
Preservare un pezzo di natura e metterlo a disposizione dei cittadini: la città progetta il suo futuro in vista della manifestazione sportiva del 2026
Taranto, un quartiere, una palude e un nuovo modo di preservare un pezzo di natura. Il filo conduttore di questa storia è il sale, quello che gli antichi definivano l’oro bianco dei popoli per la sua preziosità. Nel quartiere Salinella, a Taranto, esiste una depressione, una palude detta della Salina Piccola, un’area naturale di una bellezza mozzafiato. La Salina Piccola, in realtà fa parte di un trio di saline naturali presenti nel territorio tarantino, la Salina Grande e le Terre Salse, ridenominate Palude di San Brunone. Sul loro territorio ora si trovano l’Ilva e il Cimitero cittadino che prende il nome di San Brunone.
Il disastro del 5 luglio: l’oasi avvolta dalle fiamme
L’Oasi della Salina Piccola è da anni guardata con estremo interesse sia dagli abitanti del quartiere Salinella, sia dall’Associazione OPS (Osservatorio Permanente Salinella). Un’attenzione sempre più forte, soprattutto dopo il disastro del 5 luglio scorso, quando un incendio ha distrutto una buona parte di biodiversità.
Dice Francesco Settembre, uno tra i componenti più attivi dell’Associazione OPS : «E’ stato impressionante vedere in quell’incendio diverse specie di uccelli combattere contro il fuoco per mettere in salvo i loro nidi».
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Un parco per i Giochi del Mediterraneo 2026
La scommessa per i tarantini è che l’Oasi possa diventare un polmone verde , un grande parco a disposizione della città. Questo anche in vista dei prossimi Giochi del Mediterraneo che si terranno nel capoluogo jonico dal 13 al 22 giugno del 2026. I due progetti legati alla manifestazione (quello del Comune e quello promosso dall’Associazione OPS intitolato Laudato Si’ datato 2016 e il cui capofila è il Liceo Aristosseno) , vedono infatti il quartiere della Salinella al centro della riqualificazione verde da parte dell’amministrazione comunale guidata da Rinaldo Melucci.
«La Salina Piccola– dice ancora Francesco Settembre – potrebbe essere il vero punto di svolta nella concezione green di Taranto. Infatti la zona potrebbe essere utilizzata anche per fare agricoltura biologica. Molti terreni sono stati abbandonati , un errore, perché potrebbero essere utilizzati per il recupero di alcune cultivar. Inoltre sempre in quella zona va preservata la biodiversità. Nell’oasi sono stati avvistati specie come ibis sacro, aironi cinerini, gufi e falchi grillai. Uno spettacolo da non perdere soprattutto per gli amanti del birdwatching. E infatti nel progetto Laudato Si’ sono previste anche torrette di avvistamento. Insomma le aspettative sono tante e noi siamo entusiasti. Contribuendo a progettare il futuro dell’oasi della Salina Piccola noi pensiamo anche ai nostri figli».
Intanto mercoledì 21 luglio nell’Auditorium della Parrocchia Santa Famiglia incontro tra amministratori, associazione OPS e cittadini per un primo confronto.