Ci sono merci che potrebbero approdare nei porti pugliesi ma che gli spedizionieri preferiscono sbarcare in scali più vicini ai luoghi in cui ci sono laboratori accreditati per i controlli sanitari per poi magari tornare sui mercati attraverso le autostrade.
Sono le premesse illustrate dagli assessori regionali alla Mobilità Guglielmo Minervini e alla Salute Ettore Attolini, al direttore dell’Arpa Giorgio Assennato e ai responsabili degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF), autorizzati a rilasciare il “nulla osta all’importazione di alimenti d’origine non animale o altra merce”. La problematica è stata sollevata da Apulian Ports, la neo associazione delle tre Autorità portuali pugliesi e incide sul livello di competitività dei porti della regione.
“L’Arpa – ha spiegato Minervini – negli ultimi due anni ha fatto già un gran lavoro per allargare l’ambito della sua competenza sui pesticidi contaminanti, ma per alcune tipologie di controlli non ci sono laboratori accreditati. Per alcuni residui di fitofarmaci, ad esempio, i campioni di alimenti che sbarcano a Taranto sono inviati a Teramo e sono necessari anche 15 giorni per conoscerne gli esiti. Abbiamo la necessità di razionalizzare il sistema e regolare le competenze dei laboratori presenti in Puglia”.