Plastica monouso: stop dall’UE entro il 2021 di piatti, posate, cannucce e filtri

L’Unione Europea intende cancellare definitivamente l’uso di plastica monouso come piatti, posate, bastoncini cotonati, cannucce, filtri per sigarette rigorosamente in plastica.

Fonte:www.theoceancleanup.com
Fonte:www.theoceancleanup.com
TOC_Entangled_Turtle_by_Francis_Perez

Lo stop alla plastica monouso approvato dal Parlamento Europeo entro il 2021 è un duro colpo per le aziende italiane che producono posate e piatti di plastica monouso.

Sono 25, hanno 3mila dipendenti e fatturano 1 miliardo di euro l’anno. Un altro comparto che presto dovrà affrontare la crisi dalla quale potrà riprendersi solo con una rapida riconversione. Secondo alcuni parlamentari europei italiani questa situazione favorirebbe alcune aziende del Nord Europa che hanno già riconvertito i propri stabilimenti producendo posate in carta o plastica biodegradabile, ricavata dal mais. Le elezioni europee di maggio diranno se questa questione avrà un seguito in Parlamento.

Plastica monouso: il decalogo dei rifiuti sulle spiagge

Fonte:www.theoceancleanup.com
Fonte:www.theoceancleanup.com
TOC_bird_surrounded_by_plastic_picture_by_Matthew_Chauvin

Tempi duri, dunque, per la plastica monouso. Secondo le stime ed i dati delle associazioni ambientaliste, la plastica usa e getta rappresenta il 70% dei rifiuti marini.

L’Unione Europea ha redatto un decalogo che raccoglie i dieci oggetti di materiale usa e getta trovati più frequentemente sulle spiagge. Al primo posto ci sono bottiglie e tappi, a seguire mozziconi di sigarette, cotton fioc, pacchetti di patatine e carte di caramelle, assorbenti igienici, buste di plastica, posate e cannucce, coperchi di bibite e tazze, palloncini e bastoncini per palloncini e, in ultimo, contenitori di cibo.

Un’isola di plastica

Questi rifiuti formano le tristemente famose isole di immondizia di plastica, sono 6 e sono presenti negli oceani da alcuni anni. Le correnti oceaniche raccolgono la spazzatura in alcuni punti, grazie ai vortici, aggregandola fino a diventare vere e proprie isole galleggianti di rifiuti.

Nel 2013, l’artista ed architetto italiano Maria Cristina Finucci ha fondato il Garbage Patch State – Wasteland, un progetto in collaborazione con l’UNESCO ed il Ministero dell’Ambiente italiano, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’effettiva dimensione del problema ed a rappresentare visivamente l’isola di rifiuti.

Fonte:www.theoceancleanup.com
Fonte:www.theoceancleanup.com
csm_TOC_Computer_Renderings_Profileview

Nel 2018, invece, il giovanissimo inventore ed imprenditore olandese Boyan Slat ha lanciato il progetto Ocean Array Cleanup. Sfruttando le stesse correnti che hanno formato le isole di plastica, le barriere galleggianti raccolgono i rifiuti che vengono rastrellati e stoccati.

LEGGI ANCHE: Inquinamento degli oceani: la mission di One Ocean Fundation

Le microplastiche

Ciò che oggi preoccupa maggiormente le nazioni è la presenza di microplastiche nei mari del mondo. Questi frammenti molto piccoli vengono scambiati dagli animali acquatici per cibo, in quanto hanno le dimensioni del plancton. In questo modo, entrano nella catena alimentare e raggiungono l’uomo. Per queste ragioni, l’ONU sta accelerando i tempi per la drastica riduzione della plastica presente in natura e lo stop totale alla produzione di nuovi prodotti.

Il sostituto della plastica monouso

Ovviamente, la plastica sarà sostituita con materiali biocompatibili e biodegradabili. Esistono già buste biodegradabili, posate in carta e cotton fioc in plastica di mais. Tra i primi oggetti che saranno subito sostituiti ci sono anche i bastoncini di palloncini. Le bottiglie in plastica potrebbero essere sostituite dal vetro, riciclabile e riutilizzabile all’infinito. Un grande aiuto in questo senso viene dalle “casette dell’acqua”. Si tratta di moderne “fontane”, gestite da aziende private, che forniscono acqua già refrigerata o gassata a costi estremamente convenienti. Gli utenti utilizzano soprattutto il vetro per trasportare l’acqua.

LEGGI ANCHE: Cotton Fioc biodegradabili al 100%

A Bari, posate, piatti e bicchieri compostabili

Nelle mense scolastiche del capoluogo pugliese, al rientro delle vacanze natalizie, gli studenti hanno trovato piatti, bicchieri e posate compostabili. L’Assessorato alle Politiche Educative e Giovanili, in collaborazione con la Ladisa Ristorazione, ha lanciato questo progetto. Le stoviglie, a marchio Ecolabel, distribuite sfuse e non più nei sacchetti di plastica, possono essere smaltite con la frazione umida. Il servizio di refezione, poi, viene effettuato con automezzi Euro 6, elettrici e a metano per ridurre le immissioni inquinanti nell’aria. Il prossimo passo riguarderà l’acqua. Dalle bottiglie di plastica da mezzo litro si è passati a quelle da 2 litri ma a breve si passerà alle brocche in vetro.

Leggi anche: Differenziata porta-a-porta a Bari: progetto di sensibilizzazione nelle scuole sul riciclo

Altre proposte contro la plastica monouso

La multinazionale Sodastream, fondata a Londra nel 1903 da Guy Hugh Gilbey, che produce gasatori per preparare acqua o bibite frizzanti, ha lanciato una campagna mondiale contro la plastica usa e getta, con un video e una canzone cantata da sir Rod Stewart, testimonial insieme a Thor Bjornsson, “la montagna” de Il Trono di Spade. Nel video una tartaruga marina invita il pubblico al cambiamento, puntando sul riuso, per salvare il pianeta.

Un nostro lettore, invece, ci ha segnalato una petizione per introdurre nei supermercati della grande distribuzione un reparto sfuso. In questo modo si ridurrebbe drasticamente l’uso di plastica da imballaggio. Per chi vuole partecipare alla petizione, può cliccare qui.

LEGGI ANCHE: Salute delle acque: sostituire le microplastiche con soluzioni naturali

Articoli correlati