Per gli orsi polari – e non è una novità – la vita è davvero dura: a rischio estinzione, “cacciati” o costretti a scappare dal proprio habitat naturale per ragioni tanto climatico-ambientali quanto politico-economiche, soggetti quindi a svariati cambiamenti e non sempre preparati ad affrontarli. L’ultima notizia, in ordine di tempo, tratta della presenza e del rinvenimento di alcune tossine nelle ossa di questi grandi plantigradi bianchi.
La ricerca giunge dalla Danimarca – Coordinati dal Dottor Christian Sonne della Facoltà di Scienze della Vita dell’Università di Aarhus, i ricercatori, impegnati da una decina d’anni sulla questione – come riporta la rivista scientifica Environment International – hanno potuto riscontrare la presenza di tossine nei tessuti e nelle ossa di un certo numero di orsi della Groenlandia; per essere più precisi, come scritto sul sito http://www.svalbard2009.it/ultime-sulle-svalbard/orsi-polari-dellartico-in-pericolo-per-inquinamento/ , «la sua nuova analisi (del Dottor Sonne, ndr) include i risultati di più di 200 campioni di organi e tessuti del cranio presi da 80 orsi della Groenlandia dell’est fra il 1999 e il 2009, oltre alle ripetute misure e le osservazioni degli orsi che vivono nell’arcipelago dello Svalbard», a cui vanno aggiunte anche le analisi sulle volpi artiche e sui cani da slitta.
Tutta colpa dell’inquinamento – Ma cosa c’è alla base di questo ulteriore problema che attanaglia la fauna della zona dell’Artico ed in particolare gli orsi? La risposta risiede nell’inquinamento, o, per meglio dire, i prodotti chimici di provenienza industriale; se è vero che al Polo Nord non ci sono industrie, bisogna anche riconoscere che questi prodotti – una vasta gamma di sostanze inquinanti – vengono trasportati su quelle terre per merito della circolazione atmosferica o delle acque marine.
Queste sostanze chimiche sono spesso lipo-solubili e si accumulano nel grasso di animali, che saranno a loro volta preda degli orsi (come insegna la catena alimentare), i quali si ammalano perché il sistema immunitario non è pronto ad accogliere questi agenti chimici. «Gli inquinanti – spiega Sonne – provocano agli orsi polari malattie che non portano alla loro morte immediata; le tossine danneggiano le ossa e gli organi interni, il sistema immunitario e il sistema riproduttivo».
Riconosciamolo: gli orsi polari se la passano sempre peggio sul nostro pianeta; ma riconosciamo anche che questo è dovuto al peso della mano dell’uomo sull’ambiente; nonostante i tanti tentativi di ridurre e limitare il suo impatto, questa ricerca evidenzia che si deve ancora percorrere tanta strada per poter realmente aspirare a quell’”impatto zero” di cui si sente parlare.