Piano Casa, il Consiglio dei Ministri impugna la legge pugliese

Il Consiglio della Regione Puglia è spaccato: i promotori degli emendamenti gridano allo scandalo, i contrari alla legge cercano altre soluzioni diplomaticamente. Ma una nuova legge serve immediatamente

 

Un duro colpo al Piano Casa della Regione Puglia. Il Consiglio dei Ministri, su proposte del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maristella Gelmini, ha impugnato la legge giudicandola in contrasto con la normativa statale ed europea. Inoltre, il Piano viola “gli articoli 3, 9, 97, 117, primo comma, secondo comma, lett. s, e terzo comma della Costituzione, nonché il principio di leale collaborazione”.

Il quesito nelle sedi istituzionali era stato sollevato dall’Associazione Sviluppo Sostenibile Bari, da Italia Nostra nazionale e dalla sezione di Bari e dal FAI sezione di Bari, finendo poi sul tavolo del ministro Gelmini.

L’approvazione del Piano

L’assessore Maraschio e il governatore Emiliano

Il Piano era stato approvato all’unanimità in Consiglio Regionale a novembre, dopo le modifiche e l’ennesima proroga, nonostante il parere palesemente sfavorevole del governatore Michele Emiliano e dell’assessore all’Ambiente e Urbanistica Anna Grazia Maraschio, creando di fatto una spaccatura. Le modifiche approvate permettevano sostanzialmente “l’ampliamento volumetrico e premio cubatura per gli edifici, lavori di riqualificazione, ricostruzione fino al 20% per ampliamento semplice e fino al 45% per rigenerazione urbana.”. tutto ciò anche in deroga al piano paesaggistico.

Impugnata, per le stesse motivazioni, anche la legge sulla Tutela ed uso del territorio, che riguarda anche le strutture turistiche e ricettive, l’urbanistica e la derivazione delle acque sotterranee.

Fabiano Amati

Sulla vicenda, è subito intervenuto il consigliere regionale Fabiano Amati, promotore dell’emendamento votato, che ha dichiarato che «Il Ministero delle Regioni ha accolto le obiezioni ideologiche dei burocrati del Ministero della Cultura sul Piano casa e così facendo ha varato la povertà di uno dei più imponenti settori produttivi pugliesi. Adesso non so francamente cosa potrà succedere».

Anna Grazia Maraschio

«La decisione del governo di impugnare la proroga del Piano Casa richiede un cambio di passo in materia di urbanistica – spiega con una nota l’assessore all’Ambiente e urbanistica della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio – Il regime di proroga della norma lascia spazio a troppi dubbi, anche dal punto di vista legislativo, che la Puglia non può permettersi. È necessario e urgente costruire una norma, su cui sono personalmente impegnata da mesi, che dia riferimenti certi ai Comuni, agli imprenditori e ai cittadini. E soprattutto, una norma capace da un lato di tutelare l’immenso patrimonio storico, architettonico e naturalistico della Puglia, e dall’altro di rispondere alle legittime esigenze abitative».

Davide Bellomo e Roberto Marti

Nella nota congiunta del capogruppo della Lega alla Regione Puglia Davide Bellomo e del senatore Roberto Marti, si legge invece che «La decisione esclusivamente ideologica del Ministero degli Affari Regionali, d’intesa con quello dei Beni Culturali, va a bloccare, con effetti a dir poco devastanti, lo sviluppo e gli investimenti che quelle norme producono sul nostro territorio. La legge nazionale istitutiva del “Piano Casa” e la Conferenza Stato Regioni, infatti, non hanno escluso drasticamente l’applicazione della norma per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ma solo nel caso di abusi edilizi già realizzati, centri storici e zone a inedificabilità assoluta».

Cristian Casili

consiglio regionale puglia
Consiglio Regionale della Puglia

Le continue modifiche della norma – dichiara invece il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili – non hanno fatto altro che produrre confusione e incertezze per le imprese, i professionisti del settore e gli stessi Comuni, appesantendo aspetti che invece andrebbero semplificati. Le continue proroghe hanno contribuito a cristallizzare un assetto in deroga che va superato per far sì che il Piano Casa trovi applicazione nel rispetto della normativa nazionale e dei principi posti a fondamento della pianificazione urbanistica per garantire la sostenibilità degli interventi edificatori».

Dunque, l’impugnazione ha di fatto evitato interventi edilizi invasivi in nome della sostenibilità. Adesso è necessaria una nuova legge condivisa che sia realmente sostenibile, rispetti le necessità dei luoghi e fermi il consumo del suolo. Si può fare, ma bisogna far presto per evitare un’altra crisi economica.

Articoli correlati