Ci vorranno molti anni prima di valutare l’impatto della marea nera provocata della nave Rena sugli uccelli e l’ambiente. A darne conferma è il WWF Nuova Zelanda, seriamente preoccupato per la fauna selvatica colpita dalla fuoriuscita di carburante. Bob Zuur del WWF locale che lavora alla Baia di Plenty al Centro nazionale di recupero della fauna selvatica ha detto: «Stiamo esplorando gli scogli alla ricerca di fauna selvatica, è difficile vedere gli uccelli e sembrano spaventati. Abbiamo salvato tre piccoli pinguini blu, ma abbiamo raccolto molti più uccelli morti. I pinguini normalmente non vengono a riva durante il giorno, quelli che stiamo trovando sono piuttosto malati». Un triste bilancio confermato anche dall’Autorità Marittima neozelandese, che annuncia di aver rinvenuto centinaia di uccelli morti a causa del petrolio, mentre 92 sono stati curati presso il Centro nazionale di recupero della fauna selvatica. Le coste settentrionali dell’Isola del Nord interessate dal disastro sono particolarmente importanti perché ospitano decine di migliaia di uccelli migratori acquatici. La preoccupazione per la fauna selvatica, avverte il WWF, si somma alla certezza di non poter ora stimare la portata del disastro ambientale, ovvero di una situazione destinata comunque a peggiorare.