Ponte sullo Stretto: gli ambientalisti chiedono chiarimenti a Renzi

Matteo Renzi

Alla luce dei rapporti contrattuali tra la società Stretto di Messina, SDM SpA e il General Contractor (GC) Eurolink, capeggiato ora dal Gruppo Salini, per la realizzazione dell’opera, non c’è alcuna penale da pagare nell’assenza di un progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina.

Non è chiaro, quindi, uno stanziamento da 1miliardo e 287 milioni di euro destinato alla Società Stretto di Messina S.p.A., la società composta da Impregilo e Salini, cui l’ex Premier Silvio Berlusconi aveva incaricato di realizzare il ponte sospeso più lungo del mondo. Pertanto il WWF richiama la lettera inviata delle associazioni ambientaliste al presidente del Consiglio Matteo Renzi.

«Non si capisce a quale titolo compaia nell’aggiornamento al DEF (il Documento di Economia e Finanza, presentato al Parlamento il mese scorso) oltre 1miliardo di euro destinato al Ponte sullo Stretto di Messina, come viene denunciato dal gruppo alla camera di SEL – ha dichiarato Stefano Lenzi, responsabile relazioni istituzionali del WWF Italia -.  È da tempo che vengono accreditati dai media contatti tra il presidente del Consiglio dei ministri Renzi e i vertici dell’ormai sciolta Stretto di Messina SpA (l’ex presidente Zamberletti e l’ex amministratore delegato Ciucci). Le indiscrezioni sulla riapertura del file del ponte sarebbero giustificate in ambito governativo dal rischio di penali, ma non è così: noi sappiamo che alla luce dei rapporti contrattuali tra Società Stretto di Messina e il General Contractor non esiste alcuna penale da pagare e pertanto l’investimento di oltre 1miliardo di euro è assolutamente ingiustificato».

A questo proposito il WWF ricorda la lettera inviata al premier insieme con FAI, Legambiente, Italia Nostra e Man, il 3 ottobre scorso, in cui si richiamava che nel Contratto 2006 e nell’Atto aggiuntivo del 2009 non c’è alcun meccanismo che faccia scattare le penali nell’assenza di un progetto definitivo che sia completo delle integrazioni richieste a conclusione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di una decisione del CIPE. Ma soprattutto le associazioni avevano rivelato, come scritto nella lettera inviata a Renzi e ai ministri competenti (in primis Maurizio Lupi, ministero delle Infrastrutture e trasporti), che anche il commissario liquidatore della SDM SpA, i vertici del ministero nel corso degli incontri del 29 gennaio scorso con il Commissario liquidatore della Stretto di Messina SpA, consigliere Vincenzo Fortunato e del 20 febbraio scorso, con il Capo di gabinetto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giacomo Aiello e con il responsabile della Struttura di Missione delle infrastrutture strategiche dello stesso ministro Ercole Incalza, è emersa la comune convinzione che, alla luce dei rapporti contrattuali tra SDM SpA e il GC, non ci sia alcuna penale da pagare.

Nela lettera le associazioni hanno anche ricordato, infine, due punti fondamentali:

1.      la vicenda deve considerarsi conclusa anche a causa delle inadempienze da parte del General Contractor Eurolink, che non ha rispettato il termine del primo marzo 2013 per presentare atti aggiuntivi che dimostrassero la sostenibilità economico-finanziaria dell’opera, non rispettando quanto stabilito dal decreto legge n. 187/2012 “Misure urgenti per la ridefinizione dei rapporti contrattuali con la Società Stretto di Messina ed in materia di trasporto pubblico locale”

2.       questo ha portato alla cessazione dei rapporti convenzionali e  concessori, come stabilito per legge e al commissariamento della Stretto di Messina SpA avvenuto nel maggio 2013, nonché a stanziare, nella Legge di Stabilità 2013, 300milioni di euro per chiudere qualsiasi pendenza in atto.

I deputati di Sel hanno chiesto un’interrogazione parlamentare e che “questo stanziamento sia indirizzato all’unica grande opera di cui ha bisogno il Paese: i lavori per risolvere il dissesto idrogeologico”.

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