
Una storia incredibile, che avrebbe portato ad una morte certa e dolorosa se un bagnante e il proprietario di un lido non avessero fatto di tutto per salvare la vita di un piccolo animale. Un bellissimo lieto fine che deve insegnare il rispetto della vita di ogni essere vivente
Orrore, crudeltà, scena assurda, incredibile. Da rimanere senza parole. Salvata a Torre Guaceto una piccola tartaruga infilzata da un amo legato ad una bottiglia di plastica galleggiante.
La scoperta ieri pomeriggio da parte di un bagnante. L’uomo ha notato la bottiglia di plastica, che era diretta verso la riva, e ha pensato bene di raccoglierla per gettarla nella spazzatura. Un gesto normale che dovrebbero fare tutti, così come tutti sanno che i rifiuti non si gettano nell’ambiente, ma vanno differenziati correttamente. Ma qualcuno continua a far finta di nulla.
Il gesto di Fernando Greco, brindisino residente a Treviso, ci stupisce perché siamo abituati a girare la testa da un’altra parte, facendo finta di niente, per poi indignarci sui social o al bar, ma quasi sempre senza far nulla.
Invece il sig. Greco ha fatto una cosa che in pochi avrebbero fatto. Ma neanche lui si aspettava quanto è accaduto in seguito. Ricostruiamo la vicenda dall’inizio.
L’uomo, mentre camminava sulla battigia del lido Oktagona, raccoglieva i piccoli rifiuti che le onde portavano a riva, come ogni volta che il vento di Tramontana si abbatte sulla costa nord. Ad un certo punto, l’uomo ha notato una bottiglia di plastica che galleggiava. Così ha deciso di prenderla. Mentre la raccoglieva ha scoperto l’inaspettato: legata alla bottiglia galleggiante c’era un amo al quale era rimasta infilzata una piccola tartaruga Caretta caretta. L’amo le stava lacerando la bocca e perdeva molto sangue. A quel punto ha subito chiesto aiuto al proprietario del lido che si è immediatamente attivato, chiedendo al Consorzio di Gestione del Parco cosa avrebbero dovuto fare per salvare la tartarughina. In attesa dell’arrivo degli operatori del Centro Recupero Tartarughe Marine di Torre Guaceto, i due hanno tenuto in vita il rettile marino ormai stremato. Immediatamente condotta nel Centro, la veterinaria le ha tolto l’amo e l’ha sottoposta ad una serie di controlli clinici. Ora è in condizioni stabili. L’intervento del sig. Greco le ha salvato la vita.
Gli esperti del Centro confermano che sono tantissime le tartarughe che perdono la vita in mare a causa degli attrezzi da pesca. Questo, per esempio, è parte di un palangaro. Questi ami possono essere ingoiati finendo nello stomaco, la lenza provoca occlusione, anoressia e gravi lacerazioni dell’intestino. Le lenze, poi, possono aggrovigliarsi attorno al capo o alle pinne dell’esemplare provocandone lo strangolamento o l’amputazione dell’arto, portando l’animale verso morte certa.
In caso di tartarughe in difficoltà o di situazioni simili, basta chiamare subito il numero 335 523 0215 e chiedere l’intervento del personale del Consorzio di Torre Gauceto.
«Mi preme ringraziare il signor Greco e il proprietario dell’Oktagona – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto – il loro senso civico ci ha permesso di strappare questo piccolo esemplare a morte certa. Ora la Caretta caretta avrà modo di riprendersi e starà al sicuro con noi fin quando non sarà pronta a tornare al mare. Invitiamo chiunque avvisti animali selvatici in difficoltà a chiamarci. Un gesto che dura un secondo fa la differenza tra la vita e la morte».