Piante spia come agenti 007: piante che registrano nell’ambiente presenze chimiche o radiottive

ll Darpa sfrutta le caratteristiche delle piante applicandovi dei sensori per scopi di difesa. Senza intaccarne la crescita.

Piante spia per tutelare se stessi e monitorare l’altro. Viviamo in un contesto storico-politico diverso, ma allo stesso tempo simile di 50/60 anni fa. Medesime sfumature geopolitche, sottili tensioni che accompagnano i rapporti di pace tra i grandi Stati del mondo.

La necessità di tutelare se stessi e monitorare l’altro appare ai governatori mondiali un bisogno troppo impellente per essere affrontato con superficialità.

LEGGI ANCHE: Piante mangia smog, pareti verdi contro l’inquinamento

Al punto che qualsiasi elemento può essere sfruttato a proprio favore. Anche delle piante che diventano… spia.

Le piante spia del Darpa.

Il Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) ha sviluppato nei suoi avanzatissimi laboratori statunitensi un particolare sensore da applicare sulle piante.
piante spiaUn “aggiornamento” rispetto ai tradizionali sensori militari, tanto complesso da immaginare eppure molto efficiente.
Il nome del progetto è Advanced Plant Technologies (Apt). Vuole sfruttare a proprio favore le reazioni agli stimoli che dall’ambiente esterno arrivano alle piante. il fine ultimo sarà quello di rintracciare eventuali sostanze chimiche, radioattive o elettromagnetiche.

Per farlo si interverrà sui genomi delle piante, senza tuttavia intaccare il loro naturale processo di crescita.
Le piante spia pensate e testate dal Darpa non avranno soltanto una funzione di stampo bellico per la difesa da possibili attacchi nemici.
A tal proposito l’attenzione degli USA è massima e gli investimenti sono ingenti. Le piante spia potranno rilevare la presenza di test nucleari, mine antiuomo o bombe inesplose.

piante spiaIl controllo di tali sensori sarà effettuato da remoto, in maniera sicura anche per l’uomo, che non dovrà scendere sul campo con tutti i rischi del caso.

Fanno sapere dal Darpa che se i primi test fuori dalle serre controllate o da ambienti “sicuri” avranno dei feedback positivi, si lavorerà per mettere a punto una piattaforma dalle performance elevate.

Piante spia… per natura

Se al Darpa si deve questo nuovo punto di vista dei piccoli arbusti, in natura le piante sono spie.
Sì, perché sono dei veri e propri “ricettori” biologici, captano informazioni dall’ambiente che li circonda; raccontano e spiegano il clima che si respira a certe latitudini piuttosto che ad altre, perché alcune crescono più rigogliose o richiedono molta pioggia o – viceversa – periodi di siccità.

Al di fuori del contesto naturale, un’applicazione delle piante come ricettori di informazioni o come spie del sottosuolo ha comunque un precedente, seppur con modalità e scopi dissimili: in Africa la pianta Pandanus Candelabrum è in grado di rivelare dove si celano i diamanti nel sottosuolo, per merito delle sue radici e della singolare conformazione.
Raccontando anche dettagli interessanti della conformazione del nostro pianeta.

Articoli correlati