
Intervista a Carola Benedetto e Luciana Ciliento, autrici di Storie per ragazzi e ragazze che vogliono salvare il mondo. Il libro racconta di persone che hanno contribuito a cambiare il Pianeta, o semplicemente lo hanno reso migliore attraverso la cura dell’ambiente
Cosa hanno in comune Emma Watson e Leonardo Di Caprio? Oltre ad essere due affascinanti star hollywoodiane, s’intende. Ce lo raccontano le autrici di Storie per ragazzi e ragazze che vogliono salvare il mondo (De Agostini 2019): titolo che fa eco al ben noto “eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo”. Ma qui l’ambizione è molto più alta. Come si evince dal verbo utilizzato: “Salvare”. Mica poco in tempi di pandemia.
Il libro, scritto a quattro mani da Carola Benedetto e Luciana Ciliento, racconta di diciassette “eroi” che hanno fatto qualcosa di importante per il Pianeta partendo dal racconto della propria infanzia come Watson e Di Caprio, appunto, ma anche il Premio Nobel Wangari Maanthai, il pluripremiato fotografo Sabastiao Salgado e la giovane attivista svedese, Greta Thunberg.

«Tutte queste persone – raccontano le due scrittrici torinesi – si sono impegnate in prima persona per risolvere qualcosa che intorno a loro non stava funzionando, hanno lottato per la salvaguardia dell’ambiente». Tutti schierati in prima linea con iniziative concrete, per fare la differenza. Il messaggio: non si è mai troppo piccoli per difendere il mondo.
Le illustrazioni di “Storie per ragazzi e ragazze che vogliono salvare il mondo” sono di Roberta Maddalena Bireau, che le ha realizzate dopo aver letto i testi. «Sono dei veri e propri quadri», sottolineano le autrici. Inoltre il libro è stato tradotto in cinque lingue: spagnolo, tedesco, polacco, inglese e rumeno.
Ecologia come crescita personale: le autrici
Due donne, due scrittrici, un unico obiettivo: fare dell’ecologia una sorta di estensione della crescita personale. Carola Benedetto (indologa, autrice, regista, docente di Storia delle religioni orientali all’Istituto Superiore di Scienze religiose di Alessandria) e Luciana Ciliento (traduttrice, interprete, docente di comunicazione alla Coldiretti) hanno già collaborato con successo per altri lavori: “La terra non è mai sporca” (Add editore 2018) e hanno partecipato a “Overland”, programma Rai in onda dal 1996, che racconta una serie di spedizioni documentaristiche in giro per il mondo. Entrambe hanno fatto del pensiero di Pierre Rabhi, padre dell’agroecologia, il loro punto di forza e di riferimento.
Abbiamo chiacchierato con le vivacissime scrittici in videochiamata. Di seguito uno stralcio dell’intervista e un saluto ai lettori.
“Noi, note stonate dell’universo”: parlano Carola e Luciana
La comunicazione della diciasettenne Greta, diventata simbolo della lotta contro i cambiamenti climatici è efficace?
«È pressoché perfetta. La novità di Greta è che lei non parla solo ai giovani ma parla anche agli adulti, facendoli in qualche modo vergognare. Quando abbiamo scritto il testo, abbiamo visto e ascoltato alcuni dei suoi interventi davanti ai potenti della Terra durante i quali Greta diceva: “Voglio che voi abbiate paura”. Lei richiede uno sforzo agli adulti, che forse è più grande di quello che chiede ai giovani.
Lo fa chiedendo di curare amorevolmente la Terra: per questo non può che essere un modello. Poi è arrivata la pandemia, che in qualche modo ha messo e sta mettendo i governi nelle condizioni di dover agire».

Quali sono le difficoltà di scrivere un libro a quattro mani?
«Ci conosciamo da oltre 25 anni e ci vogliamo bene, ci sono stima e affetto. Anche se siamo ai poli opposti, prevale il senso di fiducia: per esempio una non ha il dono della sintesi, l’altra è più efficace. Per questo, quando cambiamo il testo alla fine non ci ricordiamo più chi ha scritto cosa; viene fuori una terza noi».
Qual è il messaggio che volete resti al lettore?
«La voglia di conoscere il mondo. Storie per ragazzi e ragazze che vogliono salvare il mondo è un po’ un giro tra i continenti, quindi ci piacerebbe che i lettori avessero la stessa nostra curiosità di conoscere e di conseguenza amare questo mondo, che in fondo è di tutti noi».
Cosa significa essere ecologista?
«A noi interessa il lato ecologico più come estensione di una crescita personale. Mahatma Gandhi in un documentario diceva: “Se ci può essere un uomo buono, allora ci può essere una famiglia buona, di conseguenza uno Stato buono, via via crescendo fino a un mondo buono”.
Pierre Rabhi in un altro documentario diceva che l’essere umano è l’unico discordante nella sinfonia del creato. L’universo e tutte le sue leggi vanno insieme, mentre l’essere umano sembra essere l’unico che si abbandona a questo flusso, spesso stonando. Se noi ci lasciassimo prendere dallo stupore, dalla bellezza che ci circonda, torneremmo ad essere quella nota perfettamente dentro il ritmo dell’universo: questo è il senso più profondo dell’essere ecologisti».
Quindi noi siamo delle note “stonate” nell’universo?
«Come dice Rabhi, è necessario un cambio di paradigma, un’evoluzione di coscienza, come se di colpo qualcosa ti “suonasse”; deve essere una piccola epifania che ti permette di cambiare atteggiamento in modo naturale».
C’è un momento o un evento che ha segnato il vostro cammino,come una piccola “epifania”?
«Nel 2012 siamo partite da Torino (per il festival “Per sentieri e remiganti – festival dei viaggiatori extra-ordinari) per conoscere Pierre Rabhi e invitarlo al festival, ma non sapevamo dove stavamo realmente andando. Lungo la strada ha parlato per cinque, e noi in silenzio ad ascoltarlo. Quell’incontro ha completamente cambiato la nostra vita.
Sentivamo spesso parlare di “decrescita” e invece ci siamo rese conto di quanto fossimo ricche, di quello che la vita ci dà. Ci sono dei momenti in cui sei davvero chiamato ad essere attento all’essenziale, e noi in quel momento avevamo davvero sete».
Progetti per il futuro?
«A Natale (per la terza edizione) torniamo a Overland, programma Rai, poi c’è altro che bolle in pentola. Intanto abbiamo aperto un sito che si chiama “Le storie di Carola e Luciana”, e stiamo curando tutti i nostri social (facebook, instagram, youtube) dove potete trovarci e contattarci».