Parco della Giustizia. Parla il Comitato di Scopo “Per un Parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano”

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Un sit-in di protesta del Comitato “Per un Parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano” contro la realizzazione del Polo della giustizia nel sito delle ex casermette

Continua il dibattito sulla futura sede del Polo della Giustizia a Bari. Il Comitato di Scopo “Per un Parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano” attraverso il suo presidente Leonardo Scorza ricostruisce la vicenda che ha portato a realizzare il Parco della Giustizia intorno ai due edifici dismessi ed esprime molti dubbi

 

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In qualità di Presidente del Comitato di Scopo “Per un Parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano” , nel prendere atto che nel dibattito sul Parco della Giustizia orientati sempre in un’unica direzione, ringrazio Ambiente &Ambienti che ci permette di esprimere le nostre ragioni e chiarire e comprendere una vicenda complessa. E’ stato molto triste vederci etichettati come quelli del “C’è chi dice NO” senza permettere un benché minimo democratico dibattitto.

Chi scrive, per 10 anni è stato presidente della VI Circoscrizione e con amarezza devo dire sono rimasti inascoltati miei interventi pubblici del 30 Ottobre 2016, 22 Aprile 2017, 23 Luglio 2019 e 22 Novembre 2020. In questi miei articoli (insieme a quelli di altri valenti professionisti) si manifestavano le perplessità in merito alla scelta di utilizzare le ex Caserme Capozzi e Milano per realizzarvi “il Parco della Giustizia”, a causa della mancanza di uno studio preliminare dei flussi di traffico dell’intera area coinvolta, nonché della variante urbanistica su un’area di 140mila mq già destinata a verde di quartiere nel vigente Piano Regolatore che con riferimento al art 3 D.M. 1444/68 risulta inedificabile. Occorre ricordare che nel D.P.P. Documento preliminare programmatico, prodromico al PUG, il Consiglio Comunale che approvava nel 2011 in quell’area vede collocato un GANGLIO ECOLOGICO ; e sono passati inutilmente 8 anni senza che del PUG  ci sia traccia. I metri quadrati di verde per gli abitanti di Carrassi sono pari oggi a circa 2 mq/ab contro i 9 previsti. E contrariamente a quanto dichiarato dal Comune di Bari nella sua memoria difensiva nel ricorso al TAR Puglia, non crediamo affatto che Bari nelle aree centrali presenti 130 ettari in più rispetto al fabbisogno di verde. Fanno fede gli studi di ISPRA e Legambiente sui parametri di qualità della vita che non vedono Bari proprio “ai primi posti”.

Chi ha finanziato il Parco della Giustizia?

parco giustizia_comitatoDall’analisi dello studio di fattibilità di Invitalia, commissionato e finanziato con 300mila € dalla Città Metropolitana, emergeva il fabbisogno in 104.000 mq. Successivamente attraverso la Gazzetta appresi che la Corte d’Appello aveva lo quantificato in 135mila mq, poco meno dei 140mila mq delle ex caserme. OCCORRE SPECIFICARE che l’Opera non è finanziata con Fondi PNRR, ma è stata definita di interesse Nazionale attraverso un DPCM del novembre 2021. Si può pensare di rendere più veloci le fasi tecnico- amministrative per l’attuazione del progetto ma non credo sia possibile eludere le normative di legge Nazionale e quelle normative di rango costituzionale ed internazionali in attuazione di direttive comunitarie. Come per esempio ritengo non si possa indire un concorso di idee senza aver adottato la variante urbanistica generale e quindi conseguentemente sottoporre l’opera alla Valutazione Ambientale Strategica. Diversamente sarebbero intaccati i principi della certezza del diritto, a cui sommessamente, l’attuale Governo del Centro Destra si richiama per la disciplina sui migranti.

I sostenitori della suddetta proposta hanno minimizzato le situazioni di mobilità e traffico vigenti nella zona adiacente le Casermette ad oggi veramente intensa. E’ questa una modalità di intervento che lascia sgomenti i cittadini di Carrassi che vedono le proprie istanze ignorate, peggiorando la già pessima qualità della vita nell’area. E il fatto che gli organi decentrati che si sono succeduti dal 2014 ad oggi non abbiano mai espresso il loro punto di vista lascia sgomenti. Per formarsi un’idea basta avere la pazienza di dedicare una giornata ad osservare cosa succede in Via C. Giusso, Via Fanelli, Via Alberotanza, Via Marzano e Corso A. De Gasperi, Viale Falcone e Borsellino. Ricordo che il candidato Sindaco del 2014 voleva collocare il Polo della Giustizia in Via Napoli (caserma Briscese). Nè può consolare l’annuncio, all’interno del progetto della variante alla SS16 dell’ANAS, degli svincoli del Parco della Giustizia e di Via Fanelli (dove dagli organi di stampa abbiamo appreso della prossima realizzazione di circa 486 appartamenti ed altrettanti intorno a Via C. Giusso a Mungivacca).

Un problema: la variante alla SS 16

A proposito della variante alla SS 16 già assai vivacemente dibattuta, questa sarà completata non prima di 10 anni (ad essere ottimisti). Poi occorrerà modificare l’attuale SS16   a piano zero e realizzare svincoli sopraelevati di raccordo tra la nuova e la vecchia SS16 e realizzare i due svincoli a Via Fanelli e quello per il Parco della giustizia. Il Nostro ricorso ha lo scopo di difendere soltanto il bene primario costituzionalmente tutelato della SALUTE della popolazione residente a Carrassi e zone limitrofe. Quanto ad altre preoccupazioni emerse oggi dal comparto giustizia, vorremmo ricordare attraverso l’ausilio di numerosi articoli sull’argomento nel corso degli anni, che non sono bastati 23 anni, insieme alle istituzioni locali, per addivenire ad una soluzione, atteso che esistevano due soluzioni su cui si è molto esitato. Non vogliamo far perdere tempo. La soluzione prospettata noi non la condividiamo perché non si può fare e ci stiamo battendo affinchè in quelle aree si realizzi un grande parco verde, e questo anche in ossequio alle recenti modifiche Costituzionali (Art. n°9 e Art. n°41).

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La proposta alternativa al parco della giustizia è quella del “Parco alberato Carrassi”

Dall’analisi del Progetto vincitore del Concorso ed in particolare dallo studio agronomico contenuto nel bando di gara dall’Agenzia del Demanio, alla data di Giugno 2021 apprendiamo che dei 387 alberi censiti complessivamente,, all’interno nella Caserma Capozzi degli 82 alberi esistenti 79 verranno abbattuti, mentre nella Milano dei 261 alberi 100 saranno abbattuti e 36 forse. E sulla possibilità di impianto ed espianto la relazione non è molto confortante. Spero che non si vogliano sostituire alberi ad alto fulso con alberelli di 1 Metro (Modello Parco Rossani per intenderci). Avendo come riferimento sempre il D.M. 1444/68 – 5, C.2 e la  Legge n°765/1967 art.18, nota come Legge Tonioli,ci sembra inoltre che le aree di parcheggio siano sottodimensionate e non vi sia nell’approccio avuto dall’Agenzia del Demanio alcuna attenzione alla situazione viaria intorno al Parco della Giustizia, che sin quando non sarà pronta la variante alla SS16 vedrà l’accesso all’area per chi viene da fuori Bari dagli svincoli di C. A. De Gasperi Carbonara e S. Pasquale. E chi deve venire dal centro di Bari avrà i soli sottovia Q. Sella e S. Antonio unitamente a Viale Unità d’Italia e C.so A. De Gasperi. Non è difficile immaginare la situazione di intasamento e di inquinamento acustico ed atmosferico di un’area molto vasta con assai probabile nocumento alla salute dei cittadine/i.

E ci sembra strano osservare l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) cui un’opera così importante dovrebbe essere assoggettata. E’ solo una imperdonabile leggerezza?

Ing. Leonardo Scorza Comitato di scopo “Per un Parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano”

 

 

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