Otranto “testimone di una cultura di pace”

Dal 15 luglio il borgo antico di Otranto è stato inserito nel patrimonio culturale mondiale. Il Club UNESCO – una sezione che opera per la promozione della cultura della pace all’interno dell’organismo internazionale – ha voluto riconoscere nella popolazione della cittadina e nel tessuto urbano legato alla tradizione, una vocazione alla solidarietà e all’accoglienza che vanno ben al di là della bellezza dei monumenti. Per la prima volta Otranto, unica tra i 24 siti sinora selezionati dal Club UNESCO, viene premiata nel suo complesso di attività, iniziative, luoghi, che hanno fatto dell’ accoglienza la loro bandiera e che è sempre in primo piano soprattutto dai primi anni ’90, quando cominciarono i primi sbarchi degli albanesi. Sbarchi che hanno visto cambiare i protagonisti – ora i clandestini sono curdi, afghani, pakistani e si spostano per motivi politici – ma che non hanno mutato la sensibilità della gente di Otranto. E soprattutto è un riconoscimento che segna un ideale fil rouge con un’analoga iniziativa di anni fa, il premio Nobel per la pace al Salento.

Salento_str63_stelladoriente8
veduta notturna del borgo antico di Otranto

 

otranto
veduta dall'alto del Castello Aragonese di Otranto

Questi i temi affrontati nella conferenza stampa con cui i protagonisti di questa vicenda hanno presentato nel castello di Otranto –uno dei luoghi simbolo della città – le motivazioni con cui L’UNESCO ha conferito il riconoscimento al borgo antico e presentato il calendario di iniziative dei prossimi mesi.

«Il riconoscimento dell’UNESCO va a tutta la popolazione – ha detto Enrico Risolo, presidente del Club UNESCO di Otranto che tre anni fa avviò l’iniziativa – e soprattutto alle associazioni di volontariato che sono sempre state a fianco dei più deboli. E il sindaco Luciano Cariddi ha ribadito questo aspetto, ampliando il concetto della solidarietà alla Puglia intera: «certo dobbiamo ancora migliorare su questo fronte, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in una situazione di emergenza a proposito di sbarchi, – ha detto – perciò sono orgoglioso del rinnovato dinamismo che sta caratterizzando i singoli cittadini e le istituzioni per tenere alta l’attenzione sulla solidarietà».

Luciano Cariddi, sindaco di Otranto
Luciano Cariddi, sindaco di Otranto

Dunque, Otranto crocevia di persone votate alla cultura della pace e dell’accoglienza, e questo spiega il programma di attività che vedranno Otranto protagonista nell’immediato futuro: a cominciare dalla settimana della cultura dal 3 all’8 agosto, con la presenza di esponenti del mondo dell’informazione e dell’inchiesta, in vista della scoperta di una targa celebrativa dell’evento il 10 agosto. L’eurodeputato Raffaele Baldassarre ha anticipato una riunione dei rappresentanti di EUROMED e la presenza di personaggi di rilievo come Mario Mauro; previsti poi alcuni progetti guidati dalla Provincia di Lecce, di cui ha parlato la Vicepresidente Simona Manca: un progetto che veda Otranto “centro del dialogo interreligioso” (e a questo proposito è stata siglata una convenzione tra Provincia di Lecce e Comune di Otranto) e un ciclo di seminari e di incontri interculturali con i Paesi dell’altra sponda adriatica. Senza contare la nascita imminente di una commissione cultura nell’amministrazione comunale.

C’è anche un ritorno in termini di immagine che il riconoscimento dell’UNESCO garantirà ad Otranto, sempre che Otranto sappia mantenere inalterata nel tempo la sua carica di solidarietà e accoglienza, come ha detto il presidente della commissione ambiente della Provincia e già sindaco di Otranto Francesco Bruni. E’ un ritorno di natura turistica, ha sottolineato la presidente dell’APT di Lecce Stefania Mandurino, che costituisce un vanto in più in un territorio sempre più attento a fornire standard ricettivi, artistici e culturali di alto livello e attenti all’ambiente e alla qualità della vita, come anche indicano le “5 vele” assegnate quest’anno da Legambiente.

<p>un bellissimo tratto di costa nel territorio comunale di Otranto</p>
un bellissimo tratto di costa nel territorio comunale di Otranto

E a questo punto anche noi di Ambient&Ambienti lanciamo una proposta. Quella di Otranto è una vicenda comune anche ad altre città pugliesi, come ad esempio Bari: anche il capoluogo pugliese dovette gestire l’emergenza dei 9mila albanesi arrivati d’improvviso su quella carretta che era il Vlora e anche in quel caso l’allora sindaco Enrico Dalfino dovette gestire l’emergenza nella più totale solitudine e indifferenza delle istituzioni centrali; come Otranto, Bari è centro del dialogo interreligioso sulla scorta della forte presenza ortodossa e di confessioni cristiane dovute al culto di San Nicola. Ebbene, facciamo sì che Otranto cominci a creare una “rete”di città solidali in Puglia. Per non venire meno al riconoscimento di “Messaggera di pace” che l’UNESCO ha voluto conferirle.

Articoli correlati