Dobbiamo confessare che realizzare questo dossier sul Piano Strategico “Metropoli Terra di Bari” (MTB) non è stato facile, e per un motivo fondamentale: avremmo voluto raccontare quanto fatto ma abbiamo riscontrato l’oggettiva difficoltà di individuare un concreto “stato di avanzamento dei lavori” nell’attuazione del Piano che, quindi, per molti versi rimane ancora sulla carta. Si tratta di un’operazione molto ambiziosa, giustamente ambiziosa diciamo noi, perché vuole dare, a ragione, contezza degli sforzi che l’area metropolitana di Bari sta mettendo in atto per individuare una strategia di sviluppo e proporsi in Europa come laboratorio di buone pratiche. Attraverso il Piano Strategico non si vuole, insomma, dare solo l’impressione di trovarci di fronte ad una vetrina dove si annunciano i “nuovi arrivi”, ma si vuole convincere che si sta facendo sul serio, mettendo insieme le parole forti del nuovo sviluppo urbano: smart city, green city, mobilità sostenibile e altro ancora. Chi vuole conoscere nei dettagli l’intera strategia può consultare il sito www.bari2015.org e www.ba2015.org/portal/page/portal/pianostrategico/.
Però alle buone intenzioni non sempre seguono i fatti. Dopo le conferenze di servizio con i 31 comuni interessati e i soggetti portatori di interesse, dopo i forum con i cittadini, dopo l’individuazione di ben 630 progetti spalmati su tutto il territorio, legati da un filo conduttore, tutto sembra segnare il passo. Lo ammettono, sia pur a denti stretti gli assessori del Comune di Bari Elio Sannicandro e Gianluca Paparesta, che si sono passati il testimone per portare a termine questa impegnativa e significativa avventura; lo confermano il comportamento dei sindaci dei comuni coinvolti nel piano, cui non mostrano di credere molto, se consideriamo che sono stati molto “tiepidi” nel rispondere alle nostre domande; lo ammette il prof. Dino Borri, Presidente del Comitato Scientifico del Piano Strategico, che sposta al 2030 la realizzazione definitiva del piano. E lo dimostrano i tanti progetti che presentiamo in questo dossier, di riqualificazione di edifici, aree degradate, città e periferie, industrie dismesse, che per mancanza di fondi – e, aggiungiamo, lentezze se non incuria della burocrazia – giacciono in qualche cassetto. A confronto presentiamo le esperienze di altre città europee e italiane.
L’area metropolitana di Bari rischia di rimanere per lungo tempo una astrazione, ben oltre il traguardo del 2015. Se ne cominciò a parlare nel 2008; anche le scuole vi furono coinvolte con un’intensa campagna di pubblicizzazione dell’iniziativa. Ma eravamo in tempo di campagna elettorale. Non vogliamo assolutamente credere che allora si sia trattato di un’operazione di marketing. Siamo invece sicuri che bisogna a tutti i costi continuare sulla strada tracciata, richiamando tutti ad un impegno più concreto e meno fumoso, chiedendo ad amministratori pubblici, associazioni, cittadini, Regione, Provincia ed Enti decentrati dei Ministeri interessati, di fare la loro parte. Noi crediamo che il Piano strategico si debba attuare e si debba attuare bene. Altrimenti non staremmo qui a parlarne.