Posidonia: “Quest’estate non cambiare stessa spiaggia, stessi affari… a Fasano”

Molti anni fa una canzone estiva recitava: “Quest’estate non cambiare stessa spiaggia stesso mare…”. Bene la storia che vi racconto la potrei intitolare parafrasando questo motivetto: “Quest’estate non cambiare stessa spiaggia, stessi affari… a Fasano”.

Questi cumuli di alghe sono importantissimi da un punto di vista ecologico poiché proteggono la spiaggia dall’erosione ma sono mal sopportati dai bagnanti

Infatti, è una storia che parla di mare, estate, spiagge ma anche di soldi pubblici e affari. È la storia di una pianta marina, la Posidonia, importantissima per la vita nel Mediterraneo, che essendo una pianta, naturalmente perde le foglie a ogni ciclo annuale. Foglie che, a causa delle mareggiate, si accumulano sulla costa. Questi cumuli sono importantissimi da un punto di vista ecologico poiché proteggono la spiaggia dall’erosione ma sono mal sopportati dai bagnanti. Risultato che a Fasano (BR), da almeno quindici anni, la Posidonia è regolarmente rimossa.

Questo servizio, però, costa decine di migliaia di euro, infatti, spesso le alghe sono smaltite in discarica ancora bagnate, così pesano di più e ci si guadagna di più. Debiti saldati dai contribuenti con arbitrati di milioni di euro ma questa, per dirla alla Lucarelli (Carlo Lucarelli scrittore, regista, sceneggiatore, conduttore televisivo e giornalista – n.d.r.) è un’altra storia.

Con la rimozione della Posidonia la spiaggia perde la sua naturale protezione erodendosi sempre più

Quindi, con la rimozione della Posidonia da una parte si lucra, dall’altra la spiaggia perde la sua naturale protezione erodendosi sempre più, con ovvie ripercussioni, proprio sul turismo, in nome del quale ogni anno si commette questo vero e proprio scempio ambientale.

Nel 2012 il servizio di rimozione delle “pericolose alghe” è stato affidato alla ditta di un ex consigliere comunale. Una parte è stata stoccata in un terreno di proprietà del Comune, il resto non si sa. L’operazione è costata, secondo l’assessore al ramo, del Comune di Fasano (cfr intervista su Largo Bellavista di Febbraio 2013), oltre duecentomila euro. Risultato che tutti i cittadini hanno, poi, pagato con l’ennesimo salasso e poco o nulla è cambiato sulla TARES.

Purtroppo, per, il litorale rientra in un parco regionale, il cui direttivo è, di fatto, di nomina politica. Così qualche estate fa il direttore del parco, di fronte all’erosione della spiaggia, non ha tuonato contro l’inutile, dannosa e costosa rimozione della Posidonia, compiuta dalle Amministrazioni comunali ma ha dato la colpa ai giovani campeggiatori che hanno passato le notti in tenda sulla spiaggia.

Compito di un parco è essenzialmente: la tutela dell’ambiente naturale, come giustappunto gli ambienti dunali e retrodunali, la tutela della biodiversità, la promozione della ricerca scientifica e l’educazione ambientale (cfr la legge d’istituzione del Parco regionale delle dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo).

Particolare dell’erosione dunale del litorale di Fasano (BR)

Da parte loro, invece, nessun monitoraggio ambientale sulla consistenza del litorale sabbioso, sull’evidente erosione delle spiagge e delle dune, sull’inquinamento da reflui nelle acque antistanti il centro abitato di Torre Canne.

Per contro, invece, si assiste, inermi, a cementificazione selvaggia, mancanza di servizi essenziali (strade, piste ciclabili, fogna) e privatizzazione della costa con, caso unico al mondo, la vendita ai privati di Penna Grande, un importante sito archeologico pomposamente ribattezzato “archeolido”, dove sdraio e ombrelloni poggiano su scavi d’importanza mondiale. (cfr http://www.ritornoalmondonuovo.com/2013/09/egnazia-dal-paradosso-alla-presa-in-giro.html),

Tutto mentre maggioranza e opposizione plaudono, la società civile ignora e le bandiere blu sventolano su ciò che rimane delle dune e dell’ambiente costiero.

Insomma, alla domanda di come è gestita la costa a Fasano, si può rispondere: è un pericoloso mix d’incompetenza, sciatteria e miope affarismo.

di Pierluigi Carbonara

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