Plastica: le nuove norme UE sull’uso della plastica a favore dell’ambiente

La plastica è riciclabile, ma l’abuso di alcuni prodotti monouso inquina i mari e l’ambiente. Con le nuove norme UE, alcuni prodotti scompariranno mentre di altri sarà ridotto l’uso

La plastica è la più importante invenzione della metà del XIX secolo. Nel XX secolo si è fatto uso ed abuso di questo materiale leggero ed economico tanto da invadere prepotentemente la vita quotidiana di ognuno di noi. Ma una volta terminata l’utilità, la plastica è stata gettata come rifiuto. In questo modo, ha invaso l’ambiente, deturpandolo irrimediabilmente. Ha inquinato anche il mare, finendo anche nella catena alimentare dei pesci.

La plastica: da rifiuto a risorsa

Ma già dalla fine del XX secolo, la coscienza critica ed ambientalista ha mostrato come quel rifiuto tanto ingombrante potesse ritornare nel ciclo produttivo ed avere una nuova vita. Così nel XXI secolo è attecchita la mentalità del riciclo delle materie plastiche che possono essere riutilizzate praticamente all’infinito.

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plastica inquinamentoDa anni, i Paesi industrializzati stanno riciclando la plastica per produrre nuova plastica o per produrre altri oggetti utili. Ciò nonostante, ci sono prodotti monouso che vengono ancora regolarmente abbandonati in maniera scriteriata nell’ambiente. Bottiglie, posate, fibre, imballaggi si sono accumulati in mare fino a formare un’isola di plastica immensa. Ce ne sono due, una nell’Oceano Pacifico, la più estesa, ed una nell’Oceano Atlantico. Gli oggetti che la compongono sono rifiuti accumulati nel corso degli anni in mare che le correnti marine hanno poi assemblato.

Le nuove norme UE sull’uso della plastica

Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti marini. Sotto forma di microplastica sono presenti anche nell’aria, nell’acqua e nel cibo. Per queste ragioni, la Comunità Europea ha varato una serie di norme per ridurne drasticamente l’utilizzo.

Le nuove norme prevedono:

  • il divieto di commercializzare prodotti di plastica, realizzati con materiali non ecosostenibili. Ammesso l’uso di contenitori per bevande solo se i coperchi restano attaccati;
  • obiettivi di riduzione del consumo, gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di plastica;
  • obblighi per i produttori, che contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, come pure i costi delle misure di sensibilizzazione. Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti;
  • obiettivi di raccolta, entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie, introducendo sistemi di cauzione-deposito;
  • prescrizioni di etichettatura, alcuni prodotti dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica;
  • misure di sensibilizzazione, gli Stati membri dovranno sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti.

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I vantaggi delle norme europee sulla plastica

Questa proposta eviterà l’emissione in atmosfera di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, eviterà danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di Euro entro il 2030 e genererà un risparmio per i consumatori equivalente a 6,5 miliardi di Euro. Un risultato importantissimo è quello che si prospetta che farà risparmiare anche risorse quasi incalcolabili anche nel settore della salute.

I commenti alla proposta UE

Greenpeace accoglie favorevolmente la proposta della UE, «È fondamentale eliminare al più presto tutti quegli oggetti per i quali sono già disponibili alternative sostenibili. Chiediamo al Parlamento Europeo di definire obiettivi precisi sulla riduzione della produzione e immissione sul mercato di imballaggi monouso, altrimenti, la proposta è inefficace» ha commentato Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

«Gli Impegni Volontari proposti dall’industria – ha dichiarato Renato Zelcher, neoeletto presidente di EuPC, European Plastic Converter – unitamente ad adeguati interventi normativi, potranno guidare tutti i soggetti coinvolti nella stessa direzione: una società maggiormente responsabile e un’industria della plastica ancora più sostenibile. L’industria della plastica europea ha già delineato una piattaforma di impegni volontari con cui si punta ad arrivare nel 2040 al riciclo del 70% dei rifiuti plastici per il packaging e al riciclo del 50% per tutti gli altri rifiuti in plastica».

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