ci aspetta è bene capire in cosa consiste realmente l’inquinamento industriale.

L’inquinamento prodotto dalle imprese può essere classificato in diversi modi in base al comparto in cui viene rilevato (es. nell’aria, nell’acqua, nel suolo ecc.). Inoltre è possibile prendere in considerazione i tipi di inquinamento, come le sostanze chimiche, il rumore o la luce. Se andiamo invece alle fonti dell’inquinamento industriale possiamo ottenere ancora più informazioni. Ad esempio è possibile stabilire se si tratta di un inquinamento sparso, causato ad esempio dalle automobili e gli edifici, oppure se si tratta di singoli punti di emissione, come grandi installazioni di fabbriche o centrali elettriche.

L’industria è naturalmente una componente essenziale all’interno dell’economia europea, basti pensare che secondo l’Eurostat già nel 2018 rappresentava il 17,6% del PIL e impiegava 36 milioni di persone. Si tratta di un modello fondamentale, ma che al tempo stesso è responsabile di più della metà delle emissioni totali di gas a effetto serra e altri inquinanti atmosferici. Il tipo di impatto che questo genera sulla Terra è incalcolabile. L’inquinamento atmosferico viene generalmente associato ai combustibili fossili e questo vale sia per le centrali elettriche sia per le altre attività che dispongono in loco della produzione di energia elettrica o termica. Vi sono poi imprese che generano polveri e che impattano di conseguenza sull’aria, mentre l’utilizzo di solventi, spesso impiegati nella lavorazione dei metalli, può portare all’emissione di composti organici inquinanti nel suolo e nell’acqua.

Le sfide per il futuro

La crisi economica e industriale dell’ultimo periodo, accentuata dall’emergenza sanitaria, ha evidenziato l’importanza di attuare investimenti nel green. Questo significa per le aziende ragionare sulla propria strategia, adattandola alle nuove esigenze e riducendo l’impatto sull’ambiente. Sono molte le aziende che stanno creando progetti per l’ecosostenibilità ambientale che permettono allo sviluppo dell’impresa di coesistere con la tutela dell’ambiente. Tra queste troviamo diverse multinazionali, tra cui il colosso americano Procter&Gamble, che ormai da tempo si sta impegnando nello sviluppo sostenibile.

Tra le diverse soluzioni spicca naturalmente l’economia circolare, o bioeconomia, che vede come obiettivo l’impiego di risorse biologiche per la produzione di alimenti, mangimi e combustibili utilizzati nella produzione industriale ed energetica, e il riciclo o riutilizzo dei materiali più volte. Un esempio concreto sono i sacchetti in bioplastica, un materiale facilmente riutilizzabile e riciclabile che ha anche lo scopo di comunicare l’impegno “green” dell’azienda.

La bioeconomia è la risposta alla costante richiesta di cibo della popolazione mondiale, la quale va di pari passo con la diminuzione delle materie prime tradizionali e non rinnovabili.

Un altro punto da considerare concerne il Recovery Plan. I fondi per il Recovery Plan in Italia sono un’ottima opportunità per modernizzare il settore industriale del paese. Più del 30% di quei fondi potrebbe essere destinato a una vera e propria transizione ecologica, così da consentire un’evoluzione profonda nel settore, partendo naturalmente dai materiali consumati.

L’esempio del packaging sostenibile

packaging ecosostenibile
Sviluppo sostenibile significa anche imballaggi in grado di minimizzare i costi e gli sprechi, e progettati per occupare meno spazio senza l’utilizzo di materiale ad alto impatto ambientale

È chiaro quindi che promuovere lo sviluppo sostenibile significhi anche, e soprattutto, produrre prodotti green e attuare dei processi sostenibili in tutta la filiera di produzione. Tra gli esempi pratici più virtuosi troviamo il green packaging, ovvero un imballaggio ecosostenibile in grado di minimizzare i costi e gli sprechi, è progettato per occupare meno spazio senza l’utilizzo di materiale ad alto impatto ambientale, come ad esempio la plastica. Il packaging ecologico ha una visione eco friendly e rappresenta un valore aggiunto al prodotto. Infatti, è in grado di comunicare al consumatore sempre più attento ai temi ambientali la filosofia e la mission del brand.

Rispettare l’ambiente non è più un’opzione per nessuno, né per le piccole medie imprese locali, né per le grandi aziende, le quali incidono particolarmente sull’equilibrio dell’ecosistema. Rispetto al passato sono stati fatti già molti passi avanti, ma non è abbastanza, in futuro sarà necessario attuare sempre più cambiamenti al fine di poter limitare l’impatto che lo sviluppo industriale ha causato sull’ambiente.

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