
Associazioni e politica insorgono contro la presenza di un deposito nucleare in tre aree della regione, tra le 67 individuate. Da ora 60 giorni per produrre osservazioni
C’è anche la Puglia nella carta dei siti potenzialmente idonei (Cnapi) alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Nello specifico le aree di Gravina di Puglia e Altamura, in provincia di Bari, e Laterza, nel Foggiano. Tutti e tre sono indicati per un’area eventualemente in condivisione con la vicina Matera, in Basilicata. Via il segreto del governo sulle 67 sedi in tutto (in sette regioni, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna), dopo l’ok alla Sogin, società pubblica di gestione del nucleare.
La procedura prevede che, a seguito di questa pubblicazione, si apra l’iter di confronto al quale prenderanno parte tutti i principali stakeholders. Dopo due mesi di confronto verrà stilata una nuova carta che sarà messa nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la carta nazionale delle aree idonee.
Dal ministero dell’Ambiente arriva la puntualizzazione: non si è fatto nulla “alle spalle” dei Comuni, ma “lavorando insieme, Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno rilasciato il nulla osta alla Carta, elaborata seguendo criteri esclusivamente tecnici con il lavoro svolto da Isin e i principali enti di ricerca. Adesso il Paese conosce i 67 siti potenzialmente idonei. Potenzialmente: questo non significa che sia stata assunta alcuna decisione alle spalle delle comunità locali, come qualcuno in malafede sta in queste ore sostenendo”.
Tuttavia, la necessità di smaltire i rifiuti esiste. Per questo l’invito del ministro Sergio Costa e del sottosegretario all’Ambiente con delega alle politiche nucleari, Roberto Morassut, rivolto a chi sta soffiando della polemica è a non terrorizzare i cittadini.
A tal proposito, la deputata di Liberi e Uguali, Rossella Muroni, ricorda che la pubblicazione della Cnapi è attesa da agosto 2015, «tanto che a ottobre scorso l’Unione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia e non era più possibile rinviare».
Tarantini, Legambiente Puglia: “E’ una doccia fredda”
Non usa mezzi termini Francesco Tarantini, presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia e di Legambiente Puglia: «In un Parco candidato a Geoparco Unesco non c’è spazio per rifiuti potenzialmente dannosi».

per l’Ambiente Sergio Costa invita anon terrorizzare i cittadini
Il parco dell’Alta Murgia si trova nella cosiddetta zona speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 (il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità) che ha come obiettivo la tutela degli habitat e delle specie protette. Inoltre, «il suo patrimonio naturalistico, geologico, culturale ed enogastronomico è incompatibile con il deposito di materiale radioattivo», ha aggiunto Tarantini, il quale auspica di continuare un confronto costruttivo con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
Alle parole di Tarantini fanno eco quelle di Ruggero Ronzulli, direttore di Legambiente Puglia. «Ribadiamo con fermezza l’urgenza di avviare un percorso trasparente, partecipato e condiviso col territorio che coinvolga i cittadini, le associazioni, le amministrazioni locali e la comunità scientifica, a partire dalle informazioni contenute nella CNAPI».
Nucleare: netta contrarietà della politica
“Apprendiamo a ‘cose fatte’ e a distanza di anni dell’inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. E’ ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione”, fa sapere in una nota il governatore pugliese Michele Emiliano precisando che “svolgeremo tutti gli approfondimenti tecnici del caso, geologici e ambientali, per motivare anche sotto questo aspetto l’incompatibilità di questa scelta irragionevole che contrasteremo in ogni sede”. Emiliano ha parlato anche di “incubo del passato” in riferimento al nucleare.
Pronta la replica dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia che hanno presentato una mozione affinchè il presidente Emiliano si impegni in prima linea in eventuali scelte contro il governo. ““Il presidente Michele Emiliano, la sua giunta e la sua maggioranza di centrosinistra non perdano tempo (…) ci sono 60 giorni di tempo per far cambiare idea al Governo. Per altro, in poco tempo il premier Giuseppe Conte, tanto amico di Emiliano, prima ci ripropone le Trivelle e ora pure il deposito di scorie nucleari… ci sarebbe da dire: bell’amico!”.
Non la mandano a dire neppure i deputati del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Vianello e Angela Masi, che sottolineano lo “scotto” che Puglia e Basilicata hanno pagaro nel corso degli anni: “Lo Stato ha già fatto pagare per un interesse statale un insopportabile prezzo in termini ambientali, di salute e di sostenibilità nello sviluppo. Basti considerare l’Ilva, la Raffineria ENI, l’Itrec di Rotondella, i pozzi lucani dai quali si estrae petrolio, solo per fare alcuni esempi (…) Questi territori sono fortemente vocati al turismo, un deposito nucleare potrebbe essere un forte deterrente per l’attrattività territoriale”.
La perplessità del WWF
Nel dibattito interviene anche il WWF, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione di natura, habitat e specie in pericolo. Il timore è che “la mera presentazione di un elenco così vasto potrebbe non facilitare una discussione di merito, se non si porrà rimedio nelle prossime fasi”. Il WWF ricorda, inoltre, che l’aspetto di maggiore rischio radiologico è rappresentato dallo smantellamento delle centrali e degli impianti esistenti per garantire il rigoroso rispetto delle normative in materia di protezione sanitaria.
Infine, conclude, “Nessuno sarà mai felice di convivere con il sito o più siti nazionale/i, ma un’adeguata informazione e garanzie di controllo sono comunque il minimo che ci si deve aspettare in un paese civile”.