Nuova marea nera sulla Nuova Zelanda

Si guarda con preoccupazione, in queste ore, alla Nuova Zelanda e al destino della nave portacontainer Rena, rimasta incagliata al largo. Secondo le prime stime l’imbarcazione, che batte bandiera liberiana, avrebbe già perso 300 delle 1700 tonnellate di carburante imbarcato. «Siamo profondamente preoccupati per la minaccia che il petrolio rappresenta per la nostra fauna marina, soprattutto per uccelli marini e delfini. Le prossime ore sono cruciali per evitare una catastrofe ambientale». A dirlo è in una nota il WWF Italia che resta intanto in contatto con i colleghi della Nuova Zelanda, giunti a Tauranga per offrire il proprio sostegno in risposta alla marea nera. «Se le cattive condizioni atmosferiche dovessero danneggiare la nave – spiega ancora il WWF – c’è il rischio che fino a 1700 tonnellate di petrolio fuoriescano in mare, con risultati catastrofici per la fauna selvatica, le spiagge e le persone». In particolare si teme per gli uccelli marini, come cormorani, berte, sule e pinguino minore blu ma anche per uccelli rari, endemici o a rischio estinzione come uccelli delle tempeste, pittime, procellarie, piovanelli e molti altri trampolieri e limicoli. Timori a nord anche per il delicatissimo Triangolo dei coralli: «Se un inquinamento di questo tipo – spiega il WWF – arrivasse nel cuore delle barriere coralline, che ospitano una diversità incredibile di ambienti e di organismi, sarebbe un vero disastro per la biodiversità del Pianeta». Cautela è poi richiesta dagli ambientalisti nell’uso dei solventi adoperati per disperdere gli idrocarburi fuoriusciti dalla nave, visto che ancor poco si conosce circa il loro impatto sull’ambiente.

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