
Dal profetico album “2020 SpeedBall” alla canzone “Pianeta Blu”: Omar Pedrini racconta il suo impegno artistico per l’ambiente fatto di rock, poesia e teatro
Omar Pedrini è un pregiato e importante tassello dello strepitoso puzzle della storia del rock italiano. Dapprima come frontman della rock band Timoria e poi come cantautore, ha contraddistinto il suo percorso artistico sperimentando sempre nuove sonorità e contaminando le sue canzoni con la poesia e la letteratura. Il suo impegno pubblico per l’ambiente nasce negli anni ’90 e si concretizza con la pubblicazione dell’album “2020 SpeedBall”.
Una società troppo veloce
“Quando con i Timoria abbiamo pubblicato “2020 SpeedBall” avevo 27 anni e, da poco, era nato mio figlio – racconta Omar Pedrini, che ricorda – ero preoccupatissimo per lo stato di salute del pianeta, per l’inquinamento causato dall’uomo, perciò ho immaginando il mondo nel 2020, anno in cui il piccolo Pablo avrebbe avuto la stessa età in cui ho registrato il disco”. Dopo il successo del concept album “Viaggio senza vento” – primo disco d’oro del rock italiano – l’attenzione degli addetti ai lavori e dei fan è alta. “Riempivamo i palasport, avevamo l’attenzione di tutti, per questo decisi che avrei dedicato un disco al pianeta – rivela Omar Pedrini, che spiega – gli scenari che immaginavamo nel 1994 sembravano fantascienza: pensavamo ad un mondo inquinato in cui l’uomo è costretto ad andare alla ricerca di nuovi pianeti da colonizzare, dove il mondo digitale e la realtà virtuale sarebbero state “le nuove droghe del millennio”. Con fare profetico, l’album immagina una società troppo veloce, dove gli esseri umani avrebbero messo in crisi gli ecosistemi.
La necessità di una vera politica verde

“Negli ultimi anni ho notato che la sensibilità alle tematiche ambientali è cresciuta in Italia, ma questo non basta – afferma il rocker bresciano, che denuncia – mentre in Germania i Verdi spopolano (il riferimento è alle elezioni europee del 2019, ndr), in Italia questo non accade: è sconvolgente che non ci sia nel nostro Paese una coscienza ecologica che vada a premiare chi propone un progetto politico ambientale”. La necessità di una vera politica verde è, secondo Omar Pedrini, il fulcro su cui deve fare leva la politica italiana. “Siamo il Paese più bello del mondo, il giardino d’Europa ma, paradossalmente, non siamo capaci di tutelarlo: non si parla seriamente di decrescita, di global warming, si continua a sottrarre territorio agricolo a favore dell’edilizia”.
La generazione di Greta
“Chi se ne frega se Greta è gestita da adulti: l’importante è che questa bambina, che io sostengo completamente, riesca a sensibilizzare il mondo, perché uno scricciolino senza potere vale molto più di centinaia di politici”. Omar Pedrini dice la sua anche sull’attivista svedese Greta Thunberg. “Noi della “generazione senza vento” siamo un po’ sfortunati perché ci troviamo in mezzo tra i nostri padri, che hanno devastato il pianeta fregandosene del nostro futuro, sfruttando ogni angolo del mondo, e i nostri figli, che già stanno pagando direttamente le conseguenze dovute ai cambiamenti climatici: dobbiamo perciò fare da guardiani agli uni e un po’ convincere gli altri a cercare di rinunciare a quelle pratiche dannose per l’ambiente.”
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Il ricordo di Nadia Toffa
“Nadia era bresciana, come me. Lei, come mia madre, è morta di cancro – racconta commosso Omar Pedrini, amico della “iena” Toffa, che continua – sono innamorato di Brescia, ma da alcuni anni la qualità ambientale cittadina è peggiorata: la grande industria bresciana, di cui tanto ci vantiamo per il PIL alto, ha un PIL della salute e della felicità molto basso”. Nadia Toffa, morta nel 2019 a soli 40 anni per un tumore cerebrale, ha documentato con numerosi servizi televisivi per Le Iene le conseguenze dell’inquinamento causate dall’ILVA di Taranto sulla salute della popolazione tarantina, sopratutto dei residenti del Rione Tamburi.
La bellezza salverà il pianeta blu
“La storia ci stava archiviando come “sesso, droga e rock ‘n’ roll”, invece abbiamo importanti esempi come il The Concert for Bangladesh organizzato nel 1971 da George Harrison che dimostrano che quando ce ne sia la necessità, tutti bussano alla porta dei musicisti, perché la musica è un linguaggio universale che accomuna gli esseri umani”. Omar Pedrini fa riferimento al primo concerto benefico della storia del rock, organizzato dall’ex Beatles al Madison Square Garden di New York. “La musica è sempre in prima linea: la tutela dell’ambiente è rock – dichiara lo zio rock, che prevede anche come – in futuro – combatteremo tutti una guerra comune contro i cambiamenti climatici, dove gli uomini saranno tutti fratelli, senza distinzione di credo religioso o provenienza geografica: verrà il momento che l’umanità dovrà unirsi per affrontare in modo comune il riscaldamento globale”.
Salvare il pianeta blu è dunque possibile: ma come? “La bellezza e la poesia salveranno il mondo, ne sono convinto, per questo sfrutterò la mia musica per veicolare certi concetti come: poesia, bellezza e armonia – dice Omar Pedrini – che conclude – il nostro cuore deve battere col battito del mondo, col cuore dell’universo, come dicono gli indù quando recitano l’Om: il nostro cuore deve andare allo stesso ritmo di quello del pianeta, che è lento, invece l’essere umano è tachicardico”.