
La Settimana Santa è uno dei momenti più intensi, suggestivi e commoventi dell’anno: dal Gargano al Tavoliere, un viaggio tra riti e tradizioni per conoscere meglio il territorio.
È uno dei momenti più intensi, suggestivi e commoventi del calendario liturgico: la Settimana Santa, in Capitanata, è scandita da riti antichi e tradizioni religiose che aiutano a leggere il territorio e la comunità, dal punto di vista storico, folclorico e antropologico. Ma è anche l’occasione per vivere i luoghi, in un viaggio esperienziale a tutto tondo che coinvolge, tra i vari sensi, la vista (con i luoghi e le architetture da scoprire), l’olfatto (gli oli e gli incensi delle cerimonie religiose) e il gusto (con le bontà della tradizione gastronomica pasquale).
Pasqua in Capitanata: le fracchie sul Gargano

Da Foggia al Gargano, dal Tavoliere ai Monti Dauni, ogni luogo ha i suoi riti e le sue tradizioni che, con le radici ben salde nella storia, aiutano residenti e visitatori ad immergersi nel clima del triduo pasquale. Tanti gli eventi in programma (ogni città ha i suoi riti, consultabili sui siti e pagine social delle varie congreghe e pro loro); tra questi, vi è la suggestiva processione del Venerdì Santo di San Marco in Lamis, sul Gargano, interamente illuminata dalle cosiddette ‘fracchie’, gigantesche torce di legno di forma tronco-conica, costituite da rami di diverse dimensioni. Da non lasciarsi sfuggire, se si è a San Marco per la prima volta, una visita al Convento di San Matteo e a quello di Stignano, oppure una visita al Parco dei Dinosauri (se si è con la famiglia). Tra le bontà tipiche del periodo, il propato e il canestrello.
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Pasqua in Capitanata: la processione delle catene a Troia
Di forte impatto, invece, è la ‘processione delle catene’, a Troia, sui Monti Dauni: la mattina del Venerdì Santo, cinque penitenti, vestiti e incappucciati con un saio bianco, sfilano per il paese sotto il peso di una croce, trascinando pesanti catene (possono pesare anche 30 kg!) che portano legate alle caviglie, procedendo al ritmo delle trocchie (rettangoli di legno con un battente in ferro). Si tratta di un appuntamento che si ripete da oltre tre secoli: durante la processione, i cinque penitenti visitano altrettante chiese dove si fermano a pregare per espiare i peccati. Cinque è un numero ricorrente: i penitenti non possano interrompere la pratica prima di cinque anni, come cinque furono le piaghe di Cristo. Dopo la processione, è d’obbligo una visita alla Cattedrale di Troia, un gioiello storico e architettonico noto per il suo particolarissimo rosone formato da undici colonnine (tante quante furono gli apostoli) connesse tra loro con un gioco di archi e ventidue differenti decorazioni di gran pregio. Per i golosi, irrinunciabile la ‘passionata’, un dolce tipico di Troia, non pasquale ma delizioso in ogni occasione.
Pasqua in Capitanata: Via crucis a Siponto
Altamente suggestiva sarà la Via Crucis Vivente organizzata per la seconda edizione dei “Riti della Settimana Santa in Puglia” che quest’anno avrà una location d’eccezione: la Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto e il Parco archeologico annesso, nel quale campeggia l’installazione permanente di Edoardo Tresoldi, una struttura in rete metallica che riproduce i volumi dell’antica basilica creando un suggestivo trait-d’union tra presente e passato. In questo caso, la tradizione religiosa si sposa con il più ampio progetto di valorizzazione e promozione territoriale del Gal DaunOfantino che si avvale della collaborazione delle Parrocchie Santa Maria Regina di Siponto, San Pio, San Carlo e Sacra Famiglia ed il supporto del Comune di Manfredonia, Polo Museale della Puglia ed Associazione P.A.S.E.R. L’evento è in programma martedì 16 aprile a partire dalle 19 (con partenza dal Piazzale della Parrocchia Santa Maria Regina di Siponto) e vedrà la suggestiva rappresentazione delle passione, crocifissione, morte e resurrezione di Gesù Cristo con attori e figuranti in abiti d’epoca, in uno dei luoghi simbolo di Manfredonia e dell’intera Puglia. A proposito di suggestione, vale la pena visitare la vicina Monte Sant’Angelo, città con ben due siti riconosciuti Patrimonio mondiale dell’Umanità tutelato dall’Unesco, con la Basilica di San Michele e la grotta in cui l’Arcangelo apparve ai fedeli, crocevia dei pellegrinaggi micaelici. Se si cerca un luogo pregno di spiritualità e pace, la meta ideale è l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, con i suoi eremi e il suo panorama da mozzare il fiato.
Pasqua in Capitanata: le “racanelle” di Vico del Gargano

A Vico del Gargano, invece, il giovedì santo è forse la giornata che più delle altre distingue ed esprime le peculiarità della Settimana Santa: alle 17, in tutte le chiese, si celebrerà la Santa Messa In Coena Domini; alle ore 21, nella Chiesa Madre, il momento di profondo raccoglimento per il “Pianto della Madonna”; dalle ore 21.30, l’Ufficio delle Tenebre cantato dalle voci delle Confraternite e lo “schopp” finale. Di cosa si tratta? E’ ciò che accade al termine delle lodi, quando i fedeli battono i piedi e agitano le “racanelle”, raganella in italiano, uno strumento in legno che produce suoni brevi e secchi attraverso la rotazione di una lamina su una ruota dentellata. Le racanelle e il rumore dei piedi che battono a terra cercano di riprodurre il rombo del terremoto che accompagnò la morte di Gesù Cristo. Uno scossone per le anime dei fedeli.
Pasqua in Capitanata: a Foggia la Passione vivente
La ‘Passione di Cristo’, infine, rivive tra le strade di Foggia, dove il prossimo 15 aprile, a partire dalle 20, oltre cento attori daranno vita alla Passione Vivente organizzata dalla Parrocchia di Gesù e Maria, con il patrocinio del Comune e dell’assessorato alla Cultura. Una novità di questo allestimento registico rispetto alle classiche rappresentazioni è la realizzazione della lotta tra il bene ed il male con un combattimento, sotto forma di danza, tra Angeli e Demoni. La Passione si concluderà con la resurrezione di Cristo che scaccia il male recitando il Padre Nostro.
«Non temiamo di interpretare in modo troppo cruento le scene, dietro questo progetto c’è una forte spiritualità – spiega Gaetano Fania, autore, regista e interprete del personaggio di Gesù – Lo scopo è di mantenere viva la tradizione cattolica e la rievocazione storica della morte e Passione di Gesù Cristo. Vogliamo offrire alla città di Foggia un momento di riflessione sulla crudeltà dell’attualità e sul miracolo più grande della fede». Un appuntamento si aggiunge alla suggestiva Processione dei Misteri (che si replica più o meno in contemporanea in tanti comuni), con l’uscita, in un unico grande corteo, di tutte le Confraternite e dei fedeli per portare in processione il simulacro dell’Addolorata e il Cristo morto fino al suggestivo incontro, con le statue che si toccheranno per tre volte in uno straziante addio.