
Il consigliere regionale, dopo l’impugnazione della legge e del suo emendamento, deposita la proposta di legge per nuovo Piano casa strutturale
L’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge sul Piano casa della Regione Puglia ha destabilizzato il consiglio regionale che ora non può promuovere lavori edilizi in assenza della legge.
La posizione di Legambiente

Su legge, dura è stata la posizione di Legambiente: «Fa riflettere – afferma Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – l’ostinazione di taluni consiglieri regionali nel presentare la proroga di una legge che già si sapeva che il Governo avrebbe impugnato e bocciato. Questo nel nome della speculazione edilizia, perché non basta utilizzare la parola ‘ecosostenibile’ per risolvere un vuoto legislativo. Questa situazione dimostra, purtroppo, l’incapacità del Consiglio Regionale pugliese nel legiferare in tempi certi e per il bene comune. Inoltre è da sottolineare, nello stesso ambito, l’altro disegno di legge, L. R. Puglia 30/11/2021, n. 39, circa l’aumento dell’indice di fabbricabilità sui terreni agricoli pugliesi che punta sempre più all’aumento del consumo di suolo e delle volumetrie».
La proposta di legge

Non contento per quanto accaduto e per la piega presa, il consigliere regionale Fabiano Amati, colui il quale ha presentato l’emendamento che costretto persino il CdM a impugnare la legge, ha depositato oggi una proposta di legge per rendere strutturale il Piano casa.
«Si chiama Programma eco-casa – spiega Amati – e prende ampliamenti fino al 20% e demolizioni-ricostruzioni fino al 35% del patrimonio immobiliare esistente. Il deposito della proposta di legge serve anche per stimolare il Governo regionale a fare la sua proposta ulteriormente migliorativa e più efficace rispetto alla nostra e a farlo nel più breve tempo possibile: altrimenti il Consiglio regionale avrà un testo da esaminare e portare in aula per risolvere una volta per tutte i problemi che ci propongono le continue impugnazioni ideologiche del Governo nazionale».
Il nuovo piano prevede: riduzione del consumo di suolo attraverso la scelta di agire sugli immobili esistenti, equilibrando le necessità ambientali con le domande essenziali delle persone; accoglimento delle esigenze abitative; accompagnamento a politiche di rilancio demografico; rigenerazione edilizia con materiali ecologici; vivibilità degli abitati; tutela del paesaggio complessivo; riduzione degli ambiti di discrezionalità amministrativa; larga produttività senza ricorrere alla spesa pubblica attraverso sussidi o agevolazioni; raccolta di fondi da oneri di urbanizzazione.
«Il raggiungimento di dette finalità – continua Amati – è rimesso al protagonismo assoluto dei Comuni e del loro massimo organo elettivo, il Consiglio comunale, che con deliberazione potrà definire le zone omogenee del proprio territorio in cui sono consentiti gli interventi edilizi previsti dalle disposizioni della legge e quindi attivare il sistema degli ampliamenti e delle demolizioni-ricostruzioni sul patrimonio edilizio esistente, lasciando alla Regione una facoltà di controllo e osservazione, purché rapidissima nella sua tempistica. La deliberazione del Comune potrà anche ridurre i parametri volumetrici e d’applicabilità della disciplina prevista per gli interventi edilizi consentiti dal “Programma eco-casa”. Il rilascio dei titoli edilizi abilitanti dovrà essere preceduto, se previsto, dal nulla osta comunque denominato delle amministrazioni competenti alla tutela paesaggistica.».
La proposta è sottoscritta anche dai Consiglieri regionali Filippo Caracciolo, Maurizio Bruno e Antonio Tutolo.
Il tavolo di consultazione della Maraschio

Qualche domanda, però dobbiamo porcela: in 4 giorni è stata redatta e depositata una nuova legge sulla casa. Se vogliamo, un record, considerato il tempo che ci è voluto per fare la prima legge e le relative proroghe ed emendamenti proposti e approvati nel corso degli anni. Seppur partendo da quella esistente, i tempi sono decisamente brevi per non incorrere negli stessi errori e produrre una nuova legge ex novo, così complessa e piena di variabili e necessità amministrative da rispettare.
Sicuramente è necessaria una nuova legge, ma forse non se ne dovrebbe discutere in Commissione e con l’Assessorato al ramo, considerato che l’assessore al ramo Anna Grazia Maraschio ha già avviato un tavolo di consultazione con professionisti, università, e associazioni per raccogliere contributi utili per una nuova proposta di legge?
Questa ha tutta l’aria di essere una operazione politica oppure una panacea per risolvere problemi contingenti, ben più complessi, che incontrano economia, lavoro e finanza.