Porto Badisco, storia di una spiaggia voluta dall’uomo

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Ecco come si presentava l'insenatura di Porto Badisco (Otranto), prima che venisse costruiro il canale di deviazione delle acque (foto Archivio ing. Gianni Carluccio)

Come era in passato Porto Badisco? Cosa è successo in questi giorni? Perché il muro di contenimento ha ceduto? E come sarà  Porto Badisco la prossima estate? Ambient&Ambienti ha sentito il geologo Antonio Marte (SIGEA)

La pioggia torrenziale che pochi giorni fa nel territorio di Otranto ha letteralmente svuotato l’insenatura di Porto Badisco nota ormai col nome di “Approdo di Enea” ha riportato alla luce l’originaria conformazione della zona, modificata dalla costruzione di un canale che serve a deviare a mare le acque provenienti dalla zona dove sorge Minervino. Inoltre, ha messo in evidenza che il sistema di opere che finora ha egregiamente svolto il suo ruolo di “sfogo” delle acque, ormai non funziona più (GUARDA IL VIDEO). Ne abbiamo perlato col geologo Antonio Marte, componente del direttivo della sezione pugliese della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA).

La spiaggia che non c’era

Dottor Marte, cosa è in realtà Porto Badisco?

«L’insenatura di porto Badisco rappresenta lo sfocio a mare di un reticolo idrografico i cui bracci che convergono dall’interno e prendono acqua da un territorio piuttosto ampio, quello che chiamiamo bacino, o lama, come si dice nel barese. Un secolo fa, oltre a questo sbocco del canale c’era un laghetto retrodunare, dove l’acqua dolce, che proveniva anche da sorgenti, si univa a quella marina creando un ambiente palustre. Originariamente non c’era la spiaggia che vediamo oggi ma una discesa a mare utilizzata dai pastori del posto da almeno due secoli per lavare le greggi, quando cioè il sistema originario non aveva ancora visto l’interventi dell’uomo.

«Tra gli anni ’30 e ’40 poi,  il programma fascista delle bonifiche ha interessato anche questo territorio, per cui si è proceduto con lo  sbarramento di questo canalone e la realizzazione di un muro di contenimento. Contestualmente è stato operato un taglio lungo il versante laterale che scende lungo un fianco dell’insenatura di Porto Badisco, col risultato che l’acqua che scendeva da quel reticolo idrografico non si fermava ma sfociava a mare.»

 Cosa è cambiato da allora in poi?

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Il geologo Antonio Marte (Foto Facebook)

«Mentre prima veniva deviata solo l’acqua degli alvei naturali, negli anni ’70,l’Ente Irrigazione attraverso i fondi della Cassa del Mezzogiorno, è intervenuto sulle aree endoreiche (dove le acque di precipitazione non riescono a defluire verso il mare ma rimangono intrappolate nelle zone più depresse del bacino), e sui paesi dell’interno, Minervino soprattutto, che si erano sviluppati in quelle aree particolarmente indicate per gli insediamenti urbani ma pericolose perché diventano bacini di raccolta delle acque. E se in diversi casi lo smaltimento delle acque avveniva attraverso le voragini naturali, come proprio a Minervino, capitava anche che l’ampiezza del bacino faceva sì che le acque prima di defluire nella voragine, tagliavano in due il paese.  »

“Un canale per deviare le acque”

«E’ proprio per evitare allagamenti o zone stagnanti a Minervino a causa delle acque provenienti da sud e da ovest e parzialmente dalla serra di Poggiardo – continua Marte – , che negli anni l’Ente Irrigazione ha realizzato questo canale che partiva da Minervino, passava dal territorio di Uggiano e andava a sfociare sulla strada Uggiano-Porto Badisco e si immetteva in un braccio dei canali naturali per arrivare all’insenatura di Porto Badisco. Questo ha permesso al comune di Minervino bonificare queste aree e di costruire nella zona dove oggi sorgono la vila comunale, la sede del Comune e la scuola media.»

Col nuovo canale si pensava di aver risolto il problema. Ma non è stato così

«In 72 ore sono caduti 125 millimetri di acqua, con un massimo di 95 mm nella giornata di giovedì, che non sono pochi, dato che rappresentano circa 1/8 delle precipitazioni medie annue che è di 8-900 mm. Il canale progettato non è stato sufficiente a contenere tutta quest’acqua pur avendo funzionato a pieno regime. Il risultato è che l’acqua si è riversata al centro del paese provocando un allagamento che a memoria d’uomo non si ricorda di tale portata. L’acqua è andata a riempire il canale di un tempo, ha lambito i gradini della chiesa madre e ha spaccato in due il paese come in passato. Dove ha trovato ostacoli si è poi diramata allagando zone che prima non avrebbe allagato.»

E da Minervino l’acqua ha continuato la sua corsa verso Porto Badisco…

«Infatti. Quest’acqua, dopo aver superato il canale si è riversata nel canalone di Porto Badisco. Normalmente quando piove l’acqua non arriva fin lì, perché la natura carsica del terreno assorbe, diciamo, l’acqua. Questo accade solo se piove molto per più giorni, perché i terreni sono saturi quindi l’acqua sia dei centri urbani sia delle campagne, si riversa nei canaloni. In condizioni normali quindi, si vede l’insenatura di Porto Badisco “pulita” e a fianco il canale che svolge la funzione per la quale era stato progettato.»

La differenza la fa la manutenzione

«Giovedì però la quantità di acqua è stata tanta. Probabilmente lungo la deviazione tra il muro di contenimento e il taglio artificiale c’era qualche ostacolo che si accumulato col tempo, per cui l’acqua ha oltrepassato il muro di contenimento, un po’ lo anche sifonato, al punto che con la sua violenza ha invaso la caletta e ha scavato un solco d almeno 2 metri di profondità.»

C’è la possibilità che la spiaggetta di Porto Badisco si ricostituisca in modo naturale? E quanto tempo passerà prima che ritorni ad avere l’aspetto che aveva questa estate?

«Questo dipende da due fattori. Uno è un fattore naturale perché Porto Badisco è esposto naturalmente ai venti di scirocco, quindi le mareggiate potrebbero riportare anche un po’ di materiale. L’altro è di tipo “artificiale” perché non dovrebbe mancare l’accortezza da parte dell’uomo di prender questo materiale e riportarlo indietro per colmare l’insenatura, perché quell’area era stata di fatto già stata colmata in passato. Non dimentichiamo infatti che la parte retrostante non è una spiaggia sabbiosa ma al massimo ciottolosa, perché la falesia lì è molto resistente quindi non si sgretola come nella zona a nord di Otranto. . quella di Porto Badisco tutto sommato non è una bellezza naturale, è stata la presenza dello sbarramento che ha determinato la formazione della spiaggetta. Quindi bisognerà portare la sabbia, sempre dopo aver “ricostituito” l’insenatura, e con un po’ di buona volontà questi interventi si possono realizzare entro la prossima stagione. Piuttosto, il vero problema è un altro. »

Cioè?

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“L’acqua ha oltrepassato il muro di contenimento, al punto che con la sua violenza ha invaso la caletta e ha scavato un solco d almeno 2 metri di profondità”.

«Se succede un altro nubifragio di questo genere, il sistema di canali realizzato in passato reggerà? L’evento ha dimostrato che tutto il sistema è sottodimensionato, quindi anche quel canale deviatore che è stato travolto dall’acqua, ricostruito così come è ora, non riuscirebbe a smaltire tutta l’acqua che arriva, e che è molta di più di quella che arrivava prima. Veda Minervino: i canali erano stati puliti, ma ormai sono insufficienti a smaltire le acque.»

Il futuro di Porto Badisco

Quindi bisognerà ricostruire un canale più grande?

«Non solo. Bisognerà porre un argine a precipitazioni sempre più intense e qui possiamo dare la colpa ai cambiamenti climatici, al dissesto idrogeologico, al consumo di suolo, ma secondo me ciò che fa la differenza è la buona o la cattiva manutenzione delle opere.»

Si può pensare a utilizzare l’acqua piovana che, allo stato attuale finisce in mare?

«Certo. Mi auguro che l’acqua sprecata andando a mare venga utilizzata per esempio in agricoltura. Si potrebbe realizzare un bacino da cui prendere l’acqua per irrigare i campi. Questo è un altro messaggio di uso consapevole del territorio che possiamo dare.»

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