Padova, sequestrate 340 tonnellate di pellet non certificato

La Guardia di Finanza ha accertato che non fosse sicuro per il consumatore e per l’ambiente per via della provenienza sconosciuta, mentre le certificazioni previste erano contraffatte

 

Anche il pellet viene contraffatto e certificato con marchi falsi. Il pellet è un combustibile ricavato dal legno, di solito ricavato dagli scarti, ma qualche volta può essere prodotto direttamente dal tronco, ha la forma di un piccolo bastoncino e viene venduto in sacchetti come combustibile.

Anche in questo caso una norma regolamenta la produzione e l’uso del pellet. Producendolo soprattutto dagli scarti del legno, questo materiale ha sicuramente importanti vantaggi ambientali, perché non necessita abbattimenti di alberi.

Italia, primo mercato europeo di pellet

Secondo i dati, l’Italia è il primo mercato europeo per il consumo di pellet, con oltre 3 milioni di tonnellate all’anno, ma solo il 20% risulta prodotto in loco. L’elevata importazione, però, abbatte i benefici ambientali ed economici. Per questo motivo, c’è un’altra “filiera parallela”, il pellet ricavato da altre sostanze di origine agricola, che integra la quantità disponibile sul mercato.

Questo, in linea di massima, è il quadro di riferimento dal quale trae origine l’operazione “Guasta Provvista”, iniziata a giugno dai finanzieri di Padova e di Cittadella, mirata a smantellare l’approvvigionamento illecito dall’estero di pellet di legno, con marchio di qualità ENplus® contraffatto oppure falsamente dichiarato come certificato.

l’indagine è iniziata in Veneto, poi Italia centrale e Vicenza

L’operazione ha individuato in Veneto una serie di operatori che acquistavano questo prodotto soprattutto dall’Est Europa, a prezzo basso e senza accise. Nel corso dei controlli sono stati così sequestrate oltre 350 tonnellate di pellet e due speciali autobotti per erogarlo a destinazione.

Proseguendo le indagini, le Fiamme Gialle hanno individuato a settembre, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rieti, un network di imprese, operanti nelle province di Rieti, Terni e Ancona, gestito da un italiano residente in Repubblica Slovacca. L’uomo da 2016, in qualità di rappresentante legale e socio unico di una società di diritto slovacco, aveva avviato nell’Italia centrale, in totale evasione d’imposta, una florida attività di commercio, all’ingrosso e al dettaglio, di pellet con false certificazioni di qualità del legno ENplus®.

Le operazioni si sono concluse con il sequestro di 60 tonnellate di pellet di produzione estera, commercializzato in frode nel territorio nazionale, la documentazione contabile ed extra-contabile per ricostruire il reddito e il volume d’affari della società slovacca, che però fiscalmente era italiana.

Sono state sequestrate anche oltre 85 tonnellate di eco-combustile di produzione estera, falsamente dichiarato conforme alla certificazione di qualità del legno ENplus®, venduto sfuso e senza etichette da due distinti operatori economici, in partnership, attivi nella provincia di Treviso. I due rappresentanti legali sono stati denunciati per frode nell’esercizio del commercio.

Un’altra perquisizione è avvenuta in una società della provincia di Vicenza, la quale, disponendo di un sito di stoccaggio di rilevante capienza, era dedita alla commercializzazione di pellet sfuso sprovvisto della relativa certificazione. La società non risultava tra quelle produttrici e distributrici certificate dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali, licenziataria del marchio ENplus® per l’Italia. Nella circostanza, oltre all’apposizione del vincolo reale su complessive 197 tonnellate di pellet non certificato ENplus® e alla denuncia del legale rappresentante della società e di un socio per il reato di frode nell’esercizio del commercio, sono stati sottoposti a sequestro due silos, muniti di speciali impianti per l’erogazione dell’eco-combustibile.

L’operazione ha così ritirato dal mercato, a partire da giugno, circa 700 tonnellate di eco-combustile non sicuro.

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