Piante cattive? Andiamoci piano…

(foto Pexels)

“Piante cattive” della biologa Katia Astafieff è una lettura piacevole utile a conoscere le proprietà di tante piante che sta a noi saper usare bene, sfruttare o evitare

 

La strega malefica che tra fumanti alambicchi distilla veleni più che mortali da foglie appuntite e un po’ pelose. Il buon frate che per campi raccoglie erbe per ricavarne medicamenti o amari iperdigestivi. L’apprendista stregone che nella notte strappa dalla terra la mandragola che grida tutto il suo dolore. L’assassino che mette la stricnina nel caffè del suo avversario. Figure del tempo che fu? Stereotipi di alchimisti? Invenzioni? Sarà, ma i personaggi che hanno animato le favole della nostra infanzia o i racconti di autori come Agatha  Christie  o Machiavelli (che quando ha scritto La Mandragola sembrava divertirsi assai anche se in realtà era molto più serio di quanto si pensi…) hanno come valide alleate del loro successo le piante. Sì, piante belle a vedersi eppure dolorosissime al solo toccarle, dall’aspetto ingannatore o custodi di segreti  piaceri. Le piante: un universo che non conosciamo se non in minimissima parte e che ci farebbe bene conoscere meglio. Il che è possibile leggendo Piante cattive – Storie velenose, urticanti e letali (add editore), a firma  della francese Katia Astafieff.

Dal prurito alla morte, il passo non è breve

Biologa, nata in una piccolo villaggio della Lorena, viaggiatrice per passione e amante della natura, e attualmente direttrice dei giardini botanici di Grand Nancy dell’Università della Lorena (con add editore ha già pubblicato Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici), la Nostra ha le idee molto chiare sulle piante e lo dichiara sin dalle prime pagine di questo gradevolissimo libro: Non esistono piante “buone” o “cattive”. Esistono piante che l’essere umano può usare provocando eventuali conseguenze negative. O che reagiscono nel momento in cui veniamo a contatto con loro. Il detto secondo cui «tutto ciò che è naturale fa bene» va molto di moda, ma se la natura non è né buona né cattiva, non conoscerla può esporci a seri pericoli”.  Da questa considerazione parte una lunga carrellata che prende le mosse da piante a noi note come l’ortica o la cipolla e il peperoncino (2300 varietà!), e i cui effetti sul nostro organismo vengono spiegati con estrema precisione, per arrivare a piante (fortunatamente) nascoste in lussureggianti paradisi naturalistici come l’Urticacea diabolica o la mancinella, queste sì veramente capaci di provocare la morte tra atroci sofferenze.

Amiche o nemiche?

Con tono amichevole e linguaggio affettuoso verso le nostre piante (che l’autrice chiama  di volta in volta “dispettosa”, “maliziosa”, “stalker malandrina” , ma anche “rompiscatole”, “diabolica” e via dicendo) la Astafieff va oltre la narrazione da catalogo (il libro è ricchissimo di riferimenti scientifici e lo dimostra la stessa scelta iconografica simile a un manuale per esperti)  e seleziona le erbe, arbusti ed alberi  in base alla loro capacità di influire sulla nostra salute (è il caso delle piante che danno allergie, la cui proliferazione è messa in netta relazione con i cambiamenti climatici) o sugli ecosistemi (come le specie aliene esotiche o invasive, di cui la tahitiana Miconia calvescens è uno degli esempi più dannosi, ma senza andare molto lontano, pensiamo al panace di Mantegazza, che alberga anche in Europa).

Insieme alle piante più o meno “monelle” ci sono però le piante curative (e a proposito della canapa/cannabis e delle foglie di coca, l’autrice ne evidenzia gli indubbi effetti positivi) ma che noi umani contribuiamo a rendere pericolosissime (e dal libro scopriamo che Freud era un convinto consumatore di cocaina, che considerò un farmaco dagli indubbi effetti terapeutici al punto da consigliarlo ad un suo amico che però non fece una bella fine…).

Allergie, ecosistemi, cambiamenti climatici, tutto in una foglia

oleandro - pixabay
L’oleandro produce un veleno letale

Lo dicevamo: il libro non è un arido catalogo scientifico e men che meno una raccolta di fatterelli e leggende sulle oltre 100 piante presentate. È una bella occasione per riflettere su come erbe, arbusti e compagni potranno cambiare le loro qualità e i loro habitat in corrispondenza dei cambiamenti climatici e dei conseguenti movimenti migratori degli umani; sulla moltiplicazione in un futuro molto lontano delle allergie da polline; sulla possibilità di sostituire i pesticidi; sul valido aiuto che possono fornire nella elaborazione e commercializzazione di farmaci. “I vegetali presentano molti vantaggi. Sono tanti i segreti che restano ancora da esplorare, e il nostro futuro dipende dal loro immenso potenziale”, conclude l’autrice. Perciò, se la cipolla ci fa piangere, non prendiamocela con lei, lo fa solo per difendersi da qualcuno che invade con l’affilato coltello il suo universo di sfoglie concentriche.

Katia Astafieff, Piante cattive – Storie velenose, urticanti e letali, ADD editore, 2022, pagg. 187, € 18

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